Domenica, 21 dicembre 2014
Qui, in questa casetta a Greenpoint, fuori dalla finestra si staglia lo skyline di Manhattan, più o meno Midtown. Il cielo è enorme perché nulla, neanche i grattacieli, riesce a interromperlo. Si intuisce la linea dell’East River che separa Brooklyn da Manhattan, e le nuvole lassù sono lunghe e affusolate. Sotto la finestra, c’è un cortile dove giocano otto gattini grigi. C’è anche un enorme cane giallo, accucciato sulle travi di legno, che si gode gli ultimi scampoli di sole. Fa già freddo, ma tutti continuano a dirmi «It’s just starting»: arriverà il gelo, con le sferzate polari del vento del nord, e la neve che si imporrà su ogni cosa. Arriverà, a breve. Intanto c’è ancora una idea di tepore, mentre NY si sta addobbando per il Natale.
Piano, verso le 16, la luce inizia a digradare. E allora accade: le finestre si animano, diventano lucciole, brillii nello scuro che avanza.
Le scintille delle mille luci di New York.
(foto fatte dal mio iphone con la finistra chiusa perché anche se tutti mi dicono che questo è ancora nulla, si sta già aggigghiàndo dal freddo)
NOTA: aggigghiàre dal freddo: provare così freddo da richiudersi su di sé, come fa il giglio.