E così anche quest’anno non mi hanno preso a The Voice of Italy. Il motivo non lo so, forse non sono bravo o più semplicemente non ho nel curriculum 20 anni di piano bar, non ho vinto premi prestigiosi, non suono in una band di successo, non ho mai preso i voti o fatto vita monastica. Non proverò mai il brivido di cantare davanti a 4 star della musica di spalle, aspettando che almeno uno di loro si giri verso di me, magari Noemi con la sua risata da Er canaro della Magliana, oppure agitando i pugni come Piero Pelù o dondolando la testa a ritmo come Raffaella Carrà. J-Ax non mi dirà mai “Bella zio”.

Non importa, non posso abbattermi e non posso mollare, anzi, ora più che mai devo preparami per la prossima edizione. Parto, torno a Milano. La città che abbandonai anni fa, mi accoglierà di nuovo, ne sono certo. Se sei milanese, lo rimani fino alla morte. Purtroppo.

Per il mio training avevo bisogno di uno stage e di 4 coach severi e inflessibili. Sapevo dove trovarli, grazie a Milano.

Piazza Buonarroti 29, Casa di Riposo per Musicisti G.Verdi. Ore 9,30, atrio comune. Adocchio i miei coach: Pina Marelli, anni 86, soprano. Giovanni, detto Gino, Molinari, anni 89, violoncellista. Franco Benedetti, anni 81, pianoforte. Giuliana Severini, anni 96, maestra di canto. Sono 4 coach con esperienza, lucidi, tenaci e soprattutto hanno una cosa in comune: stanno tutti e quattro sulla sedia a rotelle.

– “Venga signora Pina, la porto a fare un gioco”
– “Bello! Un gioco come quello che facevo col dottore che poi hanno arrestato?”
– “No, non penso. Io la metto qui girata, insieme ai suoi tre amici…”
– “Quali amici, ‘sti tre deficienti?”
– “Non faccia così, ora vi spiego il gioco: voi ve ne state girati, io canto una canzone, se vi piace vi girate facendo finta di non conoscermi e rimanete sorpresi”.
– “Noi non ti conosciamo, e detto senza offesa, mi sembri più rimbambito della Giuliana”.
Giuliana: “Zitta troia, che lo sappiamo tutti che stavi alla Scala solo perché te la facevi con Toscanini”.
Pina: “Senti chi parla, la maestra di canto. So io in cosa sei maestra tu. Di bocca sei maestra, e non si tratta di canto”.
Gino: “Buone ragazze, che poi vi faccio divertire io, l’infermiere abissino mi ha portato le pillole della gioventù, mi sono costate mezza pensione e un violino, ma tanto era cinese”.
Franco: “Ma non era abissino?”
Gino: “Il violino era cinese”.
Franco: “Come le pillole, che ti credi!?”
Io: “Possiamo cominciare?”

Faccio partire la base con il pezzo che ho preparato, una canzone che conoscono di sicuro: Bandiera Gialla, di Gianni Pettenati, in un arrangiamento dei Cheetah Chrome Motherfuckers.

Sì questa sera è festa grande
dai scendiamo in pista subito
e se vuoi divertirti vieni qua
ti terremo tra di noi e ballerai

Pina: “Hanno citofonato?”
Gino: “Sì, è venuto a trovarti tuo figlio per la pensione”.
Giuliana: “Ma se è morto da 6 anni!”
Pina: “E allora chi è quello che viene tutti i mesi a prendersi 500 euro?”
Gino: “Tu Giuliana, i cazzi tuoi mai, eh?”
Franco: “Senti, Gino, ma le pillole che ti costano mezza pensione, esattamente, la pensione di chi?”
– “Mi consenta, giovanotto, non è questo il modo…”
– “Cavaliere, che ci fa lei qui? Non faceva servizio civile nella casa di cura dei malati di Alzheimer?”
– “Certo, e lo faccio ancora, qui sono a fare volontariato, lo faccio da anni ormai. Lei lo sa che da giovane cantavo sulle navi da crociera?”
– “Lo sanno tutti, cavaliere, ma quindi lei vorrebbe dire che… lei è… buono..?”

e mentre pronuncio “buono” rivolto a Berlusconi il cielo si oscura per qualche secondo, tingendo di viola scuro le pareti dell’ospizio.

– “Non è questo, mi piace passare del tempo con delle persone che a malapena mi riconoscono e condividono la mia passione per il canto. Comunque, giovanotto, le dicevo che non c’entra saper cantare, lei non è un personaggio, è anonimo, vestito come un fruttivendolo e soprattutto è inutile, non serve a nessuno. Lei non fa sognare il pubblico, gli italiani. Perché pensa che non abbia lasciato la direzione di Forza Italia a mia figlia Marina? Perché, per carità, per quanto brava, lei ha lo stesso charme, la stessa capacità di fare ascolti come un video su Youtube di un gattino cucciolo amputato e lasciato sanguinare in una vasca da bagno incrostata di calcare e piena di muff…”
– Sì, grazie, ho capito”

– “Ecco, vede perché la suorina a The Voice of Italy ha vinto? Mica perché è brava, ma perché serviva. Incarna quella trasgressione rassicurante che solo una suora che canta un pezzo di J-Ax può dare, è tutto in ordine: la suora diventa una bad girl all’acqua di rose trasformando J-Ax in un ribelle all’acqua santa. La chiesa che si riavvicina ai giovani e viceversa: il nuovo corso di Papa Francesco. Si ricordi, mio caro, che siamo un paese dove i gay vanno bene solo se sono ciccioni ridicoli come Platinette o fanno gli oroscopi annunciati dalla fanfara come Paolo Fox. Non mi creda, verifichi! Secondo lei, se non fosse stato tutto già organizzato e preparato, perché è una settimana che RAI 1 annuncia Sister Act con Whoopi Goldberg in prima serata, il giorno dopo la finale di The Voice of Italy? Guardi che di queste cose me ne intendo io”
– “Di televisione”
– “No, di imbrogli”.
– “Ok, ma io come faccio?”
– “Ma chi se ne frega. Come faccio io a trovare un degno sostituto per il partito. Si rende conto che non c’è più un personaggio carismatico in giro manco a pagarlo? Guardi, se non fosse che muoiono tutti nel giro di una stagione, io candiderei qualche personaggio di Game of Thrones… Quelli piacciono! Certo che però hanno tutti ‘sta fissa del “I demand a trial by combat”… Ma non possono aspettare la prescrizione come fanno tutti? Si vede che non è ambientato in Italia… Comunque, mi dia retta, lasci stare il mondo dello spettacolo”
– “Perché?”
– “È pieno di politica”.
– “E se provassi con la politica?”
– “Peggio, è tutto spettacolo”.

[artwork by aMusoDuro]