Quella mattina, la tosse che mi aveva tenuto sveglio per tutta la notte decise di accompagnarmi anche in farmacia. I fastidi non sono come i piaceri. I piaceri sono infedeli, stanno con te e subito dopo li vedi con il tuo miglior amico o il peggior nemico. I fastidi invece, non ti abbandonano, non li ritrovi mai negli altri, una volta che ti hanno trovato ti rimangono attaccati addosso. E ti accompagnano in giro. Io e la tosse entriamo in farmacia a quell’ora in cui puoi trovarci dentro solo i vecchi e difatti davanti a me c’è Herr Tcherkinsky che è, appunto, un vecchio. Che si chiami Herr Tcherkinsky lo so perché le due farmaciste lo salutano così: “Auf viedersehen Herr Tcherkinsky” – “E se non ci vediamo, Buon Natale Herr Tcherkinsky”.

Penso che dev’essere bello vivere tanto a lungo in un posto da venir salutato per nome dai commercianti del quartiere. Io mi sposto troppo in fretta, 4 o 5 anni non bastano a lasciarci il nome, al massimo la faccia, qualche abitudine, ma sei uno dei tanti. In Egitto il ragazzo del chiosco dove compravo le Marlboro mi chiamava “amm”, cugino, ma il mio nome non lo sapeva, come io non ho mai saputo il suo. E quando il tipo che vendeva i giornali in via 26 Luglio a Zamalek vide la mia foto in una rivista, mi fermò dicendomi “Hey, ma sei tu quello nel giornale?” cercando tra le pagine del mensile e additandomi una volta trovato, io risposi sì e da quel giorno mi salutò con la deferenza e il rispetto tipico dei paesi arabi, perché se ero finito nel giornale ed ero ancora in giro e non in una galera della sicurezza di stato, dovevo essere per forza un personaggio o qualcuno che in qualche modo, a suo modo, aveva fatto qualcosa di importante, come lui, mi spiegò. Una volta, attirato dalle grida della madre, salvò un bambino caduto nel Nilo, ma non c’erano giornalisti o fotografi, questa cosa la sa solo lui e la gente del quartiere. Comunque la rivista era in inglese e lui guardava solo le figure, il mio nome non lo ha mai saputo. Io non sono mai stato in un posto abbastanza a lungo da diventare Herr Tcherkinsky. La tosse mi ricorda che non siamo venuti in farmacia per pensare a Herr Tcherkinsky, ma Herr Tcherkinsky torna dentro con della moneta in mano. Dice qualcosa sull’inesattezza del resto. La farmacista, materna, gli mostra lo scontrino, il prezzo della medicina e i pochi euro nel palmo della mano. È tutto giusto. Herr Tcherkinsky, scuotendo la testa più per rimproverare se stesso che per scusarsi, esce.

– “Ehhh, il tempo passa anche per Herr Tcherkinsky”
– “Essì, povero Herr Tcherkynsky” e mi guardano, come a cercare una qualche approvazione, che non ho capito se dovesse essere rivolta al tempo che passa per tutti, quindi anche per Herr Tcherkinsky, o alla presunta povertà di Herr Tcherkinsky. Ma io non so nulla di Herr Tcherkinsky.
– “Scusate, ma… chi è Herr Tcherkinsky?”
– “Come, non conosce Herr Tcherkinsky?”
– “Ma certo che lo conosce!”
– “No, giuro di non averlo mai visto prima d’ora”
– “Ma sì, ma sì”
– “Forse non si ricorda il nome, ma lei lo conosce di sicuro”

Scuoto la testa senza neanche far finta di pensarci sopra.

– “Vede, Herr Tcherkinsky era un soldato semplice dell’Est e nei momenti concitati che precedettero la caduta del muro, fu quello che venne spedito davanti ai giornalisti con la nota di Honecker, quella in cui si diceva che la frontiera tra est e ovest sarebbe stata abolita”-
– “Quando i giornalisti gli chiesero quando sarebbe entrato in vigore quel provvedimento, lui guardò la nota, dove non c’era scritto nulla a riguardo e così rispose: ‘Mah… da adesso.’ – “Capisce, Herr Tcherkinsky è la persona che ha dato il via al tutto. I tedeschi dell’est che in quel momento guardavano la televisione si riversarono in strada correndo verso il muro e le guardie, che avevano sentito alla radio anche loro del provvedimento, non li fermarono”.

In quel preciso istante mi venne in mente quel tipo al Cairo, francese, come si chiamava… xxxxx xxxxxxxx, ecco. Si occupava di informazione politica, la parvenza diplomatica che le spie in ambasciata danno al loro lavoro. Mi disse che la caduta del muro di Berlino era stato un evento totalmente spontaneo, nessuna spia occidentale avrebbe mai potuto prevederlo…

Se lo incontrassi ora gli direi “Hai presente il ragazzino del chiosco di Zamalek, di fronte al Nilo? Ecco, è stato lui”.