Nei vangeli canonici i miracoli di Gesù si dividono in 6 categorie: incarnazioni, guarigioni, esorcismi, dominio della natura, resurrezioni di morti e conoscenze soprannaturali. Circolano poi un doppio live a Betlemme e un inedito registrato in studio a Nazareth.

Le prime sei categorie di miracoli le conosciamo un po’ tutti quanti.

Incarnazioni: Gesù nasce da una vergine, concepito dallo Spirito Santo, però si fa pagare gli alimenti da Giuseppe (Vangelo secondo Luca 1, 26-38).

Guarigioni: Ce ne sono diverse, ma i vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) si soffermano soprattutto su alcuni di esse, come quando Gesù guarì la suocera di Simon Pietro dalla febbre utilizzando dei globuli omeopatici (Matteo 8, 14-15; Marco 1, 29-31; Luca 4, 38-39).

Sempre Matteo, Marco e Luca ci narrano la guarigione di una donna emorragica. Mentre si recava a casa di Giairo (luogo in cui Gesù avrebbe compiuto il miracolo del cambio di nome senza passare dall’anagrafe), una donna emorragica da più di 12 anni guarì di colpo semplicemente toccando il mantello di Gesù.

Secondo Matteo e Luca, a seguito di questo miracolo, la donna perse la pensione d’invalidità. Secondo Marco, invece, non appare chiaro il motivo per cui Gesù, in Palestina, con 35°C, indossasse un mantello (Matteo 9, 20-22; Marco 5, 24-34; Luca 8, 43-48).

Ricordiamo anche la volta in cui Gesù si recò a mangiare a casa dei farisei. Durante il pranzo si presentò un idropico (ovvero un tizio afflitto da edema). Quando lo vide, Gesù si alzò in piedi e disse: “Veramente avevo ordinato scaloppine all’aceto balsamico!”, poi guardò i farisei e gli chiese se fosse lecito effettuare miracoli di sabato. Non ottenendo risposta, Gesù guarì l’afflitto di edema trasformandolo in una piadina stracchino e finocchiona. Poi presentò il conto ai farisei, con il 20% di maggiorazione dovuta al giorno festivo (Luca 14, 1-6).

A Cafarnao, in provincia di Lecco, Gesù guarì un paralitico bloccato su un lettino semplicemente dicendo: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Poi, rivolgendosi alla folla, gridò: “Beh, tutto qua? Dico, mi avete tirato giù dal letto a mezzogiorno solo per questo?” e pregò Simon Pietro di portargli un Oki e un caffè nero e lungo (Matteo 9, 1-8; Marco 2, 1-12; Luca 5, 17-26).

Sempre a Cafarnao iniziò il periodo degli Esorcismi. Con lo schioccare delle dita, Gesù liberava gli spiriti immondi, con una parola toglieva il demonio e con l’imposizione delle mani lanciava gli Hadoken (Marco 1, 21-28; Luca 4, 31-37).

Dominio della natura: il più famoso dei miracoli di questa categoria è quello delle nozze di Cana, quando Gesù trasformò in vino 6 damigiane d’acqua (Giovanni 2, 1-11). Poi ci sono la moltiplicazione dei pani e dei pesci (Matteo 14, 13-21 e 15, 32-39), Gesù che fa seccare un albero di fichi (Matteo 21, 18-22) e, il mio preferito: la camminata sull’acqua (Matteo 14, 22-33).

I discepoli erano in mare, dalle parti di Betsaida, ma faticavano a remare perché avevano il vento contro. Così Gesù decise di andargli dietro, camminando sull’acqua. Come lo videro arrivare ne ebbero paura e iniziarono a gridare. Giuda, addirittura, gli puntò contro pure la sua P-38, svuotandogli addosso un intero caricatore, ma Gesù schivò i colpi come in Matrix. Poi disse: “Non abbiate paura, sono io”, ma Pietro, diffidente come sempre, replicò: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Gesù allora rispose: “Vieni!” e Pietro iniziò a camminare sulle acque accanto a Gesù. Giuda rosicò assai, ma non disse nulla.

Resurrezione dei morti. Sono tre i casi ufficiali.

La figlia di Giairo (quello delle guarigioni) che era malata e, mentre Gesù si recava da lei per guarirla, morì. A quel punto, per evitarsi una commissione d’inchiesta e gli ispettori del Ministero della Sanità, disse: “Talità kum”, che significa “È meglio che resusciti prima che fulmini pure qualcun altro della tua famiglia!” e quella resuscitò (Marco 5, 21-43).

