In uno di quei ristorantini ossimorici di oggi, dove i prezzi del menù si rifanno alla cucina di Ferran Adrià, ma il servizio è da Autogrill degli anni ’70, lì, ad un tavolo prenotato per due, siede il Merda, accompagnato da una giovanissima bionda mozzafiato: capelli lunghi, sorriso ampio, seno prosperoso e nome da shampista. Visti dal tavolo accanto sembrano una di quelle coppie che si sono conosciute su Internet, tipo Pannella-Storace, delle quali ci si chiede sempre se non sarebbe stato meglio restare a casa a masturbarsi leggendo la barra destra di Repubblica.
La giovanissima bionda, estremamente sexy nel suo vestitino di alta moda, è a quel tavolo perché ha conosciuto il Merda la sera di Capodanno e ci ha ballato tutta la notte. Nonostante i primi due tentativi andati a vuoto, finalmente era riuscita a portarselo fuori a cena. Cosa ci facesse una come lei, al ristorante con lui, se lo stavano chiedendo tutti i presenti, compresa la manovalanza sottopagata. Il punto è che lei vedeva nel Merda l’ultima spiaggia per potersi fare una famiglia in senso cattolico e tradizionale, di quelle che piacciono tanto alle mamme, ai cardinali “single” e ai gay che vogliono sposarsi a tutti i costi. E ovviamente procreare. Certo, il Merda non è il principe azzurro e ha un’intelligenza da twitstar, ma non ha una ragazza, né tanto meno figli, e soprattutto ha un lavoro fisso.
Storace: “Vedi Marco, io e te in fondo, l’abbiamo sempre pensata uguale”
Pannella: “Bafggahfhsaduhiaufhafsdgfhahdgauhs”
Storace: “Non ho capito un cazzo, ma diciamo che sì”
La bionda, una di quelle donne che si vantano di aver capito come funziona Twitter, per prima cosa aveva lasciato ordinare il vino al Merda. Era un modo per iniziarlo ad adulare, quel tanto che bastava a mantenerlo in uno stato di semi-erezione, o posizione dell’uccello innamorato. Perché se la donna innamorata si lascia trasportare dal volo delle sue farfalle nella pancia, l’uomo si accontenta del volo in tondo del suo unico uccello. In pratica, lei stava iniziando ad assumere la posizione del “cerbiatto disidratato e con zampa rotta” mentre fissava il condor Merda che svolazzava sopra la sua testa, implorando di essere mangiata.
Il Merda, dal canto suo, con una così figa non c’era mai uscito. Forse una volta alle scuole superiori, ma era una storia caduta in prescrizione da tempo. Per l’emozione era arrivato all’appuntamento con 2 ore e 45 minuti d’anticipo. Così, dopo essersi fumato due sigarette e bevuto una birra al bancone del bar, prima di sedersi a quel tavolo si era infilato nel bagno del ristorante. Lì, dopo aver assunto la posizione di Ian Anderson dei Jethro Tull, con il suo finto BlackBerry della Casio di traverso, aveva passato le restanti due ore a scambiare messaggi coi suoi amici.
Perché era arrivato così in anticipo a quell’appuntamento? Cosa lo aveva attratto di quella giovanissima bionda. Le tette? L’età? Entrambe! Una volta letto dell’invito a cena, il Merda era uscito fuori in balcone, come attratto da un raggio protonico che lo avrebbe risucchiato verticalmente per 40 milioni di anni luce. Un raggio protonico di un’astronave a forma di vulva e che gli avrebbe fatto il lavaggio del cervello, prima di rimandarlo sulla Terra.
Forse è questo l’amore: un alieno che ti rapisce il cervello e te lo sostituisce con quello di un babbuino sordo che trasmette in loop solo immagini porno.
Seduti a quel tavolo, si capiva subito che si trattava del loro primo appuntamento, perché nessuno dei due aveva ancora appoggiato il proprio cellulare accanto al piatto. La gente va a cena fuori con l’ansia di perdersi un tweet di Galatea, che ti racconta di quanto sia stanca alle 21.47 di martedì.
Il Merda, nonostante il loop porno nel cervello, dove una giovane Moana Pozzi risucchiava via un calippo a 600 metri di distanza, continuava a percepire la spiacevole sensazione di quando tutto sta andando fin troppo bene. “Dietro a quelle tette” – pensava il Merda – “si nasconde per caso un trappolone?” Perché scopare sì, innamorarsi no, mai, sarebbe il coma per la libido. A quel punto, se gli promettete dei soldi in cambio, sarà proprio Bagnasco a staccargli la spina.
Così il Merda decide di accelerare i tempi e si lancia sulla preda indifesa, ma con due giri d’anticipo, proponendole di andare a scopare, ora, nel bagno del ristorante. Lei rimane interdetta, perplessa, poi si alza e va via. Per sempre.
A quel punto il Merda apre il cellulare e, con la nonchalance del capitano Kirk, si mette in contatto con la nave spaziale “Vulva”, richiedendo il teletrasporto. Due minuti dopo è già in viaggio verso casa.
‘Notte, Merda, sarà per la prossima volta.