Quando tutto questo sia cominciato, io, davvero, non lo so dire. Queste mie poche righe, forse, servono più a me, per cercare di capire, che al lettore, con il quale mi scuso in anticipo per il tedio che possa dover sopportare nel leggerle. Vi chiedo solo pazienza, non commiserazione, perché adesso, a pochi minuti dalla mia morte, potrebbe cominciare anche il vostro conto alla rovescia, anzi, forse è già cominciato. Non pensiate di esserne avulsi, ci siete dentro. Esattamente come me.

Da quando, dicevo, le nostre donne, hanno cominciato a cantare le lodi della nostra parmigiana, al posto delle dimensioni del nostro pene? Quando, nei nostri tanto ignoranti quanto virili discorsi da bar, abbiamo sostituito il “Ieri sera l’ho fatta venire tre volte” con il “Le ho preparato antipasto di mare, spaghetti allo scoglio, branzino ai ferri con cipolle caramellate e mousse cioccolato, mandarino e zenzero”, e tutti estasiati, a bocca aperta, senza che a nessuno, tanto per rimanere in tema gastronomico,  venga in mente di tirarci una pizza in faccia.

Quando, insomma, nel mio processo da homo ludens a homo faber, mi sono inconsciamente trasformato in homo culinaris?

Se è vero che da sempre, chiunque, ha un’amica che fa il Tiramisù più buono del mondo, ora tutti hanno un amico che fa la carbonara come si deve, la “vera” carbonara. “Con il guanciale o la pancetta?” chiede interrogativo il saputello di turno, pronto ad una replica a entrambe le possibili alternative. “Con il guanciale!” risponde sicuro il Bastianich di Centocelle, con la naturalezza di chi ha sempre rollato il suo tabacco nelle pagine dell’Artusi. Ma non basta, il sapere che nello stesso pianeta esistono due, o più persone che sono in grado di fare una carbonara, non mette fine alla discussione, non si parla del destino di De Rossi, dell’infortunio di Balotelli o della panchina dell’Inter, no, si insiste, si indaga, si confrontano le padelle, si paragonano i tempi di cottura delle diverse marche di spaghetti. Se dici di averlo di 24cm, la gente ti chiede se è Inox o antiaderente, perché devi stare attento con i coltelli, se no lo graffi e diventa cancerogeno. Ho sentito di persone che usano l’iPhone solo per tenere il tempo della pasta con il timer, ed hanno pure messo come suoneria la voce di Cannavacciuolo che in napoletano ti prende a maleparole se aspetti un minuto di troppo.

In Italia, Giallo Zafferano e Dissapore, hanno più visite di YouPorn e SexTube, e anche lì, nei commenti a video del tipo: “Casalinga  in cucina presa alla pecora da stallone nero”  la gente si chiede se si tratta di una cucina Berloni o una Scavolini. Molti ammettono di non riuscire a guardare il video fino alla fine, hanno paura succeda qualcosa di inenarrabile al piano cottura. Altri, che probabilmente il video non lo hanno neanche cominciato, chiedono i tempi di cottura della “pecora”, ché a loro gli arrosticini vengono sempre bruciati.

Qualche giorno fa, con un amico, parlavamo del nuovo ragazzo di un’amica comune. “Simpatico, sembra un bravo ragazzo” – “Sì, però…” – “Però cosa?” – “Mi hanno detto che cucina bene…”.

Lungo silenzio, sguardo altrove e sorso di Müller Thurgau deglutito come fosse veleno. A confronto quello di Socrate era un Long Island Iced Tea.

È stato come ricevere una coltellata; mi avessero detto che quel ragazzo era la versione abruzzese di John Holmes e che a 18 anni aveva già una sua pagina su Wikipedia solo perché, da quando si è sviluppato, il suo paesello ha 20 cm in più sopra livello del mare, ecco, mi avrebbe fatto meno male.

Siamo arrivati al punto in cui, le nostre donne, che siano amiche o fidanzate, possono andare a letto con chiunque, ma devono apprezzare solo le nostre lasagne. Il suo palato è mio, della patata può farne ciò che vuole.

Un tempo ci vantavamo della cucina di mamma, ora la rinneghiamo. Mamma non sa cosa sia una julienne o un flan, per mamma le crudité sono le verdure di chi non c’ha voglia di cucinare. E un po’ ha pure ragione. Se a mio padre, dopo una giornata al lavoro, gli facevi trovare una riduzione di mirtillo agrodolce su vellutata di polenta concia gli partivano le mani a planetaria Kenwood con trafila per la pasta in bronzo.

Era un’altra generazione, gente che ha vissuto la miseria. Mangiavano per nutrirsi, mica per apparire. Poveracci.

Ed io, ora, sento che sto per lasciarvi. Mancano pochi minuti ormai e non riesco a decidermi: ho il frigo pieno, ma non ho la padella adatta.