[Atrio della Sala del Nazareno, Roma. Una folla di giornalisti e curiosi si accalca su Silvio Berlusconi e Matteo Renzi che avanzano a passo svelto]

Silvio: “Ciao Matteo!”
Matteo: “Buongiorno Presidente”
Silvio: “Allora, lo mandiamo a casa questo Governicchio?”
Matteo: “Ahah, non dica ‘osì, è anzi necessario pensare insieme a un Letta bis che ci permetta di arrivare al voto in tempi brevi, ma in totale si’urezza per l’e’onomia, nonostante le ‘ose…”

SBAAAM!
[La porta del Salone si chiude con un colpo netto. Silvio e Matteo restano soli e si appoggiano al grosso tavolo centrale. Matteo si toglie una roba molliccia dalla bocca e la getta nel cestino]

Silvio: “Ok ok, li ho chiusi fuori, basta così, puoi parlare normale”
Matteo: “Ooh porca Eva, mi stavano finendo le cazzate. Insomma… che facciamo?”
Silvio: “Be’, facciamo come avevamo detto, no?”
Matteo: “Va bene, ma con Letta ci hai parlato?”
Silvio: “Ho parlato con sua mamma”
Matteo: “E ha detto che va bene?”
Silvio: “Ma sì, alla fine lei se ne sbatte il cazzo, l’unica cosa – dice – è che non dobbiamo far passare il figlio per demente, alla tivvù”
Matteo: “Oh, per adesso non si può lamentare eh, sembra quasi uno statista verAHAHAHAHAHAH! Ma te l’ha raccontata Gianni di quella cosa che ha fatto a Mosca?”
Silvio: “Ahahhahah sì me l’ha raccontata direttamente Putin”
Matteo: “Che spettacolo, dice che quando ha visto quei quattro metri di troie che gli avevano portato si è chiuso in bagno per un’ora e venti AHAHHAHHAHAH!”
Silvio: “Che mito, han dovuto farlo uscire con la solita scusa di Draghi incazzato”
Matteo: “Be’, dai, per altri sei mesi andiamo avanti così, lui è tranquillo, non fa cazzate da psicopatico, la mamma è tranquilla, Gianni mi ha detto che va bene così”
Silvio: “Ok allora per i giornalisti diciamo quella supercazzola del doppio turno col premio senza premio, com’era?”
Matteo: “Ma sì, una specie di proporzionale moscio che a un certo punto diventa maggioritario cazzuto e lo mette nel culo alla partitocrazia”
Silvio: “Perfetto oh, sembra una roba vera!”
Matteo: “Così per un mesetto si scannano su questa stronzata, Cuperlo e Fassina mi vanno in iperventilazione sui giornali e in tivvù e mi lasciano in ombra Letta, e intanto tu stai tranquillo e fai arrivare le navi a Gioia Tauro”
Silvio: “Ok”
Matteo: “Ma quanta roba riusciamo a far venire?”
Silvio: “Ma guarda, Putin m’ha detto che fino a mille tonnellate la dogana nemmeno ci guarda, poi è roba leggera, da guerra del Golfo. Tra l’altro quel giorno lì c’è la Champions”
Matteo: “Oh bene, così facciamo una cosa pulita”
Silvio: [sghignazzando] “Sì. Questo Paese ha bisogno di nor-ma-li-tà AHAHHAHAHHAH!”
Matteo: “AAHAHHAHHAH! Nor-ma-li-tà! AHAHAHHAHAH!”
Silvio: “Dai, seriamente, tu il conto l’hai già messo sotto controllo?”
Matteo: “Certo, saran tre mesi che il tesoriere è morto, per ora lo teniamo sciolto in una Jacuzzi, sempre a Roma, per non dare nell’occhio”
Silvio: “Io ho già messo un po’ di liquidità da parte, per le spese iniziali, poi ora vendo Balotelli e qualche altro negretto e giro tutto a Baget Bozzo, a Panama”
Matteo: “A quanto stiamo in totale?”
Silvio: “Un miliardo, un miliardo e due, tranquillamente. Poi tanto fino a due miliardi la dogana nemmeno controlla”
Matteo: “Be’, una metà ci servirà subito per l’acconto a Putin”
Silvio: “Sì, ma tanto ci rateizza tutto, ci ho parlato bene”
Matteo: “Bene. Ma quindi alla fine Veronica viene con noi?”
Silvio: “Sì sì, povera, si è talmente rotta il cazzo in questi due anni che verrebbe pure a Disneyland”
Matteo: “È stata brava però”
