Al tavolo da poker sono seduti Junker, Schäuble, Merkel, Tsipras, Draghi e Lagarde. In piedi, dietro di loro, c’è Cameron che tiene la cassa e Renzi con la caraffa dell’acqua.

Draghi: “Per giocare so’ 100 milioni di piatto”.

Ognuno mette 100 milioni sul piatto, tranne Tsipras che mette 21 milioni contanti, 12 milioni in buoni acquisto Carrefour, una carta ricaricabile Amazon da 6 milioni e le chiavi della moto di Varoufakis.

Draghi: “Con questi non copri i 100 milioni”.
Tsipras: “Merkel garantisce per me”.
Merkel: “Nein. A meno che Santorini, il prossimo anno, non diventi un Land tedesco”.
Tsipras: “Eh no. Allora io me ne vado”.
Lagarde: “Ok ok, garantisco io per lui. Però voglio l’impianto stereo – casse comprese – del Paradise Club di Mykonos”.
Junker: “Cherì, ma che cazzo ci devi fare?”.
Lagarde: “Mi ricorda la mia gioventù. È stata pure la mia ultima pomiciata. Da allora è passato così tanto tempo che credo mi si sia chiusa pure la topa”.
Merkel: “Per favore”.
Draghi: “Ok, allora ci siamo tutti. Schäuble fa le carte”.

Schäuble mischia le carte e inizia a distribuirle. Tsipras si alza subito in piedi: “Eh ma che cazzo, a casa mia si fa alzare”. Schäuble riprende le carte indietro e passa il mazzo a Junker, che lo alza e guarda la carta sotto.

Tsipras: “Ma mi prendete per il culo?”.
Merkel: “Di questo passo, però, non la finiamo più sta mano. Dai Tsipras, siediti. Lagarde ti copre i 100 milioni senza garanzie. Su, non rompere i coglioni ora. E tu, Schäuby, dai ste carte. Me pari tedesco!”.

Risate di tutti.

La Merkel poi prende in mano le sue carte e se le spizza. Due donne rosse, un asso di picche, un jack di cuori e un nove, sempre di cuori. Alza lo sguardo appena e fa “parola”. Tsipras guarda le sue carte: un otto di cuori, un nove di quadri, un asso di picche, un jack e un quattro di spade: “Ma che cazzo?!”.

Merkel (ridacchiando): “Passi?”
Tsipras (confuso): “Parola pure io”.

Draghi guarda le sue: tre kappa, un nove e una donna: “Apro di 400 milioni”.

Lagarde guarda le sue prime 3 carte – due assi e un jack – e copre subito i 400 milioni.

Junker si accende una sigaretta e poi butta le carte: “Col cazzo, a sto giro passo”. Schäuble, senza guardare le carte, copre i 400 milioni e rilancia di altri 100. La Merkel segue a ruota, Draghi e Lagarde pure. Tocca a Tsipras: “Ok”. E mette sul tavolo le chiavi della sua macchina, l’incasso del PIL greco di agosto e 5 vinili originali di Maria Callas, valore stimato di 48.000 euro l’uno.

Draghi sta per dire qualcosa, ma la Lagarde gli da una strizzatina sulle palle e si prosegue.

Schäuble: “Carte?”.
Merkel: “2″.
Tsipras: “4″.

Risate di tutti.

Draghi: “2″.
Lagarde: “Servita”.
Schäuble: “Io ne prendo 3”.

La Merkel si spizza le nuove carte e si ritrova con un tris di donne. Draghi resta con il tris di apertura. La Lagarde ha un full servito di jack agli assi. Schäuble una scala bucata. Tsipras inizia con le sue: si è tenuto l’asso ed ha pescato due otto, il cinque di bastoni e un cartoncino della Modiano con su scritte le regole del burraco.

Tsipras: “Ehi, ma questa non è una carta, la partita va a monte”.

