Quelli fra Natale e Capodanno sono giorni senza una direzione, vuoti, d’iniziative e di volontà, in bilico fra un rumoroso già accaduto e un altrettanto rumoroso da venire. Non succede niente, fra Natale e Capodanno, quantomeno niente d’importante. Niente che non sia meccanica quotidianità. Giorni per le piccole cose, forse. Invece no. Persino l’ozio è rovinato, da quell’attesa, di chissà cosa poi. Sono giorni che non meritano il calendario; se ci stanno, sarà per un errore di calcolo. Doveva finire tutto prima: Natale, Santo Stefano, San Silvestro. Liscio. Invece quando fecero i conti avanzarono dei giorni, e s’inventarono questo limbo, di cui nessuno ha memoria, di cui nessuno ha voglia.