Sabato pomeriggio, giornata in cui ci si vede per giocare a pallone.
La prima partita di calcio è tra divorziati contro ragazzi padre. C’è un lancio lungo dalla trequarti, di punta piena. I due giocatori si mettono ad inseguire la palla che ha ormai oltrepassato la linea di fondo, sgomitandosi il giusto, fino a quando quello della squadra dei divorziati decide di fermarsi. Così, piantato sull’erba. E indicando il pallone sbotta: “Cioè, vedi che ti sto correndo dietro da almeno 2 minuti e fermati un attimo, no? Aspetta, parliamone, cerchiamo di risolvere la questione”. Nel frattempo, il portiere dei ragazzi padre è costretto a chiedere il cambio anticipato perché è scaduta l’ora della baby sitter e non sa più a chi lasciare la figlia. L’allenatore, a quel punto, in preda ad un attacco psicotico, inizia a fare stelle di cartone con la bandierina del calcio d’angolo. L’arbitro lo espelle. La partita finisce comunque 0-0.
Sull’altro campo, intanto, si gioca Figli di Satana – Papa Boys. C’è un fallo a metà campo. Un giocatore dei Papa Boys è rimasto a terra dopo aver preso un colpo violento alla sua anima: la foto di Papa Francesco che scioglie San Gennaro, tutto, nell’acido muriatico. Entrano subito gli operatori sanitari, due giovani attivisti di Greenpeace piuttosto fumati che con la macchinina elettrica iniziano a disegnare cerchi d’erba sul campo di gioco per circa 40 minuti. Alla ripresa del gioco, la prima vera ed unica azione. È una giocata tutta di prima dei Papa Boys che mettono un uomo solo davanti al portiere che però tira malamente fuori. Segue un collettivo Urbi et Orbi di bestemmie degne di un dopolavoro ferroviario veneto negli anni’60, con scazzottata finale alla Bud Spencer e Terence Hill.
Partita di calcio Modelli D&G – ISIS. Le due formazioni sono schierate rispettivamente con uno schema 3-1-1-1-1-1-1-1 a passerella, mentre quelli dell’ISIS hanno il classico “kamikaze” 0-0-10. Suonano gli inni nazionali. Prima quello dell’ISIS, una litania di 10 minuti cantata da un coro d’Imam inesplosi. Poi quello dei modelli D&G: un pezzo lounge di 85 minuti. Al termine degli inni il consueto scambio dei gagliardetti: una sciarpa di cachemire nera con ricamate tante faccine di Elvis per i modelli di D&G e, per l’ISIS, 4 prigionieri occidentali in buone condizioni. Inizia la partita. Al 4′ la D&G passa subito in vantaggio grazie al fatto che la difesa dell’ISIS è tutta impegnata nelle preghiere. Al 6′ il raddoppio. Stesso schema del primo gol. Tiro da 70 metri con la difesa dell’ISIS ancora inginocchiata a pregare. Al 7′ è 3-0. Al 14′ siamo oltre il punteggio di Brasile-Germania. A quel punto il centrocampista dell’ISIS Magdi Cristiano Allam si fa esplodere in aria usando la tecnica Hokuto della vena del collo che s’ingrossa. La partita viene sospesa e data la vittoria a tavolino agli ex modelli D&G.
Partita uomini contro donne. Gli uomini son quelli con le gambe depilate e le sopracciglia rifatte. L’arbitro è un nerd della facoltà d’ingegneria. Gli uomini giocano con un classico 3-5-2 e marcatura a uomo. Le donne invece schierano un 4-3-3 zemaniano con difesa sulla linea di centrocampo, centrocampo sulla linea degli attaccanti e attacco che in pratica sta un metro fuori la linea di fondo. Dopo 10 minuti il primo contrasto duro di gioco. Cadono a terra entrambi. Lei si rialza subito, si riallaccia gli scarpini, prende le borracce dell’acqua, parlotta con l’allenatore, con le altre compagne, saluta due tifose in tribuna, rifà le strisce del campo. Lui, invece, a forza di contorcersi per il dolore, ha scavato una buca da dove aspetterà lo spray magico per riprendere a giocare. Dopo 40 minuti l’arbitro chiede altri 5 minuti perché nel frattempo si è messo a finire una cosa al computer. Poi viene a piovere e i maschi chiedono la sospensione.
Partita femminile, bionde contro bionde dentro. Prima del fischio d’inizio le due capitane si scambiano i gagliardetti, si stringono la mano, si danno due baci, sorridono, si commentano i capelli, le vacanze, i rispettivi ragazzi, l’ultima puntata di Girls, twittano, si fanno un selfie insieme e intanto pensano: “ma ti sei vista? Con quei calzoncini sembri un dirigibile”. A quel punto inizia la partita. Dopo le prime fasi di studio, dove le due squadre sembrano più preoccupate di non sudare che perdere, verso il 18′ del primo tempo il quarto uomo fa notare che nessuna di loro ha ancora battuto il calcio d’inizio. Tre minuti dopo, una giocatrice commette un fallo da dietro e viene ammonita. L’altra, come reazione al calcione preso, ha una reazione violenta: esce fuori dal campo, sale in tribuna e fa un pompino al ragazzo della stronza che le ha fatto fallo. Il rosso è inevitabile. Segue una rissa in campo e una sulle tribune. La partita viene sospesa per impraticabilità del campo di gioco.
