La facilità con cui dimentico che domani moriremo tutti mi porta a scrivere cose su eventi che accadranno solo l’anno prossimo. Sempre se non moriremo tutti. In questo caso vi prego di dimenticare quello che sto scrivendo, non voglio che i vostri ultimi pensieri siano rivolti a me e alla mia opera. Potreste, certo, sarebbe carino, ma non ve lo chiedo. Sappiate solo che quando cadrà l’asteroide io penserò a voi. Così, tanto per farvi sentire in colpa. Ma cominciamo dall’inizio: circa 50 anni fa.

Nel 1963 il mondo non era un bel posto: io dovevo ancora nascere, probabilmente anche voi, ma chi se ne frega. Ciò che successe all’inizio del 1963, più precisamente il 23 gennaio, fu qualcosa che avrebbe condizionato le nostre vite pur non essendo ancora nati. Il 23 gennaio 1963, il presidente francese Charles de Gaulle e il cancelliere tedesco Kualcosa Adenauer, firmarono il Trattato di amicizia franco-tedesco: il “Trattato dell’Eliseo”.

Due popoli, uniti dal reciproco odio, dalla convinzione di essere uno superiore all’altro (e comunque superiori a tutti) e dalla comune passione per del caffè di merda, si mettevano d’accordo per non rompere più le palle al resto dell’Europa. Almeno senza sparargli addosso. Fatevelo dire da un ex emigrato in 3 dei 5 continenti che ancora esistono, tutti ben divisi: ci si può abituare a tutto, tranne all’arroganza dei tedeschi e dei francesi. Anche al caffè schifoso mi sono abituato. Non senza conseguenze.

Cosa comporta il trattato di amicizia franco-tedesco? Una cosa prima di tutte: l’impegno reciproco nell’arrivare sempre secondi alla Coppa del Mondo. Avete mai visto una finale Germania-Francia? No, è impossibile. È negli accordi. Una finale comporterebbe la vittoria di uno dei due Paesi, impedendo di onorare il trattato. E sarà guerra. “Merde!” diranno i francesi. “Scheiße!” diranno i tedeschi. “Shit! Not again…” diranno gli americani.

Esistono riprese televisive, mai andate in onda, di una telefonata a Trezeguet durante la finale Francia–Italia del 2006, con Gerhard Schröder sugli spalti in qualità di Primo Ministro del paese ospitante. Era solo un attimo prima del rigore. Trezeguet guarda il pallone, poi il cellulare. Trova scritto: “Chiamata persa – Gerard”. Sono attimi struggenti, Trezeguet guarda di nuovo il pallone, poi suona di nuovo il cellulare: “SMS in arrivo”. Trezeguet guarda Buffon, poi legge il messaggio. È ancora Gerard: “SEGNA E T’AMMAZZO”. Trezeguet guarda di nuovo Buffon, che guarda uno dei suoi cellulari: “Amoreeeee, ma nn mi kiami maiiiiii!1!11!!” (Buffon tiene due Nokia 3310 nei guanti. Le avete mai viste le respinte di pugno di Buffon? Ecco, alla moviola si vede che sono a mano aperta).

Cannavaro abbraccia Pirlo e Grosso, sussurrando: “Lo sbaglia”. Grosso ripensa al gol che ha fatto alla Germania e visualizza mentalmente dei numeri per il Superenalotto (il culo che ha in questo periodo non si ripeterà mai più, e lui lo sa), Gattuso, seduto più in là, morde i tacchetti delle Nike per limare i canini, facendo buche con i talloni sul prato dell’Olympiastadion. Pirlo, dopo una lunga pausa, con uno sguardo da film di Sergio Leone, guarda la porta, e oltre la porta. Gli spalti. E ancora oltre gli spalti: la porta di Brandeburgo e ancora più lontano: il confine con la Polonia e oltre, lo sguardo di Pirlo avanza senza arrestarsi sulla crosta terrestre, passando lande e confini, fino a Vladivostok, dove un pescatore di salmoni si sente osservato, si volta ed esclama: “Minchia Pirlo, che ci fai qui?”.

Allora Pirlo si riprende dal suo viaggio e finalmente risponde a Cannavaro: “Come lo sai?” – “L’ho fatto chiamare da Gerard’ O’Assassino”.

Altri punti del trattato di amicizia franco-tedesco sono:

I francesi dettano le regole della moda e i tedeschi, a sfregio, si vestono come Luciana Litizzetto quando fa la spesa alla Coop.

I francesi dettano le regole della gastronomia e i tedeschi, a sfregio, mangiano direttamente dall’umido. O almeno sembra dalla presentazione dei loro piatti.

I francesi dicono di fare il vino migliore del mondo, i tedeschi la birra migliore del mondo. In entrambi i paesi un’acqua minerale al ristorante costa 5 euro. Merito dell’accordo.

Allora ricordate, 23 gennaio 2013, cinquantenario del trattato di amicizia franco – tedesco.

Con il commento di Fabio Caressa e Beppe Bergomi.