L’una di notte appena passata. Lui si toglie le scarpe cercando di non fare rumore e poi scivola dentro al letto. La ragazza lo sente appena e poi, con notevole sforzo, alza appena la testa dal cuscino e biascica un “Com’è andato il calcetto?”. Segue un momento di silenzio. Il ragazzo si irrigidisce sul letto, quasi paralizzato. Poi si gira su un fianco e dà una risposta seccata: “Te l’ho detto che questa sera mi vedevo con Monica e non andavo a giocare a calcetto”. Segue una lunga pausa. Lei fa un altro sforzo per fare mente locale e poi, nel tentativo di riparare al danno, esclama con convinzione: “La tipa bionda con le tette grosse, vero?”.

Lui: “Cristo, Luisa, quella è Fabia ed è stato solo un pompino. Ho detto Monica, hai presente? La tipa della biblioteca che ho conosciuto il mese scorso. Dai, te l’ho raccontato la sera stessa, come fai a non ricordarti?”
Lei: “Scusa, ma sono stanca”
Lui (sbottando e sedendosi di scatto sul letto): “Eh no, non è possibile. Lo vedi che io parlo e tu non ascolti mai un cazzo di quello che ti dico? E poi ogni volta che dobbiamo affrontare una discussione ti trinceri dietro al “sono stanca”, “è tardi”, “adesso non posso”. Non fai altro che rimandare”
Lei (chiedendosi perché non abbia semplicemente fatto finta di dormire): “Non è vero che non ti ascolto. Dai, ora dormiamoci sopra”
Lui: “Eh no, col cazzo. Ora mi dici dove sono andato stasera con Monica”
Lei (iniziando a perdere la pazienza): “Ma non lo so!”
Lui: “Come non lo sai? Te l’ho detto ieri sera a cena e te l’ho ripetuto oggi pomeriggio, prima di uscire”
Lei: “Ma no che non me lo hai detto”
Lui: “Sì che te l’ho detto. Tu mi volevi fare un pompino e io ti ho detto meglio di no che stasera mi vedo con Monica e non vorrei fare figuracce. Siamo andati al ristorante cinese e poi a casa sua. Ecco”
Lei: “Io ti volevo fare un pompino perché tu mi avevi infilato due dita nella figa e avendo il ciclo ti ho detto dai, ti faccio un pompino io”
Lui: “Eh, poi però ti ho spiegato perché era meglio di no”
Lei: “Ah, due dita in figa sì, un pompino no? Io non ti capisco”
Lui: “No, infatti, tu non mi capisci mai. E poi sempre co’ ‘sta fissa dei pompini. Che ci sarà mai di tanto divertente a volermi sempre succhiare l’uccello?”
Lei: “Ma ora cosa c’entrano i pompini?”
Lui: “NIENTE!”
Lei: “E allora perché li metti in mezzo? Cos’è, non ti è andata bene la serata e te la prendi con me?”
Lui: “No guarda che la serata è andata benissimo. Sei tu che me la stai rovinando, come fai sempre. Ogni volta che faccio una cosa io me la devi rovinare, sminuire, rendere una merda. Le cose tue son sempre importantissime, le mie mai”
Lei: “Ma se appena sei rientrato ti ho chiesto com’era andata?”
Lui: “Mi hai chiesto del calcetto. Non della serata”
Lei: “Vabbé, ora però ti stai attaccando ai dettagli