In Italia ci sono più laureati in Scienze della comunicazione che tombini. Questo dovrebbe garantirci due cose: strade allagate ogni volta che c’è un temporale e una solida base di esperti che ci aiutino nell’analisi dei messaggi che provengono dal megafono genovese, capo vero-finto del Movimento 5 Stelle. Visto come vanno le cose, forse era meglio investire di più, a livello accademico, sull’ingegneria o l’urbanistica.

Quegli esperti, infatti, non sembrano esserci. Altrimenti non scoppierebbe un gran casino tutte le volte che il megafono parla. Oppure, se ci sono, hanno deciso di rimanere in silenzio. Così però sarebbe esperto di comunicazione anche un tubetto di colla vinilica. Difficile.

Perciò, mancando un’analisi seria e ragionata, prodotta da figure dotate della dovuta preparazione, mi sento nella posizione – come si fa sempre su internet quando non si sa di cosa si parla – di avanzare delle ipotesi teoriche alla cazzo di cane, nonché di proporre degli scenari futuri assolutamente fantascientifici, ma come fossero robe serie.

La teoria è che Beppe Grillo non è un nazista, né un fascista, non è xenofobo, razzista, antieuropeista e probabilmente nemmeno un antipolitico. Forse non è nemmeno Beppe Grillo. È solo uno che davvero vale uno, come tanti, uno che vuole un mondo migliore. Essendo però avvezzo alle platee, sa bene che per farsi sentire fino in ultima fila ha bisogno di amplificatori. Non ha soldi per comprarseli però; ne ha giusto uno, collegato a un microfono. L’unico modo quindi è dirla talmente grossa da far rientrare il suono in tutti gli altri amplificatori che ci sono in giro, i quali, sebbene non trasmettano direttamente il suo messaggio, con lo sdegno e la reazione al messaggio stesso, involontariamente, lo veicolano.

Dirla grossa, in Italia, un paese gonfio di falsi moralismi, non è poi così difficile. Se ci metti di mezzo l’Olocausto, è proprio un attimo. Una parodia di Primo Levi risuonerà per giorni.

Su queste basi è possibile immaginare alcuni dei prossimi post di Beppe Grillo.

Guerre pentastellari – Matteo Renzi è Darth Vader. Trascinato al Lato Oscuro dall’imperatore Giorgio Napolitano, ha prima minato alle basi il senato della Repubblica, poi l’ha spazzato via, autoeleggendosi presidente. Governa la Galassia lontana lontana attraverso la paura e i poteri forti. Un giovane cittadino di nome Luke Skywalker però non ci sta, s’iscrive a Forza (e basta) e, dopo aver partecipato alle parlamentarie di Alderaan, cercherà di aprire la Morte nera come un droide protocollare. Solo nel secondo episodio scoprirà di essere il figlio di Matteo Renzi e di avere l’acca aspirata.

Star Trek 5 – Il borg Matteo Renzi e il gran Khan Giorgio Napolitano propongono alla Federazione dei pianeti uniti un’alleanza per portare la pace in tutta la Galassia. Il processo di pace si concluderà con la nascita dell’Unione Eurogalattica. Il capitano Kirk però, in missione con la sua astronave, scopre su un remoto asteroide uno scontrino da 75 miliardi di crediti per l’acquisto di potenti navi da guerra, e capisce che quella di Renzi-Khan è una trappola. Tornati sulla Terra all’incredibilie velocità curvatura 1vale1, grazie al motore a democrazia liquida ideato da Spock, i membri dell’Enterprise cercheranno di impedire a ogni costo la firma del trattato utilizzando un potente raggio di antipolitica. Spock morirà nel tentativo di far ragionare secondo logica un grillino.

L’esercito delle 12 scie – In un futuro apocalittico in cui la popolazione mondiale è stata quasi completamente annientata dai vaccini, il gruppo Bilderberg manda indietro nel tempo Bruce, un ex PD, nel tentativo di far ripartire la sperimentazione animale dei cosmetici. Finito in un Centro di identificazione ed espulsione, Bruce conosce Matteo Renzi, attivista ambientalista che lo aiuta a fuggire. Richiamato nel futuro dalle lobby farmaceutiche, proprio mentre era a un gazebo a firmare contro le grandi opere, Bruce viene poi rispedito indietro con una missione più chiara: fermare l’irrorazione aerea di sostanze per il controllo delle mezze stagioni. Solo a quel punto scoprirà che Matteo Renzi è figlio di Giorgio Napolitano, amministratore delegato della Umbrella Corporation, la società che produce scie chimiche dal 1861. Convertitosi alla cittadinanza militante e al vegetarianesimo, Bruce tenterà di fermare in tutti i modi il piano malefico della multinazionale. Si scoprirà poi che Matteo invece voleva solo liberare i giaguari dello zoo.