“Tutto scorre”, diceva Eraclito, che se fosse vissuto nell’Italia dei nostri giorni avrebbe aggiunto “fuori dagli argini”. Ci avrebbe pure fatto notare che chiamarli eccezionali, questi fenomeni meteo che si ripetono ormai con cadenza regolare, è un po’ ridicolo. Ridicolo come costruire in certi luoghi e in certi modi, ridicolo come dimenticare che la natura non ha bisogno di manutenzione, ma l’opera umana sì. Tutto scorre: acqua, fango, rami, detriti d’ogni tipo. Scorre e finisce nelle strade, nelle case, nei negozi. Principio della vita, l’acqua; e qualche volta anche conclusione. Tutto scorre, ed è marroncino non a caso. Passata l’ondata di piena, ciò che rimane è uno strato di fango che indurisce in fretta, difficile da scavare come la memoria di chi amministra, governa e dimentica rapidamente, perché ai piani alti si sta sempre al sicuro. Tutto scorre, tranne i soldi dei cittadini, che nel loro percorso più o meno naturale dalle tasche delle persone alle casse dello Stato, e da qui di nuovo alle tasche di tutti, in forma di opere o servizi, trovano sempre qualche ostacolo. Qualche volta è colpa dell’incuria. Spesso però si tratta di una diga, messa lì apposta, perché fare il bagno nei soldi dev’essere una bella esperienza.

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