Cara Angela,

qualche giorno fa è uscita sui giornali la foto che ti allego. L’avrai vista e mi spiace, deve averti fatto male rivivere quei momenti. Sento di doverti qualche spiegazione, tenendo conto di come sono andate le cose. Matteo, il Bomba, sai com’è fatto. Mentre mi stavi spiegando per l’ennesima volta le conseguenze di un fallimento dei negoziati, che noi greci in passato abbiamo sbagliato molto e che, insomma, lo sappiamo, a prescindere dal mio mandato, qui c’è in gioco in extremis la nostra credibilità, be’ insomma Matteo era lì vicino a noi e tu, presissima poi nel tuo solito rigore didattico, non le vedevi mica le faccette buffe che mi faceva. Non le fa mai quando ci sei tu o meglio, fa in modo che tu non lo veda. Ne ha fatte tante mentre mi parlavi, erano buffissime, davvero. Io ti guardavo, ti ascoltavo con attenzione, giuro, ma con la coda dell’occhio lo vedevo, e un po’ facevo fatica a trattenermi, a stare attento. Poco prima della foto mi stavi parlando, mi pare, dell’aumento della tassazione nei ristoranti, e lui ha iniziato a sbracciarsi. Io gliel’ho fatto pure un gesto con la mano per dirgli di smetterla, ma dopo un po’ che insisteva ho volto lo sguardo verso di lui per un attimo. E ho sbagliato, Angela. Lui prima ha allargato le braccia suggerendo un grande cerchio con le mani, e poi mi ha fatto, senza voce, solo col labiale, allargando le vocali: “CHRIIISTIIINE LAAAGAAARDE”. Angela, lì, te lo giuro, ho strabuzzato gli occhi implorandolo di smetterla, ma lui aveva la preda ormai in pugno, così con gli occhi sgranati e facendo di no con la testa mi ha sibilato: “Non guardare le mani, guarda le braccia!”. Io Angela, lo sai, ti giuro, ma non ce l’ho fatta più. Sbottando a ridere ti ho pure schizzato un po’ di saliva, mi spiace, che schifo, e sono crollato, così, come nella foto. Hai voglia poi tu a riprenderlo. Angela, io non so come andranno le cose in futuro ma ti prego, davvero, scusami, quantomeno per il pessimo senso dell’umorismo.

A presto,

Alexis