Piazzatosi davanti alla TV, col computer a lato per live-twittare l’evento del secolo, il Merda aveva iniziato la serata di giovedì alla grande. Battutine riuscite, risate, birra fresca, e Berlusconi al centro del mondo mentre portava avanti il suo teatrino con Santoro e Travaglio.
Dopo quasi due ore di quell’inutile sbobba, probabilmente a causa dell’alcol mischiato a nicotina e pistacchi, il Merda aveva chiaramente percepito Berlusconi alzarsi dalla sedia, togliersi la maschera e strillare davanti a Santoro: “Io sono tuo padre”. A quelle parole, il conduttore si era Vespasianizzato, inginocchiandosi ai suoi piedi, e con voracità famelica gli aveva sbottonato la patta per fargli l’ennesimo pompino in diretta. Lo share sarebbe schizzato ai livelli di una semifinale Italia-Germania, più qualche cosa.
Il Merda, esterrefatto da cotanto servilismo, aveva preso a guardare Berlusconi con una nuova luce negli occhi. Egli rappresentava nuovamente la salvezza, il salvatore che si scopa le mignotte e si fa i lifting per salvarci dalle fiamme dell’inferno, il faro guida che lo avrebbe traghettato attraverso l’oscurità della campagna elettorale. In parole povere, il Merda stava pensando seriamente di votare Berlusconi.
Nel frattempo, il prescelto del Merda aveva iniziato a leggere la “letterina” al Dr. Travaglio che, non potendosi inginocchiare come Santoro a succhiare il cazzo del Presidente, aveva deciso di manifestare la sua sottomissione inculandosi da solo, con il suo stesso uccello.
Ora, il Merda, accecato da quella scena surreale, continuava a fumare, come avrebbe fatto dopo un amplesso con la figlia del tuo migliore amico. Si era soltanto preso la briga di alzare un po’ il volume per capire cosa stesse dicendo Travaglio, ma non si trattava di un problema audio. Il paladino delle giustizia, infatti, non appena finito di auto-incularsi, si era accasciato su un lato, balbettante e più bianco del solito. Riverso a terra, era stato colto da degli spasmi che gli avevano indebolito lo sfintere, già di suo provato, fino a farlo cedere come l’argine di un fiume in piena: sì, insomma, si era cagato sotto. Si stava cagando sotto senza potersi né controllare, né tanto meno fermare.
La merda aveva così iniziato a sgorgargli fuori dai pantaloni, attraverso scarpe e calzini, poi dalla lampo, come un flessibile di lavandino bucato, e in quantità imbarazzante, non solo per lui, ma anche per chi stava guardando quella scena raccapricciante.
In meno di 5 minuti, Travaglio si era ricoperto di diarrea, mentre Santoro piangeva e Berlusconi, in piedi sopra la cattedra, vendeva gli ultimi biglietti della lotteria. La merda era stata talmente tanta, che il Merda, come forse un po’ tutti gli altri spettatori, ebbe la sensazione chiara e netta di averne avvertito la puzza, nonché quel retrogusto amaro che lascia in bocca, dopo averne inghiottito una bella cucchiaiata.
Vedi, Merda, la democrazia è un lusso che ci siamo concessi ma senza mai essercela potuta permettere. Siamo come quei cinquantenni che hanno lasciato la moglie per una venticinquenne, ma senza aver prima controllato il conto in banca. Inutile che ora mi guardi così, sbigottito, come se avessi appena assistito alla morte di Travaglio per soffocamento da merda. La questione è seria ed è anche un po’ colpa tua. E no, non mi dire che tu non hai mai fatto nulla, perché è proprio questo il punto.
Quello che a te pare inerzia o coazione a ripetere, non è altro che l’atavico fascismo del popolo italiano. È un popolo immaturo e quindi preferisce demandare le proprie responsabilità a un capo, che diventerà capro espiatorio quando le cose andranno male. E l’educazione cattolica di certo non aiuta.
Così, per sconfiggere Berlusconi si è pensato bene di demandare il compito a un gruppetto di “supereroi” come Travaglio e Santoro. Ha funzionato perché la storia era affascinante: ce la faranno i nostri eroi a sconfiggere il “male”? Ora che abbiamo la risposta (no, non ce l’hanno mai fatta e mai ce la faranno), la storia è finita, e tu, come tutti quelli che hanno assistito a quella trasmissione, te ne sei reso conto.
Resta, nel Merda, la sensazione di aver trovato in Berlusconi una valida alternativa al berlusconismo. E se dovesse andare male, pazienza, Merda; potrai sempre consolarti con i tweet di Pinuccio, il politicamente-simpatico, la nuova categoria di quest’era post-fine Mondo, che combatte il “male” a suon di cazzate.
Promettimi solo di non comprarti gli occhialoni da deficiente, come quelli del suo avatar, o giuro che al prossimo post ti ammazzo con le mie mani, e ti faccio morire inculato da un trans della Palmiro Togliatti con lo scolo, uno di quelli depressi, che hanno scartato pure dalle liste del Movimento 5 Stelle.
Sigla.