Uno spettro si aggira per l’Italia, ma i nostri connazionali fanno finta di niente. Si discute di riforme per gettare fumo negli occhi dei cittadini. Eppure, nel silenzio dei media, una calamità si abbatte ogni anno sulle nostre coste, senza risparmiare metropoli e località montane: la simpatia.

Parliamoci chiaro: i simpatici stanno mettendo in ginocchio molti stati. La loro azione è talmente distruttiva che la fine del mondo me la immagino così: un’invasione di ultracorpi che crea moltitudini di simpatici, fagocitando il nostro istinto di sopravvivenza. Esagero? Non direi. Gli svizzeri stanno sul cazzo a tutti e vivono nel benessere, mentre gli italiani e molti sudamericani si dibattono nella melma della crisi.

Pensateci bene: tutti i problemi che angosciano il mondo sono causati da questo flagello, a torto sottovalutato dai catastrofisti.

Prendiamo in considerazione alcuni mali contemporanei:

Assenza di meritocrazia.
Questa storia è vera. O quasi. Franco, laureato di belle (ma vane) speranze, legge un annuncio di lavoro e pensa di avere le carte in regola per candidarsi. Ma niente da fare: qualcuno gli frega il posto. Si tratta di un certo Giorgio, noto per la capacità di cazzeggiare impunemente anche in condizioni proibitive, come i lavori d’ufficio negli open space. Il nostro eroe scopre l’identità del neoassunto qualche giorno dopo, durante una festa in cui Giorgio è al centro dell’attenzione, mentre lui interpreta il ruolo del portaombrelli con perfetta adesione mimetica. Il viso aperto e cordiale del nemico non lascia spazio a dubbi. La sua simpatia è straripante, contagiosa, epidemica. “Non posso vincere contro di loro”, pensa Franco meditando il suicidio. A causa della meritocrazia zoppicante, famigerati cazzoni occupano posti di responsabilità. E fanno danni. Dialoghi come questo sono all’ordine del giorno: “Quel tipo è un incapace”. “Però mette allegria”. “Questo è vero. Un punto a suo favore”. Le conseguenze si possono immaginare. Il vostro treno è deragliato? C’è sicuramente lo zampino di un buffo dirigente di Trenitalia con la complicità di un ameno macchinista, protagonisti di simpatici siparietti che divertono i colleghi.

Degrado culturale.
Siamo circondati da libri, palinsesti e motivetti ritenuti simpatici. Arrendiamoci all’evidenza: il senso critico delle persone è quotidianamente offuscato da una pestilenziale coltre di buonumore. La risata di un discografico durante un’audizione può nuocere alla collettività, quando è l’anticamera della pubblicazione di un tormentone estivo. E crimini di analogo tenore sono perpetrati da editori e studi cinematografici. Una cosa è certa: Fabio Volo non è uno scrittore. È simpatico.

Degrado politico.
Avete presente il fenomeno degli ex animatori e dei comici che fanno carriera in politica? Dopo la conquista del potere diventano meno simpatici, anche se continuano a far ridere, ma a quel punto è troppo tardi per fermarli. E così sono destinati a proliferare. Forse la terza guerra mondiale sarà annunciata con uno spiritoso dispaccio, da un dittatore spietato con le gote rosse e paffute. E tutti diventeranno carne da macello pur di partecipare alla simpatica tenzone.

Disastri ambientali.
Ecco un corollario della teoria del Caos: un uomo è simpatico a Pechino e a New York arriva la pioggia radioattiva invece del sole. Non ci credete? Immaginate questa situazione tragicamente verosimile. Dong, cinese ombroso e pertanto degno di stima, è il responsabile della sicurezza di una centrale nucleare pechinese. Un giorno sua moglie Hua, casalinga di bell’aspetto e facili costumi, lo va a trovare al lavoro. Qui la donna conosce Feng, un addetto alla manutenzione che nasconde ai colleghi un terribile segreto: è simpatico. Ma con Hua si sente libero di dar sfogo al suo talento. Sapete come vanno queste cose: uno scambio di battute, qualche divertente commento sulla scollatura della donna, e i due si ritrovano avvinghiati in un letto. Alcuni giorni dopo Dong scopre la verità durante un’esercitazione. E di colpo si ritrova sull’orlo del baratro. “Ti ammazzo, bastardo”, è il suo pacato commento poco prima che la situazione gli sfugga di mano. Il disastro nucleare è inevitabile.

“Che ne pensi di Giovanna?”. “Simpatica”. Quante volte lo avete detto, per far intendere che Giovanna è un cesso? Spero che d’ora in poi peserete le parole. Neppure le brutte meritano un tale marchio d’infamia. Perché non ci sono dubbi: la simpatia è una mostruosità.

Ma cosa si può fare per arginarla? I killer professionisti possono decimare i suoi esponenti, ma in tempi di crisi vogliono essere pagati in anticipo.

Gandhi, saggiamente, diceva: “Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo”. E allora comportatevi in modo sgradevole. Fate gli stronzi. Questo virus si combatte anche così. Con l’esempio.

[artwork by aMusoDuro]