Io, francamente, ho rotto il cazzo. Non guardo la televisione e non leggo le riviste perché son sempre dietro a fare l’alternativo duro e puro, ma di quelli stracciacoglioni proprio. Poi magari mi sfondo di telefilm immondi, ma in streaming su internet, quindi vale. Oppure è un bug nel mio software di autopercezione. Son fico alternativo duro e puro da vederli in lingua originale, però coi sottotitoli in italiano, perché non son ganzo fino al punto di riuscire a seguirli in inglese. Però compenso schifando un sacco di roba nazionalpopolare.

Allora, tentando di superare i miei limiti e facilitato dal fatto che qui attorno è pieno di Rimini, di sabbia e di gente in costume (in senso estivo, non in senso carnascialesco: mica è Viareggio o la discoteca di Arcore), con l’aria di chi chiede di poter provare un vibratore a due teste, mi faccio prestare una rivista e inizio a sfogliarla.

Inizio subito a meravigliarmi e gioire di informazioni inaspettate.

Il cane di Totti ha salvato la vita a due persone. Quindi al momento, a vite salvate, col cane di Totti sto perdendo. Dove sono i concorrenti dimenticati dei primi Grande Fratello? Me li volevo dimenticare anche durante i primi Grande Fratello, direi di saltare qualche pagina ed ecco che a qualcuno appare Padre Pio nella schiuma del latte macchiato. La Posta di Federico Moccia, no: non gli leggo i libri che sono pubblici, figurarsi se gli leggo la posta. Alberoni tiene una rubrica tramite la quale sputtana irrimediabilmente chiunque si sia mai laureato o mai si laureerà in Sociologia. Uno ha sognato Padre Pio ed è subito guarito; la mattina dopo, i brufoli sul culo erano scomparsi. Hanno trovato dei Caravaggio, dovevano essere caduti dietro la lavastoviglie. Sotto il titolone “Così si vestono al mare le nostre stelle!”, si spreca inchiostro per ben 6 foto di sconosciuti quando sarebbe bastato scrivere “Il meno possibile, peli compresi.” Mi appare Padre Pio in mezzo ai cuccioli di beagle. Ho bisogno di una pausa di decompressione e, per fortuna, arriva Taormina che non riesce a pigliare un soldo dalla Franzoni. Non faccio in tempo a tirare il fiato come si deve che lo psichiatra spiega che ai figli non bisogna sempre e solo dire di sì e la pagina dopo un dottore spiega che, per combattere la disidratazione è importante bere ogni ora. Gli credo perché sono dei laureati.

Salto i quattro alberi trasformati in carta in cui impazzano gli astrologi, ma solo perché tendo a voler scoraggiare gli astri dalla propensione che a quanto pare hanno, di farsi di continuo i cazzi miei. Mi appare Padre Pio in mezzo ai consigli per preparare una stuzzicante insalatina estiva. Corona non ne vuole sapere di rincasare agli orari concordati, la sera. Sembra me a sedici anni. Tiro un sospiro di sollievo al titolone “Moda: le stelle scelgono abiti corti o in colori vivaci”, ma sotto ci sono otto foto e in nessuna delle foto c’è una costellazione, quindi mi sa che le stelle si stanno ancora facendo i cazzi miei.

Fanculo, butto il settimanale e vado a preparare la cena. In mezzo alle cozze ne trovo una che, secondo me, è uguale uguale a Padre Pio.