L’Universo ha circa 14 miliardi di anni, minuto più minuto meno. Ovviamente parliamo dell’Universo osservabile, perché di ciò che non si può vedere bisogna tacere, un po’ come per gl’ingredienti del McDonald’s. Il sistema solare, con la sua stella, il Sole, e i suoi 8 pianeti (erano 9, ma Plutone è stato declassato a “pianeta nano” per le sue pessime prospettive di crescita), compresa la Terra, ha qualcosa in meno di 5 miliardi di anni. Le prime forme di vita, forme molto semplici come i cianobatteri o i contadini dell’Arkansas, comparvero sul nostro pianeta intorno a 4 miliardi di anni fa. Minuto più minuto meno. Da quel momento iniziò un cammino evolutivo lento e costante, scandito dal Bolero di Ravel (almeno secondo Bruno Bozzetto), verso una sempre maggiore complessità biologica, per arrivare, circa 20 milioni di anni fa, alle scimmie antropomorfe: gibboni, gorilla, scimpanzé, Adriano Pappalardo, tra gli altri. Da queste, infine, dopo qualche altro passaggio e le scuole serali, discese l’homo sapiens, l’uomo propriamente detto, che fece la sua comparsa circa 200mila anni fa. Minuto più minuto meno.
Tutto ciò secondo la scienza, almeno per quel che riguarda la cronologia degli eventi.
Se invece si dà retta ai creazionisti, che con la scienza hanno un pessimo rapporto, forse perché a scuola si sono imbattuti in una professoressa di biologia che interrogava a sorpresa il lunedì alla prima ora, l’Universo, la Terra e tutto quello che contiene, rocce piante e animali, è comparso più o meno da un momento all’altro, 5 o 6mila anni fa. Che uno nemmeno se lo aspetta: è lì che contempla il nulla, bello rilassato, e d’un tratto – BAM! – si ritrova il tutto. Non si riesce a star tranquilli nemmeno dieci minuti.
Ad aver creato all’improvviso tutto questo Universo, secondo i creazionisti, è stato Dio. Anche dire “all’improvviso” ha i suoi problemi, perché il tempo è nato con l’Universo stesso… ah, no, questa è scienza, chiedo scusa. Insomma, il punto è che invece di far evolvere il mondo con la giusta calma, Dio ha preso e ha fatto le cose di corsa, saltando milioni e anzi miliardi di passaggi, per arrivare subito al risultato finale. E a quella velocità un minuto in più o un minuto in meno contano parecchio. Questa incredibile fretta, non c’è che dire, è sospetta, e fa sorgere delle domande che tutti i creazionisti dovrebbero porsi con la stessa protervia con cui mettono in discussione l’evoluzionismo: che aveva da fare Dio di tanto urgente, dopo la creazione? Siamo proprio sicuri che, rapido com’è stato, abbia fatto tutto a dovere? Non avrà mica sbagliato qualcosa? La Groenlandia, ad esempio, non vi pare fatta alla bell’e meglio? Com’è riuscito, in così poco tempo, a far sembrare tutte le cose così antiche? Ha usato materiali già vecchi? Abitiamo forse in un Universo di seconda mano?
In mezzo a tanti dubbi, di una cosa si può esser certi: se l’evoluzione funziona, fra qualche milione di anni, minuto più minuto meno, non ci sarà più alcun creazionista.