Dicevamo. Gli italiani. Essendo che io nasco Sociologo della Comunicazione (trù stòri – NdA) e che quindi di studi e caratteri sociali me ne intendo a strafottere (che è proprio la terminologia tecnica sociologica), ho deciso – anche al fine di dare dignità scientifica e saggistica a questo scritto – di utilizzare dei fantastici nomignoli / maschere popolari / robe inventate al volo che mi sono venuti in mente dopo aver sbattuto la testa in un pensile, mentre mi rialzavo perché mi erano cadute le cartine lunghe. Certo. Dunque:

GLI EROI.

Amélie: si innamora del negozio. Comprerebbe tutto. Si offre di lavorarci gratis. Fa gli occhi a cuoricino quando vede che fai pure lo scontrino fiscale. Non tratta. Arrivi a regalarle della roba.

L’Elfa di Babbo Natale: è la migliore cliente del mondo, le piace un sacco di roba ed è pratica. Arriva con la lista dei regali di Natale, dopo due o tre sopralluoghi in cui ha studiato tutto dicendo “… magari torno e compro una cosina”. Non tratta, ti guarda fisso in faccia. Le fai lo sconto.

I CATTIVONI.

Mago Nero: è o è stato un imprenditore ma non scontrina (o fattura tutto -30%) , o millanta una qualche appartenenza alle forze dell’ordine (magari un prozio ha fatto il pompiere, tanto gli basta per). È scettico sul fatto che qui si facciano tutti gli scontrini fiscali, che non vuole, pur di avere uno sconto che, regolarmente, non ottiene.

Fata Algebrina: calcola il -21% del presunto mancato scontrino, ti dà i soldi -10%, così secondo lei, si guadagna entrambi e quasi intima di non farle la fattura. Ci rimane malissimo quando la rincorri con lo scontrino. Io non lo so come andava in matematica, ma la velocità con cui riesce a fare x = prezzo-21% / 2 + 10% è da CERN di Ginevra.

VARIA UMANITÀ.

Prestidigitatrici: non ci possono credere, che rimani aperto pur facendo tutti gli scontrini. La frase tipica, portato con buone intenzioni (il che le differenzia dal Mago Nero) è “Lo metto in borsa, non farmi lo scontrino.” Quando glielo fai lo stesso, rischi pure di passare per scortese.

Marcatura a Uomo: non lo so perché, ma sono sempre qui. Vorrebbero che io fossi minorenne al fine di adottarmi, dimostrando quindi di non avere la minima idea di quanto io possa mangiare e/o sporcare. Contemporaneamente, spesso. Passano anche solo per salutare o chiedere come va la vita.

FENOMENI ULTRANORMALI.

Effetto Pandora: c’è gente che, sarà il non verbale che mi frega, mi racconta la sua vita. Tutta. Stanno qui ore a disquisire della malattia di zia o a illustrare i progressi del pargolo. Sono pure piacevoli, a meno che la cosa non vada a miscelarsi con “Marcatura a Uomo”, caso in cui, a ristabilire la quiete necessaria al lavoro, non è sufficiente una denuncia per stalking, un intervento dei Caschi Blu dell’ONU o anche che io finga un ictus con conseguente emiparesi.

QUESTA VE LA DEVO DIRE.

Non sapevo come concludere questo trattato sociologico (che, mi rendo conto, costituirà un “prima” e un “dopo” nel campo delle scienze sociali, soprattutto tra gli studiosi di McLuhan e della Teoria dei Sistemi), poi sono entrate queste tre ragazzine straniere. Una di loro ha scorreggiato silenziosamente e tutte e tre – la scorreggiona e le due che pensano sia stato io – ora mi guardano male. Per quanto giovane, penso che la scorreggiona abbia già letto Tocqueville e le sue tesi sull’Associazionismo.