È successo. Esattamente come quelle cose che pensi possano accadere solo agli altri: incidenti aerei, rimanere bloccati nel treno per otto ore senza aria condizionata, code di 23 ore al casello senza pausa pranzo, figlia quindicenne che rimane incinta di un avvocato del foro romano in cambio di ricariche telefoniche, o addirittura peggio, rimanere senza tabacco alle 3 di notte. È successo.

Tutto è cominciato 5 giorni fa, quando con piglio fermo e risoluto lei ha annunciato: “Amore, ho deciso, diventiamo vegetariani. La carne rossa fa male, anche quella bianca, e gli insaccati. Me lo ha detto la dietologa, la nutrizionista, l’endocrinologa e pure l’estetista che mi fa la ceretta…”.

– “No, aspetta, tu fai la ceretta dall’estetista?”.
– “Facevo, prima di conoscerti. L’ho incontrata dalla parrucchiera”.
– “Hai anche una parrucchiera?!”.
– “Prima di conoscere te. L’estetista ci è andata, io l’ho incontrata mentre usciva”.

Mentre penso a quanto doveva essere figa la mia compagna, prima di conoscere me, mi torna in mente il motivo di questo scambio di battute: “Diventiamo vegetariani”, e già penso che dietro lo scaldabagno un paio di salami appesi ci stanno, per il prosciutto potrei trovare un alloggio nello scaffale dei prodotti per le pulizie, 4 anni che viviamo insieme e non lo ha mai aperto. Forse forse dietro l’asse per stirare riesco a farci stare una porchetta, figurati se ci guarda, manco sa cos’è. Una volta ha visto il ferro da stiro e mi ha chiesto se davvero quando io ero giovane i mouse per il computer erano così grossi.

Perso nei miei pensieri mi rendo conto che lei sta ancora parlando.

– “Comunque, mi sono informata, ho fatto un sacco di ricerche in rete. Ci sono ottimi sostituti della carne, del latte e delle uova. Tipo la soia, il latte di soia, il tofu, che è fatto di soia e il tempeh, di soia fermentata”.
– “C’è anche un ottimo sostituto della figa, si chiama culo, ma non ho mai pensato all’omosessualità come rimedio allo stress psicologico che mi provochi ogni volta che dici soia”.
– “Spiritoso. Ah, c’è anche il seitan!”.
– “Fammi indovinare, fatto di soia anche lui”.
– “No, glutine di grano, lo chiamano la carne vegetale. Ho trovato anche un sacco di ricette sui siti vegani!”.
– “Stiamo parlando di roba da mangiare, cazzo c’entra Goldrake adesso? E comunque non mi toccare Actarus!”.
– “Non capisco di cosa tu stia parlando. La dieta vegana oltre a fare bene alla salute è una scelta etica. Non si maltrattano gli animali!”.
– “E chi li maltratta!? Io manco faccio lo shampoo al gatto perché c’è scritto Non testate sugli animali”.
– “Dislessico, guarda qui: Arrosto Vegano, Hamburger di Fagioli, Spezzatino vegetale, Bistecca di soia, Carbonara Vegana”.
– “Scusa, ma come la fai la Carbonara senza le uova, il guanciale e il pecorino?”.
– “Semplice. Al posto del guanciale ci metti il tofu affumicato a dadini, il colore è uguale. Al posto delle uova frulli il tofu morbido con il latte vegetale e la curcuma. E il colore c’è. Invece come pecorino ci mettiamo il parmigiano vegano, è tutto scritto qui!”.
– “E sarebbe il parmigiano vegano?!”.
– “Mandorle sgusciate e tritate, sale rosa dell’Himalaya e lievito alimentare in scaglie”.
– “Perché non lo chiamano Trito di Mandorle con altre Schifezze?”.
– “Perché assomiglia al parmigiano!”.
– “Ho capito, anche una matitina dell’Ikea se la coloro assomiglia a una sigaretta, ma non la chiamo Sigaretta per non fumatori. È una cazzo di matita, se me la metto in bocca sa di legno!”.
– “Sei sempre il solito, guarda qui la foto. Sostituisci tutti gli ingredienti ed è uguale”.
– “Guarda che puoi anche sostituire Allegri con Seedorf e Seedorf con Inzaghi, ma se il Milan fa cagare, fa cagare. Punto”.
– “Non capisco il tuo astio”.
– “E io non capisco perché le ricette vegane devono avere il nome di qualcos’altro. Come se io ti chiamassi La nuova Paola”.
– “E chi è ‘sta troia?”.
– “Una mia ex. Il punto è che tu sei tu. Non ho bisogno di chiamarti con il nome di qualcuna che c’era prima se io adesso preferisco te. La bistecca di fagioli non è una bistecca. Sono fagioli frullati e messi insieme. Se ti piace per com’è non vedo perché la devi chiamare con il nome di una roba a cui hai rinunciato. Cos’è, ti manca? La pasta con la curcuma, il tofu e le mandorle, magari è anche buona, dubito, ma non è una carbonara. Dagli un nome tuo. O ti fa schifo chiamarla per quello che è: Rigatoni con polvere gialla, latte vegetale e lievito in scaglie”.
– “Vabbe’, hai sempre ragione tu! Io vado a farmi una doccia. Poi mi dici quando hai intenzione di buttare questo pezzo di legno che sta dietro la porta del bagno da quando stiamo insieme”.
– “Si chiama asse da stiro… O se preferisci, Surf Vegano”.

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