Se questo è il disegno di Dio, la triennale alle Belle Arti non è andata a buon fine. Per alcuni è uno scarabocchio e per altri un Pollock dal valore inestimabile. Linee contorte del colore acceso di un pride o bianco e nero – soprattutto nero – di un Angelino Alfano ai prefetti: “cancellate tutto. Il disegno è finito perché l’uniposca è mio e decido io”. La legge lo vieta, la Pascale non è d’accordo e apre, apre, apre ai matrimoni gay. Berlusconi pure. Ieri battute omofobe, oggi non più: la vita ci cambia, grazie Dudù. Possiamo parlare di osmosi inversa perché, se gli eterosessuali fuggono dal vincolo del matrimonio e i parenti dagli spremiagrumi delle liste di nozze, gli omosessuali vogliono ardentemente sposarsi. Sposarsi, sì. Quella cosa serenata, chiesa, open bar, zia ubriaca al karaoke, ci vediamo sullo stesso divano per trent’anni, ci riconosciamo i nostri diritti: ma chi ce lo fa fare? Una volta era il silenzio ad essere facile, oggi la masturbazione. Se per legge i nostri compagni non esistono, masturbiamoci tutti e non sposiamoci più.