Claire la fuori di testa tira la leva della slot-machine di bambù e ottiene una banana, un pesce e un orso polare, perdendo per l’ennesima volta. Sono ormai tre giorni che gioca ininterrottamente: Mr. Eko le ha promesso che costruirà un asilo annesso al casinò, se lei riuscirà a vincere anche solo una volta. Accanto a lei, in una culla fatta di rami secchi e foglie di coca, giace un piccolo tronco d’albero su cui sono stati scolpiti molto rozzamente due occhi e una bocca. Dopo averlo cullato, Claire la pazza lo rassicura: “Avrai il tuo asilo”, al che si dirige verso l’ufficio reclami. Lì trova Mr. Eko che prega sgranando un rosario di dadi da gioco: “Mi dica”. La pazza chiede di parlare col direttore e Mr. Eko la indirizza al suo ufficio. Giunta lì, trova Mr. Eko che prega sgranando un rosario di dadi da gioco. La psicotica sta per chiedere altro credito quando dalla boscaglia sbucano Bernard e Rose. Claire corre verso di loro col tronchetto in mano, gridando “Ecco i nonni!”, mentre Mr. Eko ringrazia la madonna per i nuovi clienti. Dopo i convenevoli Bernard e Rose raccontano di essere diretti al tempio: “Ci hanno detto di farlo le voci degli alberi”. Claire guarda il tronchetto e gli fa “Ma che chiacchierone che sei!”, e decide di andare con loro. Mr. Eko è restio: “C’ho un’attività, come faccio?”. Bernard si appoggia per errore alla leva di una slot-machine e ottiene tre simboli della Dharma, vincendo la resistenza di Mr. Eko – “È un segno!” – nonché una casetta in multiproprietà nel villaggio degli Altri. Così, i quattro più il tronchetto si avviano festosi verso il tempio, convinti di recarsi dal mago di Oz. Solo pochi minuti più tardi arriva al casinò un folto gruppo di persone stranamente abbigliate, e con degli opuscoli in mano.