Questa sensazione io la conosco. L’avevo dimenticata, ma la conosco. Questo rigirarsi nel letto alle 8 del mattino, questo non riuscire a dormire, la lingua che accarezza i denti che sanno di amaro… questa voce nella testa che ti sussurra di rilassarti, che ti intima di rilassarti. Urla che ti devi rilassare, domani finisce, dormirai prima o poi, e domani finisce tutto.

Poche ore prima

Io e il mio amico Michele, detto Mike Dyson, perché tira di naso tutto quello che in polvere trova davanti, usciamo dal Pink Elephant. Abbiamo parcheggiato davanti.

“Che schifo gli uomini che si baciano”.
“Me lo hai chiesto tu di venire qui, dici che ti diverte provocarli, io non so che gusto ci provi…”
“Mah, io non riuscirei mai a baciare un uomo, piuttosto un pompino”
“Fammi capire, non baceresti un uomo ma ti faresti fare un pompino?”
“È una questione di abitudine, sono più abituato a guardarmi il cazzo che a guardarmi in bocca. Forse, se fossi un dentista…”

Mi accendo una sigaretta e tento di trovare un’argomentazione meno logica di questa.

“Senti Dys… Hey, com’è lucido, io non ho pulito il cruscotto di recente…”
“Sniff”
“Oh, grazie!”
“Sniff”

Metto in moto e guido tranquillo, cercando di non attirare l’attenzione. Abbiamo bevuto e non ho voglia di farmi fermare dalla polizia. Non ce lo possiamo permettere. Notiamo delle bottiglie di birra rotte sul marciapiede, evidente segno del passaggio di un branco di immigrati irregolari, o un semplice stormo di stronzi, l’ho visto su Alle Falde del Pirellone. Dyson mi chiede di accostare. Scendiamo. Si inginocchia tra i cocci e annusa, lo osservo curiosamente affascinato. “Sono rumeni” – esclama.  “Come fai a dirlo?” – “Ci stanno chiedendo i soldi. In rumeno”. Alzo la testa, in effetti ci sono tre tipi e parlano rumeno, ma non vogliono i soldi: chiedono una sigaretta, gentilmente. Ormai è tardi, gli ho dato tutto quello che avevo nel portafogli. Loro mi guardano e non capiscono. “Per le sigarette” – spiego – “due o tre stecche…”. Mi ringraziano, uno di loro mi abbraccia e poi si allontanano. Dyson non ci sta, urla “Hey, fermatevi!”, loro si bloccano. Lui corre verso di loro porgendo la sua tessera sanitaria “Per il distributore, a quest’ora non lo trovate mica un tabaccaio aperto”. Se ne vanno facendo ciao ciao con la manina. Ci pensano dei bastardi, invece abbiamo un cuore d’oro, altroché.

Torniamo in macchina, ci metteremo una vita a trovare parcheggio, Poi Dyson lo conosco, se non ha il posto che dice lui è capace di farmi fare 8 giri dell’isolato. E così è stato.

Due ore dopo

Continuo a non dormire, ho come la sensazione di qualcosa che non va, forse è la stanchezza. Mi ha chiamato Dyson, dice che ha guardato il telegiornale del mattino, è andato tutto bene.

Sarà, ma mi rimane l’impressione di essere stato fregato. A me sembrano pochi 5.000 euro e tre grammi di coca per piazzare quella macchina davanti al seggio elettorale. Che poi la coca finisce subito. E questa vocina che dice “rilassati…”.