Poi ci fu il figlio della vedova a Nain. Gesù ebbe pietà della vedova e le resuscitò il figlio, nonostante fosse già dentro la bara. Quello resuscitò, ma successivamente gli venne diagnosticato un disturbo da stress post-traumatico, perché risvegliarsi dentro una bara, pieno di creme e unguenti, ti segna a vita (Luca 7, 11-17).

Segue la resurrezione di Lazzaro. Lazzaro era un amico di Gesù, e Gesù lo riportò in vita dopo a 4 giorni dalla morte. Pare che prima non potesse perché impegnato con le ultime scene del film di Mel Gibson (Giovanni 11, 1-44).

Infine, le conoscenze soprannaturali. Gesù predisse alla Samaritana il numero esatto dei mariti e dei figli che avrebbe avuto (Giovanni 4, 18), a Pietro il suo tradimento (Luca 22, 34), su Twitter il finale di Game of Thrones (Kuros 30, 4) e via dicendo. Sono quelli più semplici, se vogliamo, una roba da Mago do Nascimento, ma che Gesù inserirà lo stesso nel suo curriculum.

Tuttavia, esiste anche tutta una serie di miracoli compiuti da Gesù e meno noti alla massa. Sono riportati nei vangeli apocrifi, soprattutto ne “Il Vangelo dell’Infanzia” di Tommaso, e raccontano di un Gesù inedito e adolescente che, come tutti gli adolescenti, fa cose terribili. Il vangelo è suddiviso in 19 capitoli.

A 5 anni Gesù crea con l’argilla 12 passerotti, batte le mani e loro volano via (capitolo 2). Poi ci riprova con i lego. Prende un sacchetto di truciolato, batte la mani, ma non funziona. Adirato, alza di un grado la temperatura del globo.

Ai 13 anni, Gesù crea delle piccole dighe in un torrente, ma il figlio dello scriba Anna gli rovina il gioco e così lui lo secca “come un albero”. I genitori del ragazzo, addolorati, rimproverano Giuseppe (capitolo 3). Qualche giorno dopo, un bambino urta Gesù correndo. Irritato Gesù gli dice: “Non proseguirai per la tua strada” e il bambino muore. I genitori del ragazzo, piuttosto incazzati, rimproverano Giuseppe (capitolo 4). Gesù, allora, fa diventare ciechi gli accusatori (capitolo 5) e Giuseppe, esasperato, decide di fondare le FARC per combattere lo strapotere del figlio. Poi rinuncia perché Gesù, per metterlo in guardia, gli fa crescere un melanoma maligno sulle orecchie. Giuseppe, disperato, ripiega per una punizione un po’ meno severa e lo costringe ad una settimana in casa, senza miracoli.

Dopo qualche tempo, un maestro chiede a Giuseppe di affidargli Gesù. A Giuseppe non sembra vero e, così, Gesù va dal maestro. Il figlio di Dio si mostra più sapiente del maestro e, in più, rimorchia un casino alle feste. Il maestro rosica e lo colpisce in testa, ma cade subito a terra morto (capitolo 14). Giuseppe è costretto a seppellirne il cadavere in una vecchia discarica per non avere problemi con la polizia locale.

Giuseppe inizia a dare i primi cenni di esaurimento e lo affida ad un altro maestro che gentilmente rifiuta perché non vuole essere trasformato in un cassonetto per l’umido (capitolo 15). Gesù viene a conoscenza di questa cosa, ma prima di potergli far esplodere la testa come ai cattivi di Ken Shiro, Giuseppe riesce a farlo fuggire dal paese, chiuso dentro il vano porta oggetti di una Ferrari F-40.

Giuseppe, esasperato e pronto a convertirsi all’islam, prova a giocarsi la carta PlayStation e ne promette una al figlio se farà il bravo, almeno fino ai 21 anni. Gesù, allora, accetta di andare a fare legna con il fratello Giacomo. Nel bosco, un serpente morde Giacomo. Gesù soffia sulla ferita, la vipera scoppia e Giacomo guarisce, ma diventa dislessico (capitolo 16).

Gesù: “Scusa Già, ma questa cosa ancora non mi viene bene”.
Giacomo: “Non fa niente Sugè!”.

Tra le altre avventure di Gesù riportate da Tommaso c’è anche la resurrezione di un bambino morto (capitolo 17); la creazione di un pesce con la creta al quale poi darà vita (capitolo 1) e la ricongiunzione del piede a un uomo che se lo era amputato per sbaglio (capitolo 10).

Finita l’adolescenza, Gesù esprimerà il desiderio di diventare una pop star e, accantonata la parte malvagia che ne aveva caratterizzato i primi anni dello sviluppo, fonderà il cristianesimo. A partire da quel momento inizierà a compiere soltanto miracoli degni di essere tramandati ai posteri.