(Buio. Scena completamente buia. Silenzio. Dopo qualche secondo, si sente un fruscio, dapprima tenue, poi sempre più insistito. Cominciano a sentirsi flebili mugolii e sospiri, subito seguiti da un ritmico schiaffeggiare acquoso. Una voce interrompe il crescendo sonoro.)

VOCE: Mamma.

(Una vecchia lampadina dalla luce traballante si accende di colpo sulla scena rivelando in penombra il profilo pallido di due uomini, una donna e tre bambini (due maschi e una femmina), vestiti di stracci, seduti attorno a una tavola poveramente imbandita.)

MADRE: Che c’è, Giovanni?
GIOVANNI: Renzo mi tocca.
MADRE: Renzo, non toccare tuo fratello.
RENZO: Chi è mia madre? E chi è mio fratello? Mio fratello è colui che ha la volontà del Padre.
MADRE: Renzo, smettila di citare le scritture a comodo tuo. Hai sei anni.
RENZO: Non vuol dire che non mi tiri l’uccello. E poi papà tocca sempre Giovanni, e io ho la volontà del Padre.
MADRE: Il Padre ha la volontà del padre. Ora taci e mangia.
PADRE: Cosa devono sentire le mie orecchie. Hai sentito, Vladimiro?
GIOVANNI: Anche Nonno Vladimiro mi tocca, Padre.
NONNO VLADIMIRO: Конечно, с тех красивых ягодиц …
PADRE: Dici bene, Vladimiro. Ma piuttosto, guardate qua.

(Il Padre stende sul tavolaccio un quotidiano. Il titolo è «Famiglia, Teatro del mondo». All’editoriale fa da sfondo un dipinto a tutta pagina che raffigura il nucleo familiare naturale: uomo, donna e bambino.)

PADRE: Siamo sul giornale.
ADDOLORATA: Padre, non siamo noi, quelli.
NONNO VLADIMIRO: глупая маленькая сука.
PADRE: Dici bene, Vladimiro. Addolorata, figlia mia, purtroppo i tuoi inutili geni sanguinanti, oltre che causarti perdite francamente disgustose e renderti sempre più simile a quella sfilacciacazzi di tua madre, ti impediscono di cogliere il senso delle cose. Questo è il principale quotidiano del nostro paese, che finalmente, in onore del grande sforzo portato avanti in tal senso dal Santo Padre della nostra Chiesa, si schiera in difesa della famiglia così detta «normo-costituita», aprendo con le veridiche parole di nostro Signore in terra Gesù Cristo. Colui che ci ha dato il senso e il fine dell’amore familiare, paterno, fraterno, filiare e spiritosantico. Colui che tutto sapeva e tutto capiva, colmo di amore, e infatti era un uomo, con il pene, non un’inutile debole troietta vaginata inzozzamutande come te. Potrai usare i tuoi sillogisimi del cazzo sui post-it demenziali da stupida vacca femminista che invierai a Repubblica.it, quando sarai grande, anche se spero che per allora sarai morta.
ADDOLORATA: Hai ragione, Padre. Ti prego di percuotermi e riconsegnarmi così al mio ruolo di umile giumenta del focolare.

(Il Padre si alza e, con uno sguardo severo ma giusto sul volto finalmente illuminato, prende un tonfa da sotto il tavolo e con esso rompe in pochi e violenti colpi i legamenti delle ginocchia di Addolorata.)

ADDOLORATA: Grazie Padre, è un dolore incredibile, di cui il Signore sarà ebbro.
PADRE: Amen.
MADRE: Amen.
NONNO VLADIMIRO: мне очень нравится.
PADRE: Dici bene, Vladimiro.
RENZO: Padre, adesso che Addolorata è incapacitata a deambulare, io e Giovanni possiamo violentarla?
PADRE: Solo se la mettete incinta, benedetto sia il Signore. E comunque prima dovete mangiare il vostro tozzo di pan secco. Sapete che siamo in recessione e in povertà, ma un tozzo di pan secco non mancherà mai alla nostra tavola. Inoltre, i nostri soldi sono tutti investiti in frodi fiscali che nonno Vladimiro porta avanti con dedizione da anni con la mafia russa, che sta investendo molto nel nostro paese. Ricorda, figliolo: l’oligarchia è il miglior modello per far germinare la vera famiglia. Cosa Nostra lo sa bene, e loro credono nelle vie del Signore come tutti i cristiani. Ora mangia.
RENZO: Grazie, Padre.

