Lo scorso otto marzo mi chiesero di fare il baby sitter, un mio amico voleva portare la moglie al ristorante. Io portai i bimbi ai giardinetti. Lì la vidi, seduta su una panchina, intenta a leggere “Frammenti di un discorso amoroso”. Correte – dissi – portate le mimose alla mamma. “Ma non è mamma!”, obbiettò il più propenso a beccarsi un ceffone, ma anche il più sveglio, perché capì. Lei alzò lo sguardo sui due pargoli con le mimose in mano e io corsi a fermare il tragico disguido. “Mi scusi, lei le assomiglia incredibilmente. Da quando è venuta a mancare, tre anni fa, è la prima volta che lo fanno e poi… da allora non ho mai frequentato altre donne…”. Vidi i suoi occhi inumidirsi di commozione e il resto lo potete immaginare. Finimmo a casa, i bimbi a fare il bagnetto, chiusi a chiave, e noi a fare sesso selvaggio sulla lavatrice, che era in bagno pure lei. I piccoli bastardi, in seguito, raccontarono tutto, anche davanti al giudice. Ma questo è l’otto marzo più bello della mia vita. Mi diedero 12 mesi.