Mentre si dirigeva alla macchina parcheggiata in doppia fila, con lo sguardo a terra come a dire “ho avuto un’infanzia difficile, non è colpa mia”, il Merda veniva fermato da un ragazzo biondino, con la faccia di Enrico Mentana, ed in mano un biglietto da 50 euro. Erano i soldi che il Merda aveva appena prelevato e scordato al bancomat. “Wow” – pensò – “me li sta riportando invece di tenerseli”. Giusto tempo di ringraziarlo, invitandolo per un caffè, che dopo 20 minuti, i due stavano già a casa del biondino a limonare duro.

Sconosciuto-Mentana: “Hai mai fatto pompini?”
Merda: “No, non mi hanno mai proposto la direzione del TG5”
SM: “E sesso anale?”
Merda: “Sì, ma io ero la parte attiva”

La faccia da Mentana rise di gusto: “Non esiste attivo e passivo nel sesso anale”.

Il Merda ci pensò su, disteso su quel letto leopardato Ikea, mentre si trastullava col suo pisello mezzo moscio, ma quella risposta continuava a non convincerlo. “Cioè” – pensò – “un conto è metterlo e un conto è prenderlo nel culo”. “Cioè” – pensò di nuovo – “sorbirsi una dichiarazione di Giovanardi non è proprio la stessa cosa che scoparlo nel culo, fino in fondo e con il braccio di Casini. Cioè, uno gode e l’altro fa il suo dovere”. A quel punto capì che era meglio rivestirsi e andarsene: prima, però, ringraziò il biondino per i 50 euro.

Giunto in strada ritrovò la macchina dove l’aveva lasciata: in doppia fila. Lì c’era un signore indignato che, a furia di strillare perché non poteva uscire dal parcheggio, era morto. Il Merda, fissando il cadavere, ne approfittò per controllare Facebook e poi ripartì verso dove era diretto.

Giunto a metà strada, si accorse che stava ancora pensando al tipo del Bancomat: “Assurdo, non si è tenuto i soldi”. Quando si ritrovò sotto la casa della ex moglie, accostò la macchina, suonò un paio di volte, bussò, gridò e alla fine le mandò un mail. Solo a quel punto lei venne ad aprire la porta. Aveva la frangetta piastrata, le unghie smaltate dal cinese all’angolo e il numero dell’analista tatuato sull’avambraccio sinistro. Guardandolo, rimase senza fiato.

Ex: “Ciao.”
Merda: “Ciao!”
Ex: “Non ti aspettavo…”
Merda: “Ero di strada”
Ex: “Vuoi entrare?”
Merda: “Be’…”

Dopo 20 minuti di straziante conversazione, i due erano già a limonare duro, questa volta sul letto di lei. Lo stesso copriletto leopardato Ikea del biondino-Mentana, ma con due cuscini a forma di cuore con un ricamo a punto croce con la faccia di Oscar Giannino e l’avatar di Purtroppo. “Mi aiuta a squirtare mentre mi masturbo”, spiegò lei al Merda. Poi, accendendosi una sigaretta, lo fissò negli occhi e gli chiese: “Ti andrebbe di scoparmi?”.

Il Merda, come prima reazione, iniziò a strusciare nervosamente il pacco sopra al cuscino con la faccia di Giannino, al punto che poteva quasi sentire il suo farfallino titillargli lo scroto, ma poco prima di venirsi nei pantaloni fu assalito da un enorme dubbio.

Merda: “Secondo te il sesso anale è attivo o passivo?”
Ex: “Cosa?”
Merda: “Cioè, se vivi in Lombardia puoi votare Monti alla Camera, la Lega al Senato e Ambrosoli alla regione senza fare torto a nessuno. Capisci che voglio dire?”
Ex: “Sei diventato un finocchio?”
Merda: “No, è che lo avevo letto su Internet e…”
Ex: “Cazzo, Merda. Ti presenti senza preavviso, ti offro di scoparmi, anche il culo sì, e per come sto ti potrei pure abbuonare i 3 mesi di alimenti arretrati e mai pagati, però tu, Cristo d’Iddio, te ne esci così, con questi discorsi da finocchio. Me pari Fini”
Merda: “No, sì, giuro, come se avessi accettato, se vuoi ora scopiamo, ma…”
Ex: “Esci da casa mia”
Merda: “Vuoi una figurina di Floris?”
Ex: “ESCI SUBITO DA CASA MIA, BRUTTO FINOCCHIO”

Al Merda non restò altra scelta.

Lei, a quel punto, anziché scoppiare a piangere come si usava una volta (e magari telefonare all’amica del cuore), iniziò a vomitare in rete tutto il suo disagio, come se a noi importasse qualcosa. Purtroppo non c’era modo di fermarla. Ignorarla, certo, ma grazie al meccanismo perverso delle “condivisioni” non esiste un angolo sicuro, nella rete, dove nascondersi. Le banalità dei discorsi sull’amore, i rapporti uomo-donna, le lettere di Travaglio, le elezioni, l’amicizia, lo spread che s’impenna e i piumoni Ikea di una volta, ti scoveranno sempre. Come dei Terminator. E voi siete Sarah Connor, anche se un po’ più cessi.

Ah, Merda, bei tempi quando c’era ancora l’amica del cuore, quella che aveva tirato la pagliuzza più corta e “mi dispiace, ma tocca a te” e gli si appioppava la missione suicida. Quella di farsi 80 km di tangenziale con la Panda, alle 3 del mattino, per andare a consolare l’amica appena scaricata dallo stronzo di turno, e farle mangiare tutta quanta la merda, a lei da sola. Ora, invece, la quotidiana delusione della vita è scaricata in rete a ciclo continuo, e di quella merda ce ne tocca un pezzetto per uno.

Merda: “Ma perché pure io?”
Io: “Sticazzi, Merda. Mica puoi prendere soltanto i discorsi divertenti e la fica. Ti devi sorbire pure la merda e i cessi. Le banalità dei cessi e la merda”
Merda: “E se non volessi?”
Terminator: “Sei tu Sarah Merda Connor?”

Eh, Merda, il destino non è nient’altro che il risultato delle nostre singole scelte a cui non si può più sfuggire. E ovviamente sì, tu sei appena stato terminato.