Silvio: “Sì sì, una professionista. Pensa che solo di negri, toyboys e gruppi circensi m’è costata sei milioni! SEI MILIONI! Però dai, brava, una professionista”
Matteo: “Ok. Ma senti, sei sempre dell’idea di cominciare da Palermo?”
Silvio: “Sì, assolutamente. I colpi di Stato che funzionano partono sempre dalla cantina”
Matteo: “Giusto, ma quindi Palermo – Napoli – Roma – Firenze – Milano, è così?”
Silvio: “Sì, all’inizio sembrerà una cosa militare, tipo notte dei lunghi coltelli, poi piano piano ci mettiamo un po’ di mafia e un po’ di servizi segreti”
Matteo: “Quando arrivano a Roma per il Fatto Quotidiano è già tutta colpa di Cossiga AHHAHAHHAHAH!”
Silvio: “AHAHAHHAH! Povero, se Francesco ci fosse ancora sai le risate”
Matteo: “Eh, ma l’abbiamo trattato bene alla fine”
Silvio: “Be’ sì, una cosa decorosa, dignitosa, pulita”
Matteo: “Bene, fare un altro casino come con Ratzinger sarebbe stato, come dire, sconveniente…”
Silvio: “Già. Poi se non sbaglio il 7 giugno è anche il giorno in cui muore Napolitano, giusto?”
Matteo: “Sì, è perfetto. Al Gemelli mi hanno assicurato che per le 18, proprio mentre noi arriviamo a Togliattigrad, entra in rianimazione. Poi alle 21 arriva Santoro e alle 23 schiatta. Lui è d’accordo.”
Silvio: “Perfetto”
Matteo: “Hai fatto fare il conto preciso di quanti siamo?”
Silvio: “Sì, Riva mi ha detto che dovremmo essere intorno a ottocento. Comunque fino a mille la dogana non controlla”
Matteo: “Allora io porto pure il gruppo dei De Mita eh, ce li hai contati sì?”
Silvio: “Sì, tutti contati, pure Maurizio Costanzo e il gruppo dell’anfetamina”
Matteo: “Va bene dai, alla fine è sempre meglio non farsi nemici”
Silvio: “No, infatti, abbiamo fatto tanto, ormai ci conviene volare bassi e andare avanti tranquilli”
Matteo: “Giusto. Ma all’Estero come passa la storia?”
Silvio: “Be’, non ci devono capire molto, ma tanto Obama mi ha detto che per quell’epoca loro avranno il terremoto a Chicago, figurati se si mettono lì a indagare su queste cazzate nostre”
Matteo: “Infatti”
Silvio: “Poi comunque Beppe dice che in sei mesi ritira su tutto e mette in piedi una specie di direttorio 2.0, una cosa strana di restaurazione sociale che ha teorizzato Casaleggio studiando i castori”
Matteo: “Perché che fanno i castori?”
Silvio: “Ma niente, dice che quando gli crolla una diga, invece che ricostruirla uguale, la rifanno due metri più in là, un po’ più bassa, un po’ storta, un po’ diversa”
Matteo: “E perché?”
Silvio: “Perché così possono dare la colpa alla diga”
Matteo: “Geniale”
Silvio: “Già. Ma senti, tu sei sempre convinto, vero?”
Matteo: “Sì sì sì”
Silvio: “Non è che poi ti viene la nostalgia, la saudade, e magari ti viene in mente di tornare?”
Matteo: “Ma no, figurati, poi coso lì, il tipo del CERN, mi ha detto che entro massimo due anni sotto Bologna sarà tutta roba monsonica, alluvioni, casini. E che ci sto a fare al Mugello io? Questo è il momento della revoluciòn, non ci sono più dubbi, è il momento storico perfetto”
Silvio: “Lo so, lo so, anche Bergoglio m’ha detto che lui verrebbe subito, ma dice che per tirar via lo IOR servono almeno 9 mesi”
Matteo: “Eh quelle son cose grosse, alla dogana c’è rischio che se ne accorgano”
Silvio: “Comunque aveva ragione D’Alema anche stavolta eh”
Matteo: “Che vuoi dire?”
Silvio: “Be’, la rivoluzione, dico, è proprio come se l’è immaginata lui quella sera a Ponza, ti ricordi?”
Matteo: “Sì, diceva ‘la rivoluzione per un terzo è un fatto di meteo, per un terzo è un fatto di troie, il resto è far finta di cambiarsi le mutande’”
Silvio: “Eh, i comunisti queste cose le capiscono prima, le visualizzano; sarà per tutti quei libri che hanno letto”.

