«… e questo sapore strano, che è fatto di libertà»
(R. Gaetano)

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E Pilato alla fine chiese: “Chi volete libero, Gesù o il Merda?”
Folla: “Merda, Merda, Merda, Merda, Merda, Merda, Merda…”
Pilato: “E tra Gesù e Giovanardi?”
Folla: “Giova, Giova, Giova, Giova…”
Pilato: “Sticazzi, scherzavo. Giovanardi è la prossima settimana, contro Saviano. Dunque, che il Merda sia libero!” (poi rivolto a Gesù): “Per essere il figlio di Dio hai riscosso meno successo dell’IMU. Allora dimmi, giudeo, cosa preferisci: ricevere l’incarico per formare il nuovo governo o essere condannato a morte per crocifissione?”
Gesù: “Crocifissione!”
Pilato: “E ci credo, tanto tra 3 giorni sei fuori. Vabbé, procedete”

Pilato si lavò le mani, si accese una sigaretta e si ritirò nella sua stanza a giocare a Ruzzle.

Nel frattempo il Merda, raccolte le sue cose dalla prigione, come prima cosa avvertì tutti i suoi follower che era stato liberato. Postò una foto della cella, cercò una canzone dei Queen per congedarsi e, siccome era già connesso, diede anche un’occhiata alla posta, le notifiche di facebook e pure alla pagina dell’Ansa. Così fu sera, e fu mattina, e il Merda era ancora dentro la sua cella.

Quando sentì il gallo cantare, decise di mettere via il suo smartphone, perché la vita vera lo stava aspettando fuori. La frase gli piacque talmente tanto che riprese il telefonino per postarla, tanto ci sarebbe voluto solo un secondo. Poi decise di aspettare un attimo per vedere eventuali condivisioni, like e commenti. E mentre aspettava fu sera e fu mattina un’altra volta, e il Merda, con 0 like, 0 condivisioni e nessun commento, stava ancora dentro alla sua cella.

Al nuovo cantar di gallo, il Merda, questa volta, aveva tutte le buone intenzioni di uscire e, per non cadere di nuovo in tentazione, spense lo smartphone. Poi chiuse gli occhi e si godette quel primo, vero momento di libertà. Restò così un paio di minuti, sospirò, sorrise e poi, con quel gesto automatico di chi lo fa sempre, prese lo smartphone in mano, lo sbloccò e si mise a leggere di nuovo la posta. Non si era neanche seduto perché, come dimostrato dal blog di Vanoni, staccarsi di colpo da Internet può provocare lo schiacciamento del cervelletto e, in certi casi, la morte. Così fu di nuovo sera e fu di nuovo mattina, e il Merda era ancora in carcere.

Nel frattempo Gesù era risorto, era asceso al cielo e aveva aggiornato la pagina facebook, che in un lampo aveva raggiunto il miliardo e mezzo di like.

Questa cosa fece rosicare il Merda a bestia, ma, proprio in quel mentre, le guardie romane (che si erano rotte il cazzo di quell’ospite e avevano bisogno della cella libera), presero il Merda e lo trascinarono nuovamente davanti a Pilato.

Pilato: “Ti ho liberato, ho fatto condannare Gesù e tu stai ancora qua. La cella mi serve libera per domani, non è mica un albergo”
Merda: “Stavo controllando la posta”
Pilato: “Sì, la posta dell’intero regno di Giudea! Ti credi per caso Magdi Cristiano Allam?”
Merda: “Chi?”
Pilato: “Un vecchio caso di affidamento tra Maometto e Gesù. Pare che nessuno dei due volesse prendersi cura della sua anima. Alla fine venne affidato ai servizi sociali. Ora però, levati dai coglioni ché ho da fare”

Il Merda, liberato dalle sue catene e con un rodimento di culo abortito, si ritrovò per strada, da solo, ma con la sua libertà. Si avviò verso la fermata dell’autobus, dove c’era giusto un altro tizio, solo anch’egli. Una pelata d’altri tempi, il toscanello in bocca, lo sguardo fiero di chi aveva perso l’ennesima battaglia.

Si fissarono per un po’, in silenzio, poi alzarono appena il mento in segno di rispettoso saluto e continuarono ancora un po’ a vagare nei loro pensieri.

Merda: “Giornataccia?”
Bersani: “Ja”
Merda: “Capisco!”
Bersani: “Ho vinto le primarie, ma al dunque son rimasto solo”
Merda: “Anche tu problemi con Gesù?”
Bersani: “Renzi”

Il Merda strinse tra i denti un “porco cazzo” e si congedò dal tipo con un’alzata di spalle, avviandosi verso casa a piedi.

Da solo, sì, ma poi non così tanto solo.