Senza dilungarsi in preamboli e introduzioni la cosa si riassume così: invitiamo gente che non vorremmo e di conseguenza dobbiamo ospitarli al meglio.

Vi sembra assurdo? Vi sembra una contraddizione? Vi sembra che io non abbia di meglio da fare? Ecco, seguitemi.

Voi non li volete, e questo è un fatto, ma non illudetevi che loro vengano da voi con gioia. Nient’affatto, starebbero meglio a casa loro.

Vi sembra incoerente? Vi sembra insensato? Vi sembra che io debba cercare sinonimi tutto il giorno? Ecco, seguitemi.

Fateci caso: voi non vorreste averli in casa, ma se vi invitassero loro ci andreste volentieri? No, pure peggio! Perché non sapreste cosa vi faranno da mangiare avendo la certezza che anche loro, come voi, non avranno nessunissima voglia di cucinare per degli ospiti.

Partendo dal presupposto che non potete servire patatine San Carlo con su una acciuga e due grani di pepe rosa per dire “Oh, lo fa Cracco, cazzo vuoi? È haute cuisine!” dovete, come dice la mia dolce metà, massimizzare la resa con la minima spesa.

Eccovi quindi un menù di qualsiasi cosa sotto le feste.

Se il Circo Orfei è riuscito a travestire cani chow-chow da panda e darla a bere a tutti, voi potete benissimo camuffare del cibo per gatti da pâté de foie de porc à l’Armagnac e darlo da mangiare a quattro sfigati. Ma non esageriamo: con quello che costa il cibo per gatti fate prima a comprare quella roba lì in francese.

Il trucco è questo: inventare. Non preparate assolutamente nulla che loro possano conoscere. Niente cacio e pepe, niente spezzatino al marsala, niente lasagna di zucca, ma neanche un uovo al tegamino: il paragone con quello di mamma, nonna, compagna, zia, amante, minorenne in webcam è dietro l’angolo e troppo rischioso.

La parola d’ordine è: Etnico!

La seconda parola d’ordine è: Stupire!

La terza parola d’ordine è: Spasmolitici, Loperamide-Difenoxilato (seguire attentamente le avvertenze e le modalità d’uso).

Esattamente come fa Tiziana Stefanelli, l’arrogante giudice di Cuochi e Fiamme che non riesce a fare manco una frittata senza aggiungere qualche ingrediente che conosce solo lei. Una donna talmente odiosa quando parla di cucina che gli uomini preferirebbero trombarsela, piuttosto che mangiarci assieme.

E se ce l’avete presente capite lo sforzo.

Quindi vai con il cous cous alla fragola del Kazakistan, con la torta di quinoa al merluzzo, con la lasagna di farro alla curcuma di Bangalore, con la quesadilla di cacao affumicato alla brace di cinghiale.

Come potreste sbagliare queste ricette? È impossibile, ve le siete inventate e faranno cacare sicuramente: sono nate sbagliate. Ma agli occhi dei vostri ospiti sarete dei grandi chef e avrete ottenuto un doppio risultato: non verranno più a casa vostra e manco vi inviteranno, per paura che portiate qualcuna di queste pietanze, obbligandoli a spargere per tutta casa Amuchina come Padre Amorth acqua santa sui libri di Harry Potter.

Ricordate, la prova del nove è: se Word non vi autocorregge il nome della ricetta, è da scartare. Provatene un’altra.

Buone Feste!

O come dicono a Tiri Tiri Matangi: Hararei Hari!

(visto che fa più figo?)