Quando Claudio riappoggiò il telefono sulla scrivania aveva la stessa espressione di un quindicenne che scorre il profilo Instagram di Victoria’s Secret. Si tirò su dalla sedia ma non disse una parola. L’ufficio della Viralissimo era talmente piccolo che bastò quel gesto fuori posto per attirare l’attenzione di Giorgia e Michele, immersi nel brainstorming per la loro prima campagna pubblicitaria.

– «Ho appena finito di parlare con Thomas N. Conroy» annunciò Claudio.

Gli altri due rimasero muti.

– «Thomas N. Conroy… » scandì Claudio in attesa di una reazione.
– «Mi suona familiare» si limitò a dire Michele, ma fu Giorgia a confermare che c’era bisogno di un chiarimento: «Chi cazz’è?»
– «Thomas N. Conroy, gente. L’uomo invisibile!» disse Claudio, trasmettendo l’espressione da quindicenne anche agli altri due, «Ha letto l’annuncio su Linkedin. È interessato. Viene domani per discuterne».

Si abbracciarono e festeggiarono, stappando qualcuna delle birre che la Borchioni aveva fornito loro per la campagna promozionale. Un attimo prima di brindare Michele chiese a Claudio, giusto per sicurezza: «Gliel’hai detto sì che non gli diamo un centesimo?»

***

Mocassini di pelle nera. Calzini neri. Pantaloni neri gessati che salivano fino a una camicia bianca aderente e ben stirata. Polsi stretti attorno al nulla da un paio gemelli dorati che facevano capolino da sotto le maniche di una giacca gessata coordinata. In cima, a fluttuare alcuni centimetri sopra il colletto slacciato senza cravatta, un paio di occhiali da sole dalla montatura nera d’osso. Eccolo lì, seduto di fronte ai tre fondatori eccitatissimi della Viralissimo: proprio lui, Thomas N. Conroy, l’uomo invisibile.

– «Come le dicevo, signor Conroy, non mi aspettavo certo che rispondesse lei al nostro annuncio» disse Claudio, «Ci aspettavamo di attirare più che altro degli hipster».
– «Per favore, evitiamo le formalità. Diamoci del tu» disse Thomas.
– «Ah, come vuoi. È che ci fa un certo effetto averti qui. Mi ricordo che l’ultima volta che ti ho visto avrò avuto sì e no otto anni. Eri in TV, credo per un’intervista» disse Claudio un po’ impacciato.

Gli occhiali d’osso svolazzarono appena, facendo indovinare facilmente il leggero dondolio della testa del loro distinto ospite. Poi, dal vuoto appena sotto le lenti scure, arrivarono le sue parole: «È passato così tanto tempo che mi sembra quasi di parlare della vita di un altro».

Claudio si voltò di scatto verso Michele e Giorgia, che se ne stavano rapiti in contemplazione, dopodiché disse: «Non vorrei sembrare inopportuno, però… poi cos’è successo? Sei praticamente sparit… » Un artificiale colpo di tosse di Michele troncò la gaffe di Claudio.

Gli occhiali da sole s’impennarono per un attimo, seguendo la risata di Thomas: «Non preoccuparti Michele» disse, «Claudio ha ragione. Di punto in bianco svanii nel nulla, per la seconda volta in un certo senso. È che d’un tratto mi resi conto che stavo diventando un fenomeno da baraccone. Ai media non interessava nulla dell’incidente in laboratorio, delle ricerche che stavo conducendo, e nemmeno delle impensabili difficoltà che a causa della mia condizione dovevo affrontare quotidianamente, con la famiglia, col lavoro. Fu come reimparare a vivere. Loro invece facevano solo domande idiote. In una trasmissione mi chiesero persino di fare qualche numero di magia, come fossi un prestigiatore. Volevano il mostro in studio per fare audience, nient’altro. Così mi sono chiamato fuori. Vi stupirebbe sapere quanti pochi rifiuti bastano, quando vi chiedono apparizioni o interviste, per smettere di essere cercati. Lo spettacolo trova sempre nuove attrazioni. E dimentica in fretta. Ora però basta parlare di queste cose lontane: ditemi del vostro progetto».

Richiamando alla mente il manualetto di PNL che aveva letto qualche settimana prima, Claudio assunse la posa “confidenza/convincimento/preghiamo il cielo che dica di sì” e partì: «Il nostro cliente è il birrificio artigianale Borchioni. Si tratta di una realtà attiva da tre-quattro anni, con già una buona linea base di prodotti: una weiss, una lager, una rossa doppio malto. Puntano soprattutto sulla qualità delle materie prime e sul discorso della sostenibilità, quindi orzo biologico, a chilometro zero, fermentazioni naturali ecc. Hanno un’ottima presenza in ambito locale e una buona distribuzione regionale. Ora hanno deciso di tentare il grande salto e farsi conoscere a livello nazionale. Vogliono usare come trampolino un nuovo prodotto che stanno per immettere sul mercato, una birra aromatizzata al miele. L’hanno chiamata Bee-R».