Partita di calcio capitalisti contro lobbisti. Le due squadre si presentano ognuna sul suo proprio campo di gioco e con la propria terna arbitrale. Vista l’impossibilità di giocare una partita in questo modo, decidono di disputare un tempo per campo. La gara sarà comunque arbitrata da entrambe le terne arbitrali, insieme. Per fischiare fallo ci vorrà il consenso del 50% + 1 dei direttori di gara o un 40% se si tratta di una coalizione che però dovrà avere almeno un guardialinee e il 24% di donne o parti di esse.
I capitalisti indossano una sgargiante divisa bianca con dei gigli imperiali ricamati a mano dai bambini della periferia di Milano. I lobbisti, invece, portano una simpatica e comoda tuta mimetica confezionata dagli stilisti di Lapo Elkann. Il pallone è un Tango originale del 1982 del valore di 145 milioni di euro o come dicono ora in gergo “un quartino di Grecia”. In questo primo tempo i capitalisti attaccheranno da tutte le direzioni. I lobbisti da destra verso dove gli farà più comodo.
Inizia la partita. Al 6′ del primo tempo siamo già 16 giocatori contro 6 per i capitalisti. Il pubblico è disorientato. Tre minuti dopo l’arbitro dei lobbisti ammonisce un capitalista che si era appena comprato i guardalinee. La terna arbitrale dei capitalisti, però, annulla la decisione. Ora siamo 5 arbitri contro 1. Moggi in tribuna si alza ad applaudire, testuali parole “una delle più belle giocate di calcio mai viste in vita mia”. La partita prosegue senza altre emozioni fino al 24′, quando un lobbista tira la palla in fallo laterale ed inizia ad esultare strillando GOOOOOOOLLL. Gli altri giocatori lo guardano come a dire “sei pazzo, la porta è dall’altra parte”, ma dato che il primo tempo si gioca sul campo dei lobbisti, l’opinione pubblica è tutta schierata a favore della squadra di casa.
Inizia un fitto lancio di fumogeni che costringe la terna arbitrale a convalidare il gol. In questo momento di confusione, il portiere dei capitalisti poi sparisce dal campo in condizioni misteriose e con lui un terzino e 3 panchinari. Al 30′ del primo tempo, il raddoppio dei lobbisti. Lancio lungo del portiere, nel mentre che la palla è in aria, i lobbisti cambiano due regole di gioco in maniera da poter prendere un pallone di riserva con le mani e buttarlo nella rete avversaria. Nuove proteste dei capitalisti, ma il gol – per i nuovi regolamenti – è valido. A quel punto l’arbitro decide di fischiare la fine del primo tempo con 14 minuti d’anticipo e preparare il secondo tempo sul campo dei capitalisti. L’intervallo dura 13 mesi, ma alla fine le due squadre firmano un nuovo accordo per disputare il secondo tempo. I termini dell’accordo prevedono che nella seconda parte i capitalisti dovranno rinunciare ai lanci lunghi, alle 3 sostituzioni e il portiere non potrà più chiamare palla. I lobbisti, invece, rinunceranno a un gol di vantaggio, alle rimesse laterali e a colpire la palla di testa. Il campo però sarà neutro.
Secondo tempo. Dopo le nuove prime fasi di studio, con 3 tentativi falliti di corruzione, i capitalisti rompono subito le regole e fanno un lancio lungo a scavalcare la difesa dei lobbisti, che non potendo colpire la palla di testa, sono costretti a contrastare gli avversari spoilerandogli i finali delle serie Tv. La palla però arriva al centroavanti dei capitalisti che senza saltare segna di testa, ma non esulta perché ora conosce già tutti i finali di GoT, True Detective e Don Matteo. L’allenatore dei lobbisti allora chiama time-out ma l’arbitro gli fa notare che non esiste: “non è mica basket”. Così, 4 minuti dopo, i lobbisti fanno montare due canestri al posto delle porte. I capitalisti, allora, ritirano la loro partnership – sponsor compresi – e costringono i lobbisti a giocare il resto della partita senza scarpini. L’arbitro, comunque, acconsente al time-out che dura appena 48 ore. Al rientro in campo i lobbisti sono tutti scalzi ma schierati nella metà campo dei capitalisti. Non essendoci più nessuno a battere il calcio di ripresa la partita viene sospesa a tempo indeterminato.
[artwork by aMusoDuro]