Il Merda si è svegliato bene. Fuori c’è il sole, il cielo è azzurro e dalle finestre aperte entra quell’arietta caldina e piacevole, tipica di fine maggio. Non ha fatto brutti sogni, nessuno è venuto a rapirlo per torturarlo senza motivo e non ha neanche bestemmiato scendendo dal letto.

Seduto così, in cucina, mentre zucchera il caffè, apre il computer, legge le prime notizie e fa un giro veloce dei suoi account social, scoprendo subito di aver perso 5 follower sul Twitter. MEH!

Il Merda fa il vago, come tutti i maschi quando ricevono un colpo tremendo e inaspettato (“Non ti amo più!”) e la cosa sembra anche riuscirgli. Si autoconvince di essere immune a quel genere di cose, di non essere mai stato lì a contare i follower (“Non mi meritava!”), anzi, inizia a vederci un lato positivo e vagamente snob, in quell’abbandono inaspettato (“Ora potrò scoparmi la sua migliore amica!”). In realtà, entro poche ore, la depressione lo trasformerà in un morto di figa. Si comporterà come tale e, twittando, in un attimo, finirà nel girone infernale degli “uomini inscopabili”.

Gli “uomini inscopabili”, in un social network, sono percepiti come testimoni di Geova, untori durante il periodo della peste, quando è appena iniziata la finale di Champions League, attaccati al tuo citofono.

Così, nonostante il cielo soleggiato, il caldo e gli ormoni di maggio sospesi nell’aria, l’umore del Merda ha un crollo verticale. Un altro caso di “weboropatia”: disturbi psichici e fisici determinati da variazioni del Web.

La prima reazione è d’affanno, come a voler recuperare il terreno perso, i 5 follower e, con essi, il buonumore. Ogni condottiero, si sa, ha bisogno di follower per vincere la guerra quotidiana della rete e, allora, sotto a scrivere stronzate, una dietro l’altra, puntando sulla quantità. Il primo effetto è che dopo un’ora, il Merda ha perso altri due follower.

Fuori imperversano i 26°C, sole e figa a pacchi, manco fosse esploso il Billionaire, ma il Merda continua la sua discesa verso il pozzo nero della depressione più acuta. Prova allora la seconda mossa, il retweet del personaggio famoso, l’hashtag del momento per richiamare a sé nuovi follower, ma i risultati sono peggiori di prima. Gli altri utenti avvertono quel suo umore grigio e tetro, evitandolo come si evita un esattore di Equitalia. Il Merda è percepito come un personaggio triste e trapassato e, nonostante nel suo salone ci sia Gwyneth Paltrow che si sta facendo un ditalino tenendo in mano i suoi boxer, e sul suo divano c’è Rocco Siffredi nell’atto d’incularsi Joffry Baratheon con una scopa di saggina in puro legno teak, unico esemplare sulla terra, il suo umore non migliora di un niente, anzi, peggiora e peggiora.

Il Merda vuole invertire questa tendenza, ma il panico ha ormai preso il sopravvento e così compie la terza mossa, quella della disperazione, come richiamare la ex dopo un anno, quando si sta per sposare: scrivere un tweet serio di come fa schifo il mondo. Pessima idea, Merda. La gente già lo sa che il Mondo fa schifo, non servi tu a ricordarglielo.

Il pessimismo in rete è accettato solo per finta, Merda, e tu dovresti averlo capito da un pezzo. Ma la tua mente è annebbiata. Sembri la Lombardi che da arredatrice d’interni si è ritrovata capogruppo alla Camera ed è andata nel panico per aver perso gli scontrini del supermercato.

Il punto, Merda, è che la società è sì una fogna a cielo aperto, ma lo puoi dire quando la macchinetta del caffè ti ha appena inculato 2 euro. Puoi parlare di una vita ingiusta, inutile, di una società corrotta nelle sue fondamenta perché hai appena perso l’autobus o anche perché ti hanno bucato le ruote della bicicletta, ma non venirci a dire che sei disoccupato, divorziato con i figli a carico e non puoi permetterti neanche l’XPERIA Sony, lo smartphone più sfigato della terra. Gli altri, a quel punto, ti schiferanno. Devi morire, ma con ottimismo. Fare il serio con le stronzate e stronzeggiare con le cose serie.

A fine giornata il Merda ha perso 16 follower. Una Caporetto. Disperato, non gli resta che il gesto estremo: il plagio di qualche frase. Una soluzione che sempre funziona, Merda. Perché il plagio, prima o poi te lo perdoneranno. La sfiga mai.