[Silvio e Matteo si spostano lentamente sul divano rosso a forma di vagina, in fondo alla sala, e si adagiano mollemente, quasi sfiorandosi]

Silvio: “Però è bello oh”
Matteo: “Davvero, io son già eccitatissimo da mesi”
Silvio: “E questo è niente, vedrai quando saremo sul Mar Nero a bere sperma di montone davanti alle PussyRiot che leccano le palle alla Merkel…”
Matteo: “… Mmmm, non dirmelo, non dirmelo”
Silvio: “… e terremo la tivvù sintonizzata fissa sulla rete pubblica italiana, TeleMontecarlo, che racconterà per tutto il giorno degli scontri nelle piazze, del nuovo ordine imposto dai Cavalieri di Malta e della sommossa sanguinaria dei Forconi Riformisti di Elisabetta Gardini… sarà bellissimo, daremo grandi feste da ballo e inviteremo decine di ragazzini di Mourinho, quei minotauri muscolosi non vedenti, e poi staremo per ore a gozzovigliare per terra, mangiando solo carne di intellettuale, e poi sesso, sesso, sesso, come piace a noi, nelle vasche di botulino… appiccheremo enormi falò nel cortile e i nostri ospiti potranno bruciare libri, fatture e analisi macroeconomiche unte di grasso di cane…”
Matteo: “… Mmmm, sì, continua, continua… e dei nemici? Che ne sarà dei nemici della libertà?”
Silvio: “I nemici del bene saranno umiliati, costretti a guardare la rivoluzione dai campi profughi nel Salento, mentre fuori sarà tutto un fiorire di iniziative personali, di libera costruzione della personalità, di agonismo ormonale… la ricchezza, la ricchezza sarà ovunque, esposta nelle vetrine dei musei, inaccessibile e bellissima, avrà il sorriso accomodante di Umberto Smaila e la disponibilità solo auspicata di una scrofa vestita da scrofa, e sarà bella da contemplare al cospetto di miserie oscene e purulente, a contrasto divino nelle pieghe vecchie dei perdenti generici. Godere sarà la parola, godere proporzionalmente alla propria luminosa meraviglia, o perire nella mediocrità… la lotta tornerà a essere valore, il popolo avrà le chiavi della democrazia, e ne farà ciò che vuole, i morti saranno riesumati, i cadaveri lasciati nelle strade come monito di inadeguatezza, i sepolcri saranno un premio, tutti avranno un’opinione e ciascuno avrà un modo per affermarla, nonostante tutti gli altri. La religione sarà spazzata via con le sue sciocchezze medievali, perché tutto sarà religione… per entrare negli stadi bisognerà togliersi le scarpe, e i calciatori peggiori potranno essere sodomizzati sul posto da enormi animali meccanici, guardiani della rivoluzione… e noi dal di fuori, dal di sopra, li guarderemo con il telecomando in mano, pronti a cambiare canale al primo segno di già visto… Saremo come Dio, ma come Dio che per pura espressione di libertà, a un certo punto sfascia il mondo inculandosi i santi e gli angioletti,  sarà bellissimo, sarà eccitante, sarà il regno dell’uomo che hanno sognato i nostri filosofi, i teorici del drive-in, le zoccole sante, i padri del liberismo e i nostri martiri…  ”
Matteo: “Mioddìo, mio Dio… sarà bellissimo…”
Silvio: “Dai, ora vieni qui e fai quello che sai fare, troietta, ma fallo bene come ti ha insegnato la mamma”
Matteo: “Sì…”.
Silvio: “Sì cosa?”
Matteo: “Sì, papà”.

[In lontananza si sente il crescendo incalzante di una canzone neomelodica, il cui ritornello dice qualcosa tipo

“… Era un grande amore e l’hai bruciato in’da mezzora
il mio cuore l’ha deciso e non ti lascia entrare più
non chiamarmi basta, ora devo riattaccare
ormai è finita tra noi due ed è stata solamente colpa tua…”]