«Ho visto cose che voi umani…»
(Blade Runner)

A differenza del matrimonio di tuo fratello, l’addio al celibato del tuo migliore amico o le cene in comitiva per vedere la finale di Champions League, il Tumblr Meetup è un evento a cui non rinunceresti mai, neanche se ad organizzarlo fosse la tua ex, il nuovo ragazzo della tua ex, o Toscano Irriverente.

I partecipanti, infatti, provengono da tutta Italia e si spostano a gruppi di tre, quattro, singoli, in carovana, in treno, qualcuno pure in ginocchio, pur di esserci. Il motivo di tale successo è che un Tumblr Meetup, come tutte le “comunità d’occasione”, permette ai suoi partecipanti di divertirsi e di provare emozioni fortissime, tutte concentrate in una sola sera e quindi, che non dureranno più dell’evento in sé. La bellezza di un Meetup, infatti, è nella sua data di scadenza: finito l’evento, le emozioni svaniscono. Nessun rischio di ritrovarsi in qualche legame affettivo prolungato.

Ovviamente, tranne i novellini e quelli che si portano dietro la ragazza, tutti gli altri sanno anche che al Meetup ci scappa, in media, una trombata la sera stessa e/o una trasferta entro il primo mese. I più bravi, poi, trombano pure per quelli rimasti a casa. Quelli rimasti a casa, invece, negheranno addirittura di aver mai avuto un Tumblr! Se poi non riuscite a trombare neanche ai Tumblr Meetup, datevi ai giochi di parole e iscrivetevi a surripedia.tumblr.com.

La data del Meetup, a differenza di quando muori, o di quando ti laurei, te la comunicano con almeno 6 mesi di anticipo, così hai tutto il tempo di divorziare e venire da solo all’appuntamento. Per fare gli organizzatori, invece, bisogna essere dei tumbleri esperti. Gente abituata a gestire eventi come le primarie americane, i colpi di Stato in Sudamerica e i cenoni di Capodanno.

Anche il Merda è stato invitato e, eccitatissimo, si è presentato con solo mezz’ora di ritardo. Al ristorante trova più persone che al suo matrimonio, vestiti decisamente peggio. Chi sembra Heidi, chi la Bellucci appena stuprata, chi l’albero di Natale di piazza Venezia, quello bianco a forma di cono, ma nessuno si lamenterà mai, perché la fame di figa dei tumbleri è rinomata in tutto il mondo, nonché materia di studio del MIT!

Il Merda, al contrario, per una volta è vestito meno peggio degli altri presenti. Anche qua, c’è il modello appena uscito da Postal Market, quello con il cappellino da baseball, quello che dev’essere la prima volta che visita un centro abitato con più di 10.000 abitanti, chi arriva direttamente dagli anni ’50 e via dicendo. Ma anche qua, non importa: pure tra le tumblere, infatti, è pieno di donne mature che ancora sbavano davanti ad immagini di modelli, figuriamoci se scartano un cazzo vero in 3D solo perché non è vestito secondo i gusti di Dottoressa Dania.

Il fatto è che durante i Meetup ho visto lo sguardo di tumblere, in stile “Palla di Lardo”, trasformarsi da un iniziale “vergine addolorata” ad un definitivo “puttanone seriale”.

Dopo una prima panoramica visiva, il nostro amato Merda si dirige al bancone del bar, ordina da bere e seduto su uno sgabello, inizia a fissare con più attenzione i partecipanti. Accanto a lui, riconosce subito le tette enormi di una riccia, la quale sta elencando agli unici due maschi che non si è mai trombata, le sue ultime avventure. È appena giunta agli anni ’90. Poco distante, intravede la schiena di un tipo girato di spalle: “Quello dovrebbe essere Bukowski” pensa il Merda. Seguendo il giro, c’è quella che sulla Dashboard faceva lo sciopero della fame, ma che dal vivo mangia, il gruppetto di rivoluzionari, quelli che tra un porco Dio e un Dio porco, pianificano la rivoluzione socialista. Per ora sono alla parola d’ordine: “chiudete l’Internet”.

Il Merda continua con la sua panoramica, incrociando quelli con l’iPhone al posto delle mani, i veterani con i “like” d’onore sul petto, quelli che “il Meetup precedente – quando tu non c’eri – è sempre il migliore”, fino a quando si blocca, all’improvviso, sopra ad altre due tette, anch’esse enormi. La ragazza è stata intubata in un vestitino nero, lungo fino alle caviglie e talmente stretto che le stampa pure le vene varicose. È lei, quella che il Merda vorrebbe scoparsi dai tempi di Friendfeed. Emozionato, cerca di controllare la sudorazione delle sue mani e fa per avviarsi verso di lei, ma è subito preda di uno col pizzetto, dichiaratosi suo fan dal principio. È il tipico stacanovista del tumblr, uno di quelli che ne gestisce almeno 80 diversi, manco lo pagassero. Ne ha uno personale, uno di giochi di parole, uno di link, uno che il Merda non capisce bene di cosa tratti e uno soft-politico.

Il Merda, dopo aver annuito per tutto il tempo, schivando nel mentre qualche sputazzata del suo interlocutore, riesce, alla fine, ad allontanarsi con la scusa del bagno.

A questo punto è solo, a pochi passi di distanza dalla tettona. È il momento giusto; si avvicina a lei da dietro, le tocca una spalla con la mano, sorride, abbassando un po’ lo guardo e si presenta: “Ciao, io sono il Merda”. Lei: “Ti stavo aspettando”.

(continua)