La Merkel gli sfila via il cinque di bastoni e la butta: “Dai non stare a fare il difficile. Te ne prendi un’altra dal mazzo e pace”.

Tsipras (agitando in aria il cartoncino della Modiano): “Ma un cazzo. Io mi riferivo a quest’altra carta”.
Draghi: “E quello famo che è il jolly. Che te frega, gioca”.
Tsipras: “Ma col cazzo. Sta partita è truccata”.

Risate di tutti.

Draghi: “Dai, te do un jolly e una carta dal mazzo da scegliere, così va bene?”

Tsipras ci pensa un attimo su e poi accetta. Prende il mazzo e si capa un altro asso per fare doppia coppia, convinto che valga più di un tris. Poi gli viene il dubbio e fa “ma l’ordine è coppia, tris, doppia coppia o vicerversa?”. Risate di tutti, con la Lagarde che quasi si strozza con il martini.

Junker: “Coppia, doppia coppia, tris. Manco le basi del poker e questo vuole fare la rivoluzione”.
Tsipras: “Ah ok, allora vorrei cambiare di nuovo carta che mi sono confuso”.
Merkel: “Eh no, mica stiamo a giocare a rubamazzo”.

Risate di tutti.

Tsipras: “Eh ma Draghi m’ha detto che potevo scegliermi la carta che volevo”.
Draghi: “Sì, la prima volta. Mica pure la seconda”
Tsipras: “Non lo hai mica specificato”.
Schäuble: “Oh, insomma, le regole valgono per tutti, greco di merda”.
Tsipras: “Meglio greco di merda che nazista frocio”.

Schäuble sta per saltargli al collo quando Junker lo blocca sulla sedia: “Insomma, un po’ di calma. È solo una partita tra amici”.

Risate di tutti e stavolta è Draghi che quasi si strozza con il martini della Lagarde.

Alla fine acconsentono a Tsipras di cambiare di nuovo la sua carta a patto che si scusi con Schäuble. Tsipras rifiuta e decide di tenersi la sua doppia coppia e sentirsi libero di dare del nazista frocio represso a Schäuble. Anzi, per il resto della partita decide di restare con il braccio destro teso a mo’ di saluto nazista, canticchiando tra i denti Lilì Marlen.

Schäuble: “Questo comportamento è inaccettabile, io me ne vado”.
Merkel: “Oh insomma Wolfgang. Lo sanno tutti che ti piace far sparire le pannocchie di mais con il culo. Siediti e facci giocare”.

Risate di tutti e stavolta è Tsipras che quasi si strozza con il martini della Lagarde prima e Draghi poi.

A quel punto tutti fanno le puntate.

Merkel: “800 mln di euro”.

Tsipras fa “cip”. Draghi vede e rilancia di altri 300 mln. Lagarde mette sul piatto 3 miliardi d’euro. Schäuble la guarda fissa negli occhi e poi fa “vedo” ma si lascia sfuggire un ictus che gli paralizza metà della faccia e tutti capiscono che sta bluffando. Tsipras, a quel punto, butta le carte.

La Merkel lo invita a raccoglierle di nuovo per giocare: “Dai che fai, sei arrivato fino a sto punto e ora te ne vai?”.

Tsipras: “Ma sei matta? Tre miliardi di euro co ‘na doppia coppia e il quattro a spade? Ma manco se me li copri tu, gratis”.
Draghi (trattenendo le risate): “Coraggio Tsipras, te ne presto io la metà. In amicizia”.

Risate di tutti.

