Ok, mi premeva affrontare il tema dei campi di rieducazione. Non sarò ipocrita, l’idea non la trovo così malvagia e le vostre frasi da Bacio Perugina di Voltaire tenetevele per i prossimi risultati elettorali della Lega. Il problema però cari è che per me lo svolgimento è stato penoso, diciamocelo. Torture, frustate, dolore… Ma dico, siete scemi? Ma se Marx avesse voluto ‘sta roba avrebbe scritto 50 sfumature di grigio, mica Il Capitale! È grazie a queste minchiate che è stato scritto Arcipelago Gulag, il libro più citato da chi non legge. Non credo insomma che sedici ore di lavori forzati in una risaia sul Mekong forniscano gli strumenti più adatti ai nemici della rivoluzione per capire quanto siano cretini. Credo che funzioni molto meglio farli vivere nel mondo che desiderano creare. Non gli piace la dittatura del proletariato? Facciamogli vivere in una compiuta democrazia dove tutti possono scegliere tra una destra paladina del libero mercato e una sinistra che ama le imprese. Credono nella libertà d’impresa? Facciamoli lavorare sotto Sergio Marchionne. Pensano che il privato sia più efficiente dello stato? Tutti all’Ilva di Taranto a farci le selfie! Credono nella supremazia dell’Occidente? E facciamoglielo vedere quest’Occidente, dalla Grecia però. Ecco adorati, io penso che facendoli così i campi di rieducazione i nemici ci diventano tutti majorettes per la festa del Primo Maggio.
[artwork by aMusoDuro]