È in giorni come oggi, in cui ricorre la Festa dell’Oligarchia, che mi compiaccio maggiormente del fatto che non siamo in un Sistema Papacratico. Perché i papi non sono mai contenti quando succede, ma ora succede: il relativismo regna. Ciò può essere inteso nel senso che è molto diffuso o che è una figata, dipende pure questo, pensa te.

Il relativismo impera; prendete per esempio le donne e i pompini. Se la donna che non fa i pompini è la tua, è una tragedia contronatura, mentre se la donna che non fa i pompini è tua madre, la cosa è del tutto logica.

Ah, la Relatività! Un papacratico può uscirsene per esempio con puttanate colossali pur parlando di pedofilia o terremoti, tipo:

Il vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti.

oppure

Voi ricca regione delle cooperative rosse, avete dato davvero quello che potevate dare ai poveri o avete pensato solo per voi? Regione della promiscuità e del comunismo, avete davvero ringraziato Dio per tutta la fertilità che vi è stata gratuitamente donata?

Tutto però è passato in secondo piano perché c’è una gran crisi e c’è stato un terremoto, e la Papacrazia continua imperterrita e contro ogni evidenza a dipingersi come paladina degli umili e degli ultimi (ah, la forza del relativismo salta fuori ogni secondo! Una tale forza nel guidare gli uomini, che neanche se si stesse parlando di tette).

Tutto relativo. Metti che vai in giro con un sacco di altri uomini imponendoti platealmente, ti infili in tutine fluo attillate, prendi vasodilatatori e ti dimeni per ore all’altezza del culo di un altri uomini, dimenandoti con un coso duro tra le chiappe. Potresti essere una checca impazzita, o anche un ciclista. O, probabilmente, entrambi.

Faticano come bestie per vincere una maglia rosa, vorrei far notare.

Il tempo e le circostanze ci cambiano le idee, le cose son relative. Io una volta stavo al bar con un amico che pendeva a destra mentre io pendevo a sinistra e, pensando a quando avremmo avuto figli, lui diceva “Mio figlio, meglio frocio che morto, meglio morto che comunista”, e io rispondevo “Mio figlio, meglio prete che morto, meglio morto che fascista”, e un anziano ci ha detto “Meglio che voi, finché siete così coglioni, figli non ne fate”. Ripensandoci dopo che i figli li abbiamo avuti, aveva ragione l’anziano, che poi comunque – secondo me e il mio amico con problemi di fascismo – probabilmente era un ex-prete gay anarchico. Magari pure ciclista.

Per inciso, com’è che i ciclisti possono sciamare intasando la strada e fare ragionate sugli integratori mentre pedalano affiancati a batterie di 3-4? Com’è che ti possono guardare male se azzardi una clacsonatina volta a prevenire che si grattugino sull’asfalto? Com’è che possono costringere la società civile ad andare a 35 km/h pur di coltivare il loro sport? Io, se decido che voglio giocare a pallone, non è che colonizzo una statale o, se voglio giocare a tennis, non è che posso costruire un fortino su una provinciale. Perché le forze dell’ordine non intervengono, perché per i ciclisti le norme stradali sono relative? Per me è una lobby, per me i poteri forti sono da cercare lì, è logico che siano i ciclisti a controllare le banche e le multinazionali. Il che spiegherebbe anche come mai nessuno gli ride in faccia mentre ostentano quelle tutine improponibili con su scritto “Pizzeria Da Carlo” o “Termoidraulica Rottazzi Sifone”.

Ma tornando al relativismo: pure oggi, parata, non parata, parata sobria; che fare? Dipende dal valore relativo che si dà alle cose. Comunque, per ridurre le opzioni e aiutare a decidere, direi di adottare un semplice metodo: quali tra le scelte possibili piacerebbe meno ad una Papacrazia? E via, pedalare.