Per una semplice questione architettonica, quasi tutti i bagni dei locali pubblici ti spingono a vivere dei momenti di aggregazione forzata, oserei dire spirituali. Il tuo bisogno fisiologico va compartito con altri. È come con la Messa. Un unico spazio condiviso per tutti e poi ognuno per sé parla con Dio.

Così, in piedi, davanti ad uno di quegli enormi cessi a parete di metallo lucido, grandi quanto un maxischermo, durante uno di quei momenti di fratellanza spirituale in cui tutti stanno stretti uno accanto all’altro, e con la mano si grattano il culo, le palle o si scaccolano, il Merda, come suo solito, butta un’occhiata agli altri uccelli, rimanendo attratto dalle dimensioni di uno di essi. “Cazzo” – pensa – “sembra il mio!”. La familiarità di quel membro, con lo stesso vizio di pisciare contro la parete in metallo e schizzare gli altri presenti, incuriosisce il Merda fino a seguire il giovane fuori dal bagno e presentarsi. Allungatagli la mano, il Merda pronuncia il suo nome e aggiunge solo un “piacere!”. Il ragazzo lo guarda, annuisce con la testa e risponde: “Piacere mio. Il Merda”.

Ora, per una qualche strana coincidenza, dentro al bagno di quel locale si sono venuti a trovare il Merda che noi tutti conosciamo e il suo alter-ego, ma 20 anni più giovane.

Merda senior: “Sei una specie di Ritorno al Futuro?”
Merda junior: “Magari. Invece sono solamente te, ma con 20 anni di meno”
Merda sr: “Non capisco”

L’alter-ego del Merda gli spiega come stanno le cose.

Merda jr: “Il tuo passato è stato archiviato. Come da chi, Merda? Ma da te. Tutto quello che hai scritto in questi anni, le parole, i messaggi, le foto, i like, gli incontri, le conversazioni online. Tutto quanto è finito sotto la voce “archivio”. Non ci credi? Tieni, guarda questa, la riconosci? È una foto del tuo cazzo, di un anno fa, e sotto c’è anche un tuo commento che ti risparmio di leggere. Io sono quel Merda, tu invece chi cazzo sei?”
Merda sr: “Dovresti saperlo, sei o no il mio archivio!”
Merda jr: “Il tuo archivio, non il tuo presente. Vedi Merda, una volta, quando ti scordavi una cosa, difficilmente avresti potuto recuperarla. Quel poco che restava, al massimo, si mescolava con le tue fantasie, i tuoi desideri e quel ricordo, con il tempo, te lo ricreavi come più ti piaceva. Oggettivamente falso, ma pieno di verità. La vera paura, casomai, era l’oblio”
Merda sr: “Era?”
Merda jr: “Ehi, mi vedi, sono qua? Era, perché il passato ora te lo ritrovi davanti tutti i santi giorni! Quello che è stato postato resta per sempre. Non credere, a me non fa più piacere di te ritrovarmi davanti al Merda che sarò”
Merda sr: “Che c’è di male, scusa? Ci sono un sacco di bei ricordi dentro di me”
Merda jr: “I tuoi ricordi sono dentro di me, non di te, e non li puoi più cambiare come facevi prima, è questo il punto”
Merda sr: “Guarda che non sei meglio di me. Tu per esempio ti sei sposato quel cesso”
Merda jr: “E tu l’hai accettata dopo il divorzio, come amica sul Facebook”
Merda sr: “Io accetto tutte!”
Merda jr: “Sì, ho presente! Tutte quelle tipe frustrate che si mostrano in penombra e scrivono quelle frasi misteriose, piene di doppi sensi e congiuntivi random. Quelle che nonostante il cattolicesimo e la cellulite continuano a postare autoscatti del proprio culo. Tralasciando tutti quelli che misurano la loro arte con i like e le visite uniche al loro sito. Credi che non cancellerebbero volentieri molti di quei loro inutili post?”
Merda sr: “Ci sono stati anche dei bei momenti”
Merda jr: “Oh certo Merda, ci sono stati anche dei bei momenti, ma quanto pensi possa durare un uomo su Internet prima di cadere nel banale? Un uomo colto, non parlo di te, Merda. Tu parti avvantaggiato”
Merda sr: “È grave?”
Merda jr: “Se ti fa piacere rileggere banalità scritte da te stesso, be’, no”
Merda sr: “E gli altri?”
Merda jr: “Merda, gli altri se ne fottono di te. È tutto archiviato, ma chi lo legge mai? Il singolo ha lasciato il posto alla moltitudine. Le persone, oggi, si rivolgono a un pubblico, mai a uno solo. Ci si lamenta a livello macro e ci si annoia su scala planetaria e per partecipare del dolore altrui, ti basta un messaggino di quattro righe e una faccina: due punti con una parentesi. Il passato è un problema del singolo e lo devi affrontare da solo”
Merda sr: “E gli amici, allora?”
Merda jr: “Potrebbero telefonarti, ma chi lo fa più? A meno che non ti sei perso, dico, chi ti telefona più per aiutarti?”
Merda sr: “Be’, almeno ora si ricordano sempre il tuo compleanno”
Merda jr: “E sei felice?”
Merda sr: “A volte sono felice, a volte faccio finta di esserlo e altre volte non ci penso. Il resto lo sai già. È dentro il tuo archivio”.