– «Nome appropriato» disse Thomas.
– «Beh, sì, hanno deciso così… » disse Claudio come per giustificarsi, «Fatto sta che ci hanno affidato la campagna pubblicitaria per questa nuova birra. Trattandosi di una piccola e giovane azienda il budget che ci hanno concesso è risicatissimo, glielo facciamo più che altro come favore».
– «Uno dei soci del birrificio è suo cugino» intervenne Giorgia indicando Claudio.
– «Sì, ecco» disse Claudio imbarazzato, «questo è un dettaglio di poca importanza. Però insomma dobbiamo tenere i costi bassissimi. Niente TV, niente radio, niente giornali. Ci muoveremo solo su internet, almeno all’inizio. In effetti pensavamo a un video da mettere su YouTube come promo. Se s’innesca la viralità il gioco è fatto, allora potremo allargarci verso altri media. Con te come testimonial non credo ci saranno problemi. Basta l’idea giusta, che magari sfrutti le tue… qualità».
– «Certo» disse secco Thomas.

Claudio continuò: «Ovviamente, trattandosi di una produzione praticamente a costo zero, come ti ho detto, era accennato anche nell’annuncio, forse in modo non molto esplicito… in pratica non possiamo garantirti un compenso. Ti pagheremmo in visibil… » e arrivò un altro colpo di tosse di Michele.

Questa volta Thomas non rise: «I soldi non m’interessano. Lo farò volentieri gratis. Diciamo che per me è un’occasione per farmi rivedere in giro. Ci aiuteremo a vicenda».

– «Magnifico!» disse Claudio, voltandosi di qua e di là verso i suoi colleghi con un sorriso che quasi non gli entrava in bocca. «Allora siamo d’accordo. Ci mettiamo subito al lavoro per partorire qualche idea esplosiva. Sono sicuro che sarà un successo. Ci sentiamo nei prossimi giorni».

***

– «Pronto, Thomas?»
– «Sì?»
– «Ciao, sono Claudio di Viralissimo».
– «Ciao Claudio. Trovata l’idea?»
– «Sì, ti chiamo giusto per questo. L’idea c’è, però dovresti chiarirci un piccolo dettaglio».
– «Dimmi pure».
– «Vorremmo sapere se quando bevi, in pratica, quello che bevi si vede andar giù. Scusa, è un po’ imbarazzante, mi rendo conto. Non so se mi sono spiegato».
– «Ho capito cosa intendi. Sì, quello che ingerisco, solidi e liquidi, si vede scendere verso lo stomaco. Resta visibile per qualche minuto, poi iniziano i processi di assimilazione e tutto diventa invisibile insieme a me».
– «Ok, allora mi sa che ci siamo. Se per te non è un problema possiamo vederci domattina qui in ufficio, così iniziamo a fare sul serio».

***

Una stanza bianca. Leggermente decentrato sulla destra un tavolino di plexiglass con sopra una bottiglia di Bee-R. Accanto a quella un apribottiglie d’acciaio che ricorda la sagoma di un’ape.

Suono di passi che si avvicinano. Da sinistra entra in campo Thomas. Elegantissimo. Occhiali da sole e Borsalino nero. Cammina lentamente verso il tavolino, prende la birra e la stappa. Ne beve un sorso. L’appoggia. Poi dice «Bee-R, la birra al miele del birrificio Borchioni… » L’inquadratura stringe su testa e busto, mentre Thomas si slaccia alcuni bottoni della camicia, mettendo in mostra la birra che scende dentro di sé. E a quel punto conclude: «La qualità si vede. Parola di Thomas N. Conroy».

***

– «E ora che si fa?» disse Thomas.
– «Ora incrociamo le dita» disse Claudio.
– «E aspettiamo» aggiunse Michele.

Giorgia andò sul pratico: «Se ci dice culo la bomba scoppia e il video diventa virale».

– «Sì, beh» Claudio continuò la metafora più sottilmente, «abbiamo piazzato l’esplosivo e acceso la miccia. Se entro ventiquattr’ore sentiamo il botto, è fatta. Il resto verrà da sé. Altrimenti sarà un fail».
– «Vedrete che andrà alla grande» disse Thomas, «Fatemi sapere», e li lasciò davanti ai loro monitor pieni di grafici e numeri.

