L’estate è arrivata in anticipo, un po’ per il bel sole e un po’ per la mancanza della maestra supplente. Il preside della fatiscente Gianni Rodari di Campo di Marte, infatti, è appena andato via dalla classe dopo aver comunicato l’importante assenza: sembra che la fortunata sia scappata via nottetempo, dopo aver trovato una posizione stabile e duratura in un’organizzazione benefica che aiuta i terremotati nel mondo, e ha lasciato sotto l’occhio della bidella i ragazzi della 3°A, che ora fissano per qualche minuto lo sguardo sognante sul parchetto verde e assolato, che è proprio lì, quasi un miraggio, di là dalla strada sotto la loro aula. Ma il sogno entusiasta di correre e giocare, purtroppo, gli si smoscia subito. Quell’odore di libertà è svanito presto, infatti, soffocato dal pensiero che oggi pomeriggio gli toccherà andare alla festa di compleanno di Matteo Renzi, detto Il Bomba, quello grosso del terzo banco, uno spacconcello sopportato a malapena solo dal suo piccolo compagno di banco Robertino, detto il Moquette per il capello fitto, spesso vittima dei suoi dolorosi nocchini, ma votato capoclasse da tutti proprio dietro l’insistenza del Bomba, che sì, gli piace fare il bulletto, ma di parlare con gli insegnanti ha timore. Praticamente tutti han fatto il pensiero di andare ma di farsi portar via presto, che stare dentro casa con queste belle giornate, a casa del Bomba poi, non gli va. Poi però, i bambini son così, si son divertiti alimentati a gazzose, cole e pizzettine rosse. Certo, gli han fatto per tutto il pomeriggio, guarda te, la casa un gran casino e l’han fatto arrabbiare. E prima Gianni, quello serioso, che voleva portarsi via “Traguardi”, il nuovo gioco di Matteo, e lui a strapparglielo dalle mani e spintonarlo, urlando che quello gliel’aveva regalato nonno Silvio; e poi Rosi, quella buona e paciocchina, che gli fiondava sul soffitto le manine appiccicose delle patatine, e lui, incattivito, a riappiccicargliele sulla faccia; e dalle e dalle a tutti, insomma, pure a Pierluigi, quello un po’ solitario, con lo sguardo torvo, sopreso a giocare con i suoi Puffi, e lui a ficcarglieli in bocca e schernirlo in cantilena: “Gigi è Gargamella! Gigi è Gargamella!”. Quando il sole si stava facendo basso, la mamma, stremata, aveva detto agli altri genitori tutti che era ora di chiuderla lì e aveva imposto al figlio, la faccia sporca e lo sguardo soddisfatto di chi ha vinto la scazzottata, di darle una mano a pulire.

– “Mamma, ma questo di chi era?”, fa il Bomba, tenendo in mano un bicchiere di plastica col fondo di aranciata con “Pippo” scritto a pennarello.