Draghi (tossendo per non ridere): “No, sul serio. Dai, facciamo che ti puoi scegliere ancora una carta a piacere e sodomizzare Schäuble, eh? È una buona offerta”.
Tsipras: “Ma col cazzo!”
Lagarde (ridacchiando pure lei): “Due carte dal mazzo e Schäuble due week-end al mese, così te lo puoi sodomizzare con comodo pure a casa tua, lì nel Peloponneso”. Ma Tsipras non cede.
Tsipras: “None. Voi mi volete inculare e io non ci vengo a vedere le tue carte”.
Merkel: “Eh, ma ci devi sempre ridare i soldi dell’apertura che andranno persi lo stesso. Se invece ci provi, che ne sai?”
Lagarde: “Eh sì. E io li rivoglio subito”.
Tsipras: “Ma avevi detto che mi coprivi”.
Lagarde: “Te chi coprivo. Mica che facevo beneficenza. Ti pare che l’FMI faccia la carità?”.
Tsipras: “Beh, meglio pagare 400 milioni che 3 miliardi”.
Lagarde: “Facciamo 1,2 miliardi. Ci sono gli interessi”.
Tsipras: “E che si son triplicati in mezz’ora”.
Draghi: “Vedi Tsipras, qua le regole le dettiamo noi e tu ora hai solo una scelta. Giocare. Giocare per perdere – e rivolgendosi a Renzi – giusto Matteo?”.
Renzi: “Giusto”.
Draghi: “Bravo. Ora vai in cucina a prendermi dell’altro Martini ché ho la bocca secca come la topa della Lagarde”.

Risate di tutti.

Tsipras ci pensa un attimo e accetta: “Ok, vengo a vedere” e mette sul piatto la Grecia, tutti i dischi in vinile di Jimmy Fontana, il cartellino di Torosidis e la catenina d’oro della nonna. Poi con voce ferma fa: “Vedo”.

Risate di tutti.

Schäuble butta giù la scala bucata. Merkel cala il suo tris. Draghi pure cala il suo tris, ma la Lagarde tira una ad una le carte sul tavolo e mostra il suo full servito. Poi mette le mani sul piatto per prendere tutti i soldi, quando Tsipras cala una scala reale di cuori più il sette a denari.

Silenzio di tutti.

Tsipras: “9, 10, jack, donna, re di fiori e settebello. Cameron, segna due punti per me e poi baciami lo scroto. E tu Schäuble, tirati giù i pantaloni e mettiti a 90”.
Draghi: “Hai barato!”.
Tsipras: “Stai scherzando, vero?”.
Draghi: “Le carte erano truccate, quindi tu hai barato”.
Tsipras: “Ah quindi era una partita truccata?”.
Merkel: Ma non vedi che c’hai un settebello, a poker? Ma sei sicuro di non essere Civati?”.
Junker: “Sta di fatto che ora devi pagare 3 miliardi all’FMI”.
Lagarde: “Per me è pacifico”.
Tsipras: “Per me è pacifico un cazzo. Avete truccato la partita e accusate me di barare. Io pago col cazzo. Intanto mi porto via Schäuble e poi vediamo come andrà a finire”.

A quel punto torna Renzi con il martini: “Eh, l’avete spennato al pollo?”. Draghi gli da uno schiaffo dietro la testa e lo rimanda in cucina. Poi si rivolge alla Merkel: “Io lo sapevo che non ci cascava. Non sono mica come gli italiani, quando con la scusa dei processi di Berlusconi gli si è imposto Monti che gli ha fatto il culo a strisce”.

Merkel (iniziando a sobbalzare sulla sedia per le risate): “Oddio che risate. La scena della riforma delle pensioni, con la Fornero che piange sapendo bene che era incostituzionale”.
Lagarde: “ahahahahahah”.
Draghi: “E il tutto senza copertura finanziaria”.
Junker: “LOL”.
Draghi (asciugandosi le lacrime): “Bon, ora bisogna trovare una nuova soluzione ahahahaha”.
Lagarde (schiarendosi la voce): “Ahahah. ehm. Lo uccidiamo!”.
Merkel: “Troppo evidente. Un colpo di Stato?”.
Junker: “In un Paese membro dell’UE?”.
Merkel: “Ex membro dell’UE”.

Risate di tutti.

Draghi: “Allora ci aggiorniamo a domani. Buona serata”.

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