***

– «Thomas? Sono Claudio»
– «Ciao Claudio. Allora, come sta andando?»
– «Grandi notizie! Il video sta funzionando. Le visualizzazioni crescono rapidamente, siamo già a qualche decina di migliaia. Sui social network sta arrivando a ondate di condivisioni e sta pure cominciando a parlarne qualche testata. E questo è solo l’inizio: domani secondo me sentiremo il botto quello grosso. Ci hanno chiamato dal birrificio, sono tutti su di giri: li stanno contattando diversi fornitori e distributori interessati alla Bee-R. Anzi, guarda, ci hanno sganciato un po’ di buget supplementare. Niente di che eh, però pensavamo che, se tu potessi fare un salto qui nel pomeriggio, potremmo fare un po’ di foto sullo stesso set, per preparare manifesti, pubblicità cartacee e online, quelle robe lì. Che ne dici?»
– «Dico che sono contentissimo. Bel lavoro ragazzi. Ci vediamo nel pomeriggio»

***

– «Claudio, vieni un attimo» disse Michele.

Claudio lo raggiunse davanti al monitor: «Che c’è?»

– «Stavo giusto iniziando a lavorare sulle foto di oggi» disse Michele «e guarda qui che strano: dove sono le mani e il viso c’è una specie di leggera opacità, come se Thomas non fosse trasparente al 100%. Lo vedi anche tu?»
– «Uhm, sì, appena. Strano davvero. Dev’essere una roba di luci, di ombre. Boh, l’esperto sei tu, sistema con Photoshop se è un problema e pace. Al limite ne facciamo altre domani. Ora scusa ma deve chiamarmi Repubblica per un’intervista. Siamo famosi Michele, è fatta!»

***

– «Thomas? Sono Claudio. Scusa l’ora ma devo proprio dirtelo».
– «Lo so, abbiamo fatto il grande botto»
– «Sì! Ma tu che ne sai?»
– «Diciamo che… ho il sesto senso». Rise.

Claudio rimase un attimo interdetto. «Le visualizzazioni hanno superato il milione e il contatore continua a macinare. Stanno arrivando giornali, TV. Ci stanno commissionando lavori. Ce l’abbiamo fatta, Thomas! Abbiamo svoltato!»

– «Sì, Claudio. Abbiamo davvero svoltato».
– «A proposito, alla Borchioni sono in visibilio, hanno deciso di sganciare dei quattrini veri finalmente. Perciò, ecco, ci sarà un compenso anche per te».
– «Come ti ho già detto non voglio un centesimo. Sono a posto così»
– «Sicuro? Magari ne parliamo domani. Facciamo anche un po’ di foto nuove, pensiamo a come andare avanti».
– «Domani, ok. Ma niente soldi. Quelli spettano a voi, ve li meritate».

***

Giorgia si piazzò davanti alla scrivania di Claudio: «C’è un signore di là, vuole vederti».

– «Chi è? Cosa vuole?»
– «Non ne ho idea, non me l’ha voluto dire».
– «Proprio oggi che siamo in mezzo al delirio. Ok, fallo entrare, speriamo non sia una cosa lunga».

Claudio fece appena in tempo a dare una rapida sistemata al caos che gli si era accumulato sulla scrivania nelle ultime ore che si trovò di fronte un uomo alto, sulla cinquantina, fresco di rasatura e vestito con una certa ricercatezza. Aveva i capelli neri appena brizzolati e profondi occhi azzurri.

– «Buonasera, io sono Claudio. Cosa posso fare per lei?»
– «Non avevamo detto di darci del tu?»
– «Mi scusi, ci conosciamo?»
– «Sì che ci conosciamo. Anche se immagino si possa dire che è la prima volta che ci vediamo. Anzi… che tu mi vedi».

A Claudio uscirono praticamente gli occhi dalle orbite: «Thomas?»

– «In carne e ossa. Letteralmente».

Claudio ricadde di peso sulla sedia, ammutolito, e lo ascoltò.

– «Ho fatto giusto un salto per complimentarmi e ringraziarti dello splendido lavoro. Abbiamo fatto il botto sul serio, a quanto pare». Sorrise, rimanendo per un attimo incantato a osservarsi le mani. Poi si riscosse. «Devi perdonarmi, non le vedevo da 23 anni. Comunque, ora che grazie a voi ho di nuovo un volto, posso tornare a essere una persona anonima in mezzo a miliardi di altre. Una persona, perdonami la battuta, invisibile. Mi dispiace di dover abbandonare il ruolo di testimonial, ma dubito di potervi essere ancora utile, così come sono adesso. Ve la caverete, ne sono certo. Non avete che da cavalcare l’onda.

Tutto qui. Ora ti saluto. Ringrazia tu Giorgia e Michele da parte mia. Siete una grande squadra. Ci si vede in giro». Si strinsero la mano, Claudio ancora senza parole.

Sull’uscio, un attimo prima di sparire per sempre dalla Viralissimo, Thomas si voltò. Aveva un gran sorriso in faccia: «Dimenticavo di dirti una cosa».

– «Cosa?»
– «Quella Bee-R fa proprio schifo».