Le 4 del mattino in un albergo di una città straniera. Il cuscino sotto la tua testa è soffice e caldo. Il ventilatore sul soffitto gira con cortesia e professionalità. Il letto della tua camera, comodo e impeccabile, ha lenzuola profumate e una bionda locale che dorme. Angelica. Tettona.

È stata una serata fantastica. Lo spettacolo è stato un successo, la città è stupenda, ordinata, colorata e stilosa, come un depliant fico, ma in 3D. La cena eccellente, ottimo cibo locale inaspettatamente saporito – all’inizio qualsiasi portata somigliava a spezzatino di avanzi – accompagnato da un vino di produzione locale che sì, faceva schifo al cazzo, ma non abbastanza per frenare l’entusiasmo. Il tutto condito da una vagonata di salamelecchi d’alto profilo per il tuo lavoro, perchè vieni dall’Italia a portare la bella cultura, e agli occhi del pubblico e degli organizzatori stasera sei la rockstar, cazzo!

Anche la bionda, l’interprete, la pensa così.

Durante la cena ha iniziato con questo bla e quell’altro bla, con le sue tette straniere poggiate sul tavolo, e parlava volteggiando una bocca sessuale e umida che mi ricordava le pubblicità italiane, dai profumi ai bagnoschiuma, pubblicità che qui non si vedono perchè qui per strada il marketing è bandito. Che paese! Che tette! In camera con la bionda hai costruito il tuo personaggio alla perfezione, sei il tipo adoro-questa-vita-ma-è-faticosa, ma-adoro-gli-alberghi-ma-sono-spesso-solo, a-volte-vorrei-una-vita-normale-e-una-donna-fissa-magari-come-te, e l’hai stregata di passione e poesia perchè Italians do it better e dài cazzo, e alla fine la sua vagina è caduta tra le tue braccia, e tu l’hai indossata.

Sesso perfetto, orgasmo antologico. Lei ringrazia, reindossa solo gli slip e si rilassa.
Ora sono le 4 del mattino. Lei è con te sul letto. Dorme.
E russa come una scrofa che ha ingoiato un motorino smarmittato!

Stronza! Hai rovinato tutto! Io ero qui a sognare una vita idilliaca lontano dal mio cazzo di Paese che non offre possibilità, a immaginare che potrei venirmene qui a fare la rockstar e diventare il principe di Stocàz, e tu invece di comportarti da principessa ti comporti da cantiere, cazzo! Hai distrutto il mio castello con un soffio, mi hai ricordato in un attimo che anche qui ci sono le persone che russano, e se ci sono loro ci sono anche i tappi per le orecchie, il cerume, lo sporco sotto le unghie, la puzza dei piedi, la carta igienica finita, l’autobus pieno di ascelle sudate, i pannolini sporchi, i parchi coi tossici, le ciccione con gli shorts, le vecchie che vanno in chiesa, la sifilide, la tosse con l’alitosi, le carie, le facce di cazzo, gli assassini, i reality show, i capufficio, le tweetstar, lo sbiancamento dell’ano, il traffico, il cancro, i bambini down, la puzza di cane, la forfora, gli stupri, i barboni, la televisione, i manifesti elettorali, la polizia, i manganelli, i senzatetto, gli ospedali, le dialisi, i bimbiminkia, la cellulite, le prigioni, la musica demmerda, i locali fighetti, la calvizie, la prostatite, le bollette, l’herpes, e in più quel vino faceva schifo al cazzo, porca puttana!

Vorrei prendere la bottiglia di coca cola dal frigo bar dell’albergo e spaccartela sulla testa fino a farti diventare una poltiglia di interiora che probabilmente somiglierebbe al cazzo di spezzatino che mi avete dato per cena, non lo faccio solo perchè mezzo litro di coca cola costa 4 euro, ladri! E un caffè decente almeno 2 euro, figli di puttana.

Le 4.08 del mattino. Ok, calma. Tutto il mondo è paese, ok. Lunedì torno a Roma, faccio qualche telefonata. Questa continua a smarmittare. Devo dormire, la sveglia è alle nove. Non prendo sonno. Che vita di merda.

… e poi per forza sono nervoso, con questo clima del cazzo!