L’eco delle ultime parole di Jack risuona ancora tra le basse volte del tempio: “Tu non puoi passare!”. Tutti ammutoliscono, tranne Charlie: “Ma che c’è un altro Balrog?”, accorgendosi troppo tardi di aver sbagliato set. Ben si presenta immediatamente come George Lucas e rivolto a Hurley lo incita: “Dobbiamo fare in fretta, Obi-Wan. Andiamo”. Locke però li blocca: “Aspettate! Prima di andare dobbiamo sapere: si scrive Hurley, con la U, o Harley, con la A? Inoltre, dov’è che andate?”. Hu/arley spazientito risponde al tappo parlante: “Si scrive Horley, con la O. E comunque stiamo andando nelle segrete del tempio. Là sotto da qualche parte c’è un meccanismo per spostare l’isola…” – “Nello spaziotempo?” chiede Desmond – “No…” – risponde Ben – “… sottosopra”.
Non fa in tempo a pronunciare l’ultima lettera che si becca in faccia Woody, il tronchetto figlio di Claire e Charlie, lanciato da Sawyer: “Senti, Bengiomino Gigli, e se invece di stare a sentire queste stronzate ti fracasso la testa usando Kate?”. Nonostante Ben si presenti subito come il Dalai Lama, si accende una furiosa discussione fra tutti i sopravvissuti. D’improvviso però un suono li raggela: il citofono. Ben è categorico: “Non rispondete! Se nessuno risponde, dopo un po’ se ne vanno”. Ma dall’altra parte del salone una voce risuona argentina: “Chi è?”. Tutti si voltano terrorizzati e vedono Charlie, con la cornetta in mano: “Beh? Hanno suonato, non avete sentito?”. All’esterno si sente il classico scatto dell’apertura del portone. Il fattone, viste le facce dei compagni, si gioca l’ultima cartina: “Magari è Jack”, ma il rombo che si avvicina lo smentisce subito. “Fuggite, sciocchi!” grida Horley, e tutti seguono lui e Ben in una corsa forsennata verso le scale che portano nei dungeon. Kate lancia un dado da 20 e viene eletta Master: “Dietro la terza porta il ladro ode un leggero rumore di catene. L’aprite?”. Locke sta per girare la maniglia ma Claire lo ferma: “Woody ha iniziato a tremare” – “Goblin” annuncia piano Sawyer. Continuano fino alla porta successiva, Horley lancia una benedizione su tutto il gruppo e Kate chiede un Tiro Fortuna. Ben lancia il dado e apre la porta; Miss Master annuncia: “È la stanza che stavate cercando”. L’esultanza dura poco perché dall’alto un fracasso infernale si avvicina.
La stanza è vuota, sul pavimento c’è una botola. Basta solo un’occhiata per far viaggiare Desmond nel tempo, fino alla sua infanzia: è nella casa in cui è cresciuto, di fronte al frigorifero; ci mette un po’ ad accorgersi che lo sportello dell’elettrodomestico che ha davanti è uguale alla botola che ha appena visto. Torna al presente mentre gli altri cercano invano di aprirla, afferra la maniglia e fa una serie di movimenti tipo Gioca Jouer, sbloccando la serratura: “Fottuto Rex Kingsize 9000”. Il rumore ormai si è fatto assordante. Ben indica la scaletta che sprofonda nella terra: “Scendiamo”.
Dopo una lunga discesa il gruppo si ritrova in una specie di stanza circolare dal basso soffitto che ricorda l’interno di un sottomarino. Sul pavimento, oltre all’ennesima botola, c’è un’enorme scritta “BASSO”, metre sul soffitto è scritto “ALTO”. Sulla parete invece c’è una grande ruota simile al timone di una nave. Ben ordina a Sawyer di chiudere il portellone da dove sono entrati, poi si lancia con Horley verso il timone e insieme lo afferrano per ruotarlo: “Tenetevi, stiamo per cappottarci!”. Gli sforzi dei due però non bastano a muovere la ruota, mentre dall’alto il suono della catastrofe si avvicina rapidamente. Uno ad uno, Kate, Desmond, Sawyer, Locke, Claire e anche il piccolo Woody si uniscono a Ben e Horley. Il fragore è ormai assordante, i Testimoni di Geova sono quasi all’uscio. Ma la ruota inizia a girare. Un centimetro alla volta, cigolando, l’enorme timone inizia a spostarsi, e infine si sblocca. Tutto inizia a vibrare e sibilare, come una vecchia moka con la valvola tappata poco prima di esplodere. La stanza inizia a inclinarsi e tutti si aggrappano alla ruota, mentre una luce accecante esplode in ogni direzione.
Quando riaprono gli occhi sono confusi e doloranti. Distesi sul pavimento. Tutto tace. Ben si alza di scatto e guarda il soffitto: c’è scritto “BASSO”. A terra, invece, “ALTO”. “Ce l’abbiamo fatta, abbiamo girato l’isola. Non ci resta che salire in superficie, conosco un ristorantino di pesce niente male”. Tutti iniziano ad abbracciarsi e baciarsi e qualcuno – senza far nomi, ma di sicuro uno è Kate – accenna addirittura una copula, tanta è la gioia del momento. Colta da un lieve dubbio, Claire domanda: “Dove diavolo è Charlie?”. Desmond si lancia verso la botola nel pavimento, solo per assistere, di nuovo, agli istanti conclusivi della vita di Charlie, il quale, un attimo prima di morire annegato, con sguardo risoluto, poggia il palmo della mano sullo spesso vetro, per comunicare il suo ultimo messaggio: “Brutti stronzi”.