Da quando ha abbandonato la TV per passare a Internet, il Merda è molto cambiato, ma la cosa sorprendente (sorprendente?) è che il suo analfabetismo è rimasto lo stesso. Ha cambiato il modo d’informarsi, ha cambiato linguaggio, passando dai “TVTB” a “LOL”, “Epic Win” e “Facepalm”. Quelli che non passano almeno 10 ore al giorno in rete non potranno mai capire, ma ogni mondo ha le sue barriere. Sta di fatto che il suo status, cosa di cui va molto fiero, non è migliorato di una virgola. Il fatto è che la quasi totalità delle discussioni su internet, ovvero la principale fonte di nutrimento per le cellule nervose del Merda, sono dei derivati dei soliti scrittori, giornalisti e opinionisti che popolano la carta stampata e la televisione stessa. La gente commenta le stesse vicende, scritte dalle stesse persone. A cominciare dagli editoriali di Repubblica.

Il Merda, come tutte le domeniche, ha provato a leggere l’ennesimo editoriale di Scalfari e non c’ha capito un cazzo. Il capo della FIAT ha incontrato il capo del governo perché, per rispetto della democrazia, le due cariche non sono state ancora accorpate. Il punto, però, è che la FIAT non se ne andrà dall’Italia. La notizia per Scalfari è positiva, ma a pensarci bene sembra più una minaccia, e poi il Merda guida una Citroën C1 usata.

Ora, leggere e non capire un editoriale di Scalfari non è di per sé un problema grave. Di solito si arriva fino al secondo capoverso e poi si passa avanti. Se siete degli abbonati di Repubblica o i passeggeri di un Intercity con 100 minuti di ritardo, avrete il coraggio di spingervi fino al terzo. Ma di solito, tranne il correttore di bozze e quelli costretti agli arresti domiciliari, nessuno, ormai, supera più la metà dell’articolo.

Probabilmente perché nessuno ha mai avvisato Scalfari del fatto che il lettore medio di Repubblica, oggi, non è più Silvio Pellico, ma il Merda. La sensazione, però, è che Scalfari goda nell’accanirsi sopra i coglioni del lettore, già frantumati da decenni dei suoi stessi editoriali. Puntualmente, infatti, arriva sempre il momento in cui decide di spiegarti, in 4 brevissimi punti, la storia del mondo. Dato che l’editoriale è comunque uno spazio finito e limitato, il vecchio Eugenio si limita a riassumerci giusto gli ultimi 300 anni di storia. Lo fa per aiutarti a capire, in ultima analisi, che il tuo culo è di proprietà degli economisti. Accettalo e rilassa l’ano, ti farà meno male.

Nel suo pezzo, infatti, dall’iniziale problema FIAT, il Merda si ritrova impantanato in un discorso sulla crisi industriale europea. È come leggere un trattato di macro economia senza averne né le basi né tanto meno la voglia. Soprattutto, senza avere più i coglioni a supportarlo nella lettura. Parole incomprensibili gli si mescolano nella testa, concetti economici come liberalizzazione, tasso zero e spread si fondono con lo sfondo pubblicitario della pagina, la colonnina di destra, gli avvisi di nuova email. Tutto, allora, si mischia, si confonde, il reale e l’onirico si sovrappongono e, per il Merda, è come fumare un bong e poi giocare con il pongo colorato; dopo un po’ gli vien voglia di vomitare, mentre tra le mani si ritrova una palletta informe di color grigio topo morto. La guarda, capisce che è ormai inutilizzabile e gli sale lo sconforto. Con le mani sui capelli si chiede se non avrebbe dovuto comprarsi la Multipla, vestire Sisley, cambiare piano tariffario, scambiare il piano pensionistico con dei Bot postali, farsi restituire gli alimenti pagati alla ex-moglie, smettere, questo sì, di leggere quegli editoriali, ma soprattutto, di leccarli come se fossero un acido.

Il Merda alla fine cede di schianto e cade in un sonno profondo, dove sorvola una città fatta interamente di carta. Ha la barba lunga e bianca, come Scalfari, e dietro lo inseguono tutti gli economisti degli ultimi 300 anni, con il solo scopo d’incularselo a forza e realizzare il più grande bukkake della storia del porno online.

Quando si risveglierà, il Merda avrà già dimenticato tutto. Su twitter linkerà la pagina dell’articolo, letto solo a metà. Poi leggerà i riassunti di qualche blogger o anche solo gli ultimi commenti. Per una discussione politica, in rete, sarà più che sufficiente.