La faccio breve: se il web è pieno di Giancarlo Magalli e canzoni di Mango non vedo perché per rivalutare Marco Masini dobbiamo aspettare che muoia o che dica “turbofregna”. Lui che aveva un serramanico ma l’ha buttato via in fondo a una discarica venendo a casa tua, lui che con i primi soldi ti ha comprato quella spilla che ti illuminava il viso e ti chiamava la sua stella, a te che sei bella, bella, bella, bella stronza, lui che farebbe pure coming out per una rima: “ti vorrei, ti vorrei, ti vorrei anche se fossi un gay”. La domanda è: perché lo ignoriamo? Perché siamo innamorati della disperazione di Vasco Brondi e dimentichiamo che lui ha scritto pure un pezzo che si chiama Disperato? Certo, a volte è un po’ criptico: “L’iguana dei passi tuoi / il tuo inguine di viva orchidea / dove annegano gli occhi miei / e il tempo si ambigua” e certo, ok, forse la scelta di una cover dei Metallica non è stata il massimo ma se gli viene anche solo un raffreddore non vi azzardate a riempire l’internet di “Ci vorrebbe il mare”.