(Renzo fa per addentare il pane, ma viene interrotto da uno sganassone furioso della madre che gli fa volare di bocca tre denti.)

PADRE: Figliolo, cosa fai?
RENZO: Padre, mi accingevo a mangiare il pane.
PADRE: Con la bocca?
RENZO: Così pensavo.
PADRE: Si vede che sei giovane, mio virgulto. La crisi ci impone di razionare l’assunzione dei carboidrati. Se tu mangiassi con la bocca quel tozzo di pan secco, domani ne vorresti subito un altro, e nonno Vladimiro e gli altri lungimiranti ottuagenari di questo paese, a poco a poco, non avrebbero più le risorse per speculare in borsa o per organizzare gli opulenti incontri d’affari che mandano avanti la nostra economia.
RENZO: Dunque che debbo fare, Padre?
PADRE: La tua mancanza di comprendonio e di dedizione mi mette in subbuglio, figliolo. Devi inserirlo nel tuo ano.
RENZO: Devo infilarmi un tozzo di pan secco nel culo?
MADRE: L’intestino assorbirà il nutrimento, ma lo dilazionerà con pazienza e umiltà, come il Signore ci ha insegnato.
PADRE: Sì. Infilatelo nel culo, Giovanni. Ma ricorda: fallo con spirito di equità.
NONNO VLADIMIRO: В эти прекрасные ягодицы, Ренцо.
PADRE: Dici bene, Vladimiro.
MADRE: Mettici prima il sale.

(La madre cosparge di sale il tozzo di pan secco. Renzo lo prende e se lo spinge lentamente nel retto, ma sfortunatamente il dolore gli fa scappare una bestemmia. Il padre, colto da un folle moto d’ira, si alza e lo sgozza seghettandogli via la giugulare con un coltello da cucina male affilato.)

PADRE: Che evento increscioso.
MADRE: Pulisco subito il sangue con i miei capelli, caro.
NONNO VLADIMIRO: Мне также очень нравится этот, жира сука.
PADRE: In un certo senso dici bene, Vladimiro. Era più giusto così. Tu pulisci pure, mia vacca da spurgo. Giovanni, vai tu da solo a violentare tua sorella e mettila incinta. E non fare uno storpio come quello dei vicini, sai che noi odiamo i vicini, e che quando si uccideranno tutti a vicenda godremo della loro sorte e organizzeremo visite guidate alla loro casa. Il Signore abbia pietà di loro. Ora vai. Io e nonno Vladimiro dobbiamo violentare tua madre per mettere al mondo un nuovo membro della nostra famiglia. Più siamo, più saremo in armonia col creato e con la sacralità delle cose.
NONNO VLADIMIRO: Секс, наконец.
GIOVANNI: Vado, Padre.

(Giovanni trascina via per i capelli Addolorata, verso un angolo della cucina, poi le strappa i vestiti di dosso e la monta. Il Padre e Nonno Vladimiro iniziano a fare lo stesso con la Madre, compunti nello sguardo, sereni, e risoluti nei modi. Si rivolgono un ultimo sguardo d’intesa.)

PADRE: Il Signore sia con noi, Vladimiro.
NONNO VLADIMIRO: И со духом твоим.

(Così dicendo, il padre penetra la madre mentre nonno Vladimiro la deflora analmente. La luce della lampadina si attenua fino a scomparire del tutto, lasciando sulla scena solo il buio e una sinistra sinfonia di gorgoglii, risucchi e grida. Chi se la sente, a questo punto, può anche avvicinarsi e chiudere il sipario.)