Destandosi un mattino da sogni inquieti, il Merda si ritrovò mutato in una twitstar da 100.000 e passa follower.
Era seduto al computer, rigido come sempre, e guardava quel numero così grande comparire proprio sotto al suo profilo. A dispetto di ogni logica, pur non capendo da dove fossero arrivati, così, tutti insieme, il Merda non poté fare a meno di compiacersene. Così, scrisse la prima cosa che gli passò per la testa:
“A volte, C sei.
A volte, C fai.
A volte, C tua!”
e in breve totalizzò 146RT e 151 stelline.
Forse più per narcisismo, non di certo per gioco, decise di ripetere subito quella specie di esperimento e scrisse la seconda cosa che gli passò per la testa:
“Se la soluzione è dietro l’angolo io credo di essere in una rotatoria”.
Con questo tweet sbancò, facendo più di 2000RT e altrettante stelline. Cazzo! – pensò ad alta voce – funziona.
Era realmente diventato una twitstar.
Così, il Merda si rese conto che poteva scriver qualsiasi cagata gli passasse per la testa, come d’altronde faceva anche prima, ma ottenendo adesso il riconoscimento che gli spettava: condivisioni, commenti, stelline, messaggi, nuovi follower e DM. Notifiche. Bip su bip a illuminare il suo smartphone come le bombe in Medio Oriente.
Metafora a cui stava lavorando dal giorno prima.
Si era intestardito sul fatto che potesse essere un buon tweet: “Sono stressato come un mediorientale sotto le bombe”. Come un emigrante sotto le ruspe. Come Salvini sotto la Boldrini. Poi il correttore cambiò mediorientale in meridionale, Salvini in Hitler e Boldrini in baldracca e tutti pensarono che fosse un tweet di Kotiomkin.
Ma se hai più di 100.000 follower, potresti essere anche solo parzialmente evoluto, come Selvaggia Lucarelli, eppure qualcuno ti darà retta comunque.
E sarai felice. E ascoltato. E condiviso. E desiderato, come un comodino della nuova collezione Ikea.
E allora bentornato Strömbärg Merda. Non ci eri mancato per un cazzo, ma ora ci hai già riempito il vuoto che tu stesso avevi creato. Grazie.