Ore 6.28 del mattino. Il Merda si è alzato troppo presto ed ha acceso ugualmente il computer. L’effetto è da Pianeta delle Scimmie. Vaga per una Internet deserta alla ricerca di vita, e scopre che le scimmie parlano, hanno preso il controllo del Pianeta e gli uomini sono stati ridotti in schiavitù. In pratica, Internet non è stata ancora aggiornata.
Niente email per almeno un’altra ora, le notizie sono le stesse delle 00.45 di ieri e sulle dashboard dei socialcosi ci sono ancora i messaggini della buona notte.

Il Merda, disperato, sfugge alla cattura delle scimmie e vaga per questo deserto, fino a quando, dietro l’ennesima duna, scopre una mezza statua della libertà distrutta e buttata lì, in mezzo alla spiaggia. “Maledetti, ci siete riusciti ad autodistruggervi da soli!”. Il Merda cade in ginocchio e scoppia a piangere, sbattendo i pugni sul tasto F5. Tutto quello che fino a ieri notte si aggiornava in continuazione, adesso, nonostante i continui refresh, resta immobile sulla stessa notizia. Gli utenti Alpha di Twitter non hanno ancora iniziato a mandare i loro dispacci, e il primo hashtag del giorno, quello a cui tutti quanti si accoderanno, compreso il Merda, non arriverà prima delle 10.

Per il Merda, l’hashtag è come il trenino di capodanno. Non appena uno di questi trenini supera la soglia critica di partecipanti, diventando un enorme serpentone umano di stronzi sculettanti che vagano a zig-zag per tutta la discoteca, lui ci si accoda. Al Merda, ovviamente, non interessa sviluppare una vera e propria discussione, figuriamoci se gli importa che si parli di #Formigoni, #FazioSaviano, #Sanremo o #ItaliaSpagna, vuole solo attaccarsi al trenino più lungo e sculettare. Partecipare al Gioca Jouer del trending topic e twittare felice.

Ora, affinché un hashtag diventi per il Merda un successo catastrofico, è necessario che siano soddisfatti alcuni requisiti basilari:

1 – Il nucleo iniziale dev’essere formato da 3-4 utenti Alpha. Quelli cioè che hanno un’alta considerazione di se stessi (o una bassa per tutti gli altri), tanti follower, la battutina pronta e vengono retwittati per inerzia.
2 – L’argomento dell’hashtag dev’essere Mainstream, in modo che tutti quanti abbiano almeno una cosa da twittare, ma non da dire. Come il Merda.
3 – Il meccanismo deve favorire associazioni facili: politica-casta, Chiesa-pedofilia, Monti-tasse, Merkel-culona, Sara Tommasi-cazzi e via così, con la satira in stile Ikea. Leggi le istruzioni e la battuta te la monti da solo a casa.
4 – In alternativa, una bella gogna pubblica. Insultare un VIP per un paio d’ore, su Twitter, è un modo come un altro di esercitare la democrazia dal basso.
5 – Infine, l’hashtag deve garantire un sacco di nuovi follower.

Non avendo nessuna pretesa verso se stesso, né alcun tipo di pensiero critico, il Merda partecipa a quel fiume in piena di Tweet per puro divertimento. Il piacere di partecipare a un evento di massa. Un tifoso da Tribuna che paga 100 euro per guardare meglio la partita e, allo stesso tempo, insultare l’arbitro e la squadra avversaria. Un ultras sì, ma borghese, uno squadrista che ti picchia con la brugola della satira-Ikea, uno dei tanti pensatori 140×140 caratteri, il cui sogno inconscio è di diventare, un giorno, l’utente Alpha Merda.