A un certo punto mi si presenta l’occasione di fare dei viaggi all’estero per lavoro. Accolgo la notizia con compostezza, per come io intendo una sega in balcone. Poco dopo, decido che ne trascriverò un diario di viaggio, pensier che ha alleviato la permanenza in questura.

In realtà, scrivere un diario di viaggio può essere una trappola: a meno di non viaggiare in comode poltrone mobili con champagne e pompini, il viaggiante è pericolosamente incline all’osservazione del mondo circostante.

La contemplazione della realtà oltre i nostri confini, cioè quelli di Mediaset, unita all’amara consapevolezza di essere dentro quei confini fino al colon, insinua senso di inquietudine, amoreodio per i conterranei e puzza di piscio, e si traduce con estrema facilità in un “Italia = merda” dal sapore un pò centroanzianico e un pò movimentocinquestellesco (per via dello smartphone).

È qui che inizia l’impresa: non posso sprecare un’esperienza all’estero portandomi a casa un banale Italia = merda, mica sono un’inviato del Misfatto! E non perchè non sia vero, anzi, perfino sul vangelo c’è scritto “Dove due o più persone sono riunite nel mio nome, l’Italia è una merda” (Levitico, 2% Dio, 98% aromi).

Solo che è inutile trascorrere parte del tuo anno a spostarti continuamente come un collaudatore di mappe, se le tue conclusioni sono le stesse di un qualsiasi pensionato gobbo la cui esistenza è necessaria solo per sostenere il mercato delle panchine.

Come non cadere in trappola quindi? Ricordo le parole di uno dei miei maestri, un certo Ascanio C., che prima di morire mi disse: “Racconta le cose che la gente non vede”. Lui poi è morto raccontando cose che vedevano tutti, ma questa è un’altra storia.

Dunque. Rastatt, Germania.
Ci sono stato per cinque giorni.
Per cinque giorni ho vissuto e lavorato in una città tedesca.
Per cinque giorni ho mangiato e bevuto quello che mangiano e bevono i tedeschi.
Per cinque giorni ho cagato non meno di sei volte al giorno. A orari regolari. E soprattutto, ogni cagata era una cagata fantastica!

Niente mal di stomaco, niente diarree a spruzzo, niente stronzi verdi e pestilenziali.
No. Cacca solida. Mediamente puzzosa. Precisa. Regolare. Tedesca.

Ho espulso in cinque giorni quello che normalmente faccio in un mese.
Rientrando in Italia, paese della sola cagata mattutina, ho pensato: prendi la soddisfazione che si prova dopo una bella cagata e moltiplicala per sei. Quella è la tua normale settimana. Se il mio paese fosse causa di così tanto benessere interiore, anche io sarei un patriota fanatico.

E soprattutto, odierei un popolo che non ha il bidet.