C’è anche il caso che la vita funzioni come i film di cassetta, che se hanno un buon successo di pubblico poi se ne fa un seguito, e magari anche un altro, e via così, finché le persone vanno a vederlo. Potrebbe essere che se conoscete tanta gente, e avete successo con le persone, forse, una volta morti di voi fanno un seguito, così rinascete, e avete un’altra vita, e magari anche un’altra, e via così, finché fate pubblico. Una specia di buddismo commerciale. Questo spiegherebbe perché quasi tutti hanno quest’ansia di piacere, piacere il più possibile, a molti, a tutti. In una specie di gara, anzi, di concorso, come a Venezia a Cannes a Berlino, in cui dopo mille e mille e mille vite non resta che uno solo, vittorioso, che alla fine l’unica cosa che può fare è giudicarsi da solo, e rendersi conto che in effetti, come persona, non è mica niente di che, e morire così per ultimo, con un finale di merda.