Visto che nel manuale di web-marketing “Come raggirare le persone in Rete” la regola numero 67 insegna che, per avere più contatti, bisogna sfruttare i limiti sintattici dei motori di ricerca, infarcendo i post di espressioni e termini molto ricercati, come per esempio TETTE, CULI e GATTINO CHE SUONA IL PIANOFORTE, questo pezzo conterrà svariati GRILLO: non Beppe, però, di cui già si è detto tanto ovunque. Di conseguenza, tenendo fede alla vocazione scientifico-tecnologica di questa rubrica, procederemo, con piglio enciclopedico – nel senso che fregheremo a piene mani da Wikipedia –, a esaminare alcuni altri significati della parola GRILLO.
GRILLO, ovvero un pezzo degli scacchi. Ah!, direte voi, Quello strano! Infatti pare proprio un GRILLO! Invece no, quello è l’alfiere, e il vostro rapporto con gli scacchi ha raggiunto il suo apice durante il periodo grunge, quando compraste quella camicia di flanella che adesso usate come pezza per la polvere. Il GRILLO è un pezzo eterodosso degli scacchi, nel senso che nella scatola degli scacchi non c’è, dovete ordinarlo a parte, ed è stato partorito – in senso figurato – da Thomas Rayner Dawson, il quale aveva talmente tanto tempo libero che persino gli scacchi a un certo punto lo annoiarono: decise così d’inventare altri pezzi. Il GRILLO, se vi prende lo schiribizzo di usarlo per fare colpo sulla vostra ragazza immaginaria, si muove come la regina; per regola però deve avere sulla sua strada un pezzo oltre cui saltare (sennò che GRILLO è?). Quello che c’è dopo l’ostacolo se lo mangia. Dettaglio di colore: in inglese il GRILLO suddetto è chiamato grasshopper, che però significa cavalletta. Ma CAVALLETTA non è trending topic, quindi niente.
GRILLO, ovvero un ciclomotore (leggi motorino, cinquantino) della Piaggio degli anni Novanta. Ah!, direte voi, Quello strano! Infatti pare proprio un GRILLO! E questa volta avete ragione. Gli indicatori luminosi di direzione (leggi frecce), posizionati così in alto vicino al manubrio, ricordavano la fisionomia dell’ortottero, e aprirono anche la strada a stili di guida alternativi (ex il bullo/tamarro col piede sulla freccia) il cui esito era sempre e comunque la rottura del braccetto dell’indicatore, con grande gioia del reparto Ricambi. Nonostante il folle spot televisivo, il GRILLO rimase sempre un misero spettatore della triade magnifica Bravo-Sì-Ciao. In pratica, il GRILLO ce l’avevano gli sfigati.
GRILLO, ovvero un vitigno a bacca bianca presente in Sicilia. Classico componente, insieme al Catarratto e l’Inzolia, del famoso Marsala, negli ultimi anni è stato usato anche per la produzione di bianchi secchi, in purezza o in blend. Fate prima voi a provarlo, il GRILLO, che io a spiegarvelo. Alla salute!
GRILLO Parlante (1), (dove GRILLO è il nome e Parlante il cognome), ovvero personaggio immaginario de Le avventure di Pinocchio, di Carlo Collodi. Nonostante la sospensione dell’incredulità che scatta davanti a un ortottero umanizzato, si fa davvero fatica a credere quanto sia rompicoglioni il GRILLO Parlante. Prototipo fantasy della voce della coscienza crociana e di fine Ottocento, nonché classica rappresentazione dell’amico scout radicale e stracciamaroni, che non beve, non fuma, e non tocca le tette alle ragazze, anche se ormai ha 40 anni, il GRILLO Parlante, badate bene, a un certo punto della vicenda viene *ucciso* da Pinocchio, con una martellata. Ecco la drammatica sequenza:
Forse non credeva nemmeno di colpirlo: ma disgraziatamente lo colse per l’appunto nel capo, tanto che il povero GRILLO ebbe appena il fiato di fare crì – crì – crì, e poi rimase lì stecchito e appiccicato alla parete.
Sfortuna vuole che, più avanti nella storia, il GRILLO Parlante ricompaia vivo e vegeto. Altro che Tarantino.
GRILLO Parlante (2), ovvero gioco elettronico istruttivo prodotto dalla Texas Instruments alla fine degli anni Settanta. Uscito altrove col nome algido ma sacrosanto di Speak&Spell, in Italia, grazie all’ufficio marketing della Clementoni, acquisì nome, fattezze e comportamenti del suo collodiano precedente (vedi GRILLO Parlante (1)), minacciando seriamente l’alfabetizzazione di un’intera generazione. Spocchioso e saccente come l’ortottero cianciante e immortale, il GRILLO Parlante soffriva, probabilmente per problemi di programmazione, di una sindrome maniaco-depressiva che sfociava spesso in isteria: in pratica c’aveva lo sclero facile. Se il bambino sbagliava troppe volte la risposta, il GRILLO Parlante a un certo punto gli tirava addosso una catasta d’insulti, bloccandogli lo sviluppo cognitivo per sempre.
Poi, vabbè, c’è anche il GRILLO animale, ma avevamo detto di non parlarne.