Fino a qualche anno fa, questa era la Roma del “volemose bbene”, dove al massimo c’era qualche impiegato pelandrone e qualche scippatore.
Adesso l’opinione pubblica scopre che sotto la città eterna non ci sono solo reperti e catacombe, ma anche la malavita, quella vera, e che nella maggior parte dei casi i cittadini e le istituzioni si girano dall’altra parte.
D’altronde, chi ha provato a denunciare è finito all’ospedale, se non direttamente al camposanto.
Ora i riflettori illumineranno per un po’ questa parte del sottomondo romano, annusando vogliosi l’odore di fogna, ma senza approfondimenti. Il pubblico amerà questo sfoggio di violenza e crudeltà senza pensare a chi con i soprusi, l’arroganza, le torture, i pestaggi, la cattiveria e le gambizzazioni deve conviverci ogni giorno. Questo è “Romanzo Criminale” in 3D, poi tutto verrà eclissato dal prossimo caso eclatante.
“Hai conquistato Roma, conquisterai il paradiso”.
Questo il messaggio che i suoi cari dedicano a Vittorio Casamonica, da oggi “Boss dei Boss” dell’Urbe, spodestando Carminati e soci. Un funerale in grande stile. Arrogante, che sembra dire “i padroni siamo noi e facciamo come ci pare”.
Ci sono zingari e zingari, come ci sono immigrati ed immigrati. Fino ad oggi l’opinione pubblica si era scagliata contro i ragazzini manolesta delle metro o i campi Rom, fonte di tutti i mali del mondo, mentre gli altri “zingari “, quelli che non si toccano perché fanno paura, intrecciano rapporti con la politica ed il bel mondo romano. Non vanno in giro vestiti da zingari, non abitano in roulotte, non chiedono elemosina. Prestano a strozzo (business in piena espansione, vista la situazione economica e la tirchieria degli istituti di credito), estorcono e spacciano, come fanno tanti altri diligenti malviventi italiani.
Non stiamo parlando di Don Vito Corleone, come sembrerebbe leggendo i giornali oggi. La mala a Roma non è fatta da grandi famiglie egemoni, bensì da una miriade di agglomerati criminali che si mescolano o si sparano a seconda di come tira il vento.
Quello che fa sorridere, però, è che se non ci fosse stata la curiosità gossippara per il più grosso evento Kitsch del decennio, la questione sarebbe ridotta a 3 righe in cronaca cittadina.
Ho paura a leggere i commenti delle Fashion-Blogger, o magari l’intervista di qualche Funeral Planner che ne denunci il cattivo gusto.
Ché poi è lo stesso per “Mafia Capitale”, non è altro che la struttura della società romana fatta di spacconi arricchiti, criminali che si sentono Scarface e mezze tacche che vivacchiano succhiando dalla grande mammella dello Stato, chiudendo gli occhi o fornendo “cortesie”. Quello che non si capisce è perché un funerale possa generare un’ondata d’indignazione così forte mentre decenni di malaffare siano passati inosservati.
Fa sorridere chi se la prende con il parroco, o le istituzioni che cascano dal pero, come se non avessero mai saputo nulla. Roma è una città che, tralasciando le zone centrali e borghesi, è sempre stata ghetto. Spaccio, usura, sparatorie e racket fanno parte del tessuto sociale romano quanto il Colosseo ed il Campidoglio. E se qualcuno ancora se ne stupisce: requiescat in pace.
[artwork by aMusoDuro]