– “Buongiorno a tutti!”
Matteo Renzi, detto il Bomba, ha appena terminato di scrivere col gessetto il suo nome su una prima riga, “#unaltravolta” su una seconda.
Si volta e guarda sorridendo le stanche facce della compagnia di alpini, ancora una volta stupite, sconvolte, incredule. Qualcuno accenna una battuta sarcastica, qualcuno scuote la testa, qualcuno si morde le labbra; tutti temono cosa sta per arrivare.
– “Madonna ragazzi, adoro il Don in pieno inverno! È come ce lo siamo sempre sognato! Guardate che ficata!”.
Il Bomba prende dei gessetti colorati e traccia con gesti vigorosi un po’ di schizzi variopinti: “Lassù i razzi di segnalazione!” e poi, in basso, colora una fasciona bianca: “E qui giù, tutto bianco! Bianco, con le luci colorate! Grande un centinaio di chilometri… dalla quale non si possa uscire…”.
Una breve ricognizione di sorrisi amari e spalle cadenti, poi ancora: “Lo so, siete assiderati, affamati, vestiti di merda, armati peggio. Siete senza speranza, sentite che il giorno della disfatta che sta per arrivare, che il ritorno a casa sarà lunghissimo, logorante, indimenticabile. E sull’altra sponda, ragazzi, più in alto di noi, c’è il nostro nemico, l’esercito più grande del mondo, lo so. Ma le dimensioni non contano, ragazzi, conta solo il pensiero della vittoria, il sogno, la certezza di farcela, capite? E poi, ragazzi, ci sono ottime notizie per noi”.
Il Bomba stringe il pugno con forza: “Questa sarà la volta buona! Dal comando abbiamo saputo che domani poco dopo l’alba attaccheranno, il loro attacco definitivo, in massa, probabilmente dopo un bel paio d’ore di artiglieria pesante, un paio d’ore di Katiuscia!”.
Tutti tremano e abbassano la testa. Il Bomba, imperterrito, continua entusiasta: “Ma no, ragazzi, capite? Ora che sappiamo dell’attacco, ci muoveremo prima di loro! Un’ora prima. Il tempo giusto, ragazzi! Questa volta li coglieremo di sorpresa! Lasceremo il Don migliore di come l’abbiamo trovato! Un piano perfetto!”.
Il discorso del Bomba finisce qui. Lui guarda gli astanti come se avesse la vittoria in tasca. Lui, loro no.
– “Signor capitano” – si fa avanti un sergente – “non è molto chiaro. Come faremo a sapere quand’è l’ora giusta? Ricorda? Abbiamo gli orologi andati, il freddo ci ha fottuto le pile. E poi di mattina presto, con la tormenta, il cielo coperto: niente ombre. E poi: i dettagli? Le manovre?”.
Il Bomba, trasalisce: “Sergente! I dettagli?! È il principio che conta. E non sarà il brutto tempo a fermarci! Non si va mica a Forte dei Marmi!”.
– “Signor capitano…”, si fa avanti un altro alpino, col cappello tra le mani e un paio di polpastrelli mancanti. Timidamente, ma con fermezza, lo guarda negli occhi: “Ma questa volta lei, viene con noi?”.