Il Merda ha votato alle primarie del centrosinistra. Ma andiamo con ordine, perché qua si tratta di un processo complesso.

Come un gruppo di ricercatori che lavora giorno e notte ad un progetto top secret, in questi ultimi 10 anni, la società è riuscita in un’impresa senza precedenti, che ha rivoluzionato l’esistenza del genere umano: dal nulla, in gran segreto, ha creato l’intellettuale a misura del Merda. Colui che lo ha portato, per approssimazione, ad avere una coscienza civica, a leggere oltre le righe, a distinguere il bene dal male. Qualcuno da poter citare in qualsiasi momento e senza il timore di essere criticato dagli altri, o peggio ancora, esser preso per il culo. Per la prima volta, anche il Merda ha la sua guida intellettuale, quello che è sempre e comunque nel giusto, l’arma fine del mondo che quando fai il suo nome, la gente rimane in silenzio: Roberto Saviano.

L’ideatore di Gomorra agisce come un moderno Virgilio, mandato sulla Terra per permettere al Merda di attraversare la selva oscura in cui è precipitato, diventando il suo personale Google della morale. Non sai che opinione farti sulla camorra, il conflitto palestinese, o più semplicemente l’ETA? Chiedi a Saviano, colui che ha sempre ragione, e in un attimo saprai con chi schierarti.

Nonostante il Merda non avesse mai seguito dibattiti impegnati di nessun tipo, non si era mai perso un’apparizione televisiva di Saviano. Soprattutto, non aveva mai perso una collaborazione con Fabio Fazio, anche perché, dopo il monologo introduttivo, arrivava sempre la sua parte preferita: le liste. Un espediente geniale per arrivare al cervello del Merda. Una lista di cose, come per la spesa, si ricorda facile, la possono fare tutti ed è evocativa come con i dieci comandamenti. Dio-Saviano dava la sua lista di 10 cose e sotto c’era il Mosè-Merda a prendersela.

Certo, a differenza di Mosè, il Merda non sarebbe riuscito a guidare neanche una truppa di Papa-boys dalla stazione Termini fino al Vaticano, ma dal primo giorno in cui l’aveva letta, si era sentito una persona diversa, più sicura. Grazie a quella lista di 10 cose per cui valeva la pena di vivere, il Merda era riuscito a districarsi nella giungla di Internet. Come un machete, per attraversare la densa boscaglia delle discussioni intellettuali, fatte per lo più d’indignazione e retorica.

Preso così da un’inspiegabile euforia politica, a cui si sommavano l’indigestione dei commenti e il bombardamento mediatico dei candidati del PD, il Merda aveva fatto una confusione esagerata tra primarie, elezioni politiche e Saviano. Si era infatti convinto che le primarie fossero le elezioni politiche e che Saviano fosse il candidato premier. Così, domenica pomeriggio il Merda si è recato al seggio più vicino, per votare, la prima volta in vita sua, un candidato che davvero gli piace. Il sogno segreto di ogni elettore, l’utopia politica per eccellenza si stava avverando: votare per qualcuno e non contro. Anche il Merda, per questa volta, aveva il suo “Obama” e non più il solito “meno peggio”.

Dopo neanche un’ora d’attesa, passata a fotografare la coda al seggio, scrivere commenti dal seggio e ripassare a mente l’elenco di 10 cose per cui è giusto stare in un seggio, giunge il suo turno.

Il Merda dà il documento, paga i due euro e si reca nella cabina elettorale, dove viene subito colto da un dubbio. In quella scheda non c’è assolutamente il nome di Saviano. Perplesso, se la rigira tra le mani un paio di volte, ma continua a non capire. C’è quello del Papa Giovanni Bersani, il rottamatore Renzi, un certo Vendola, uno mai sentito prima e un’altra che ora non si ricorda più il nome.

Vorrebbe uscire per chiedere spiegazioni, ma non ne ha il coraggio e così, alla fine decide di aggiungerlo lui stesso a penna. Appena fuori dal seggio, felice per la sua decisione, un tizio dei sondaggi gli chiede: “Lei per chi ha votato?” Il Merda sorride e fa “Saviano”. Poi si avvia verso casa.

Per una volta, è stato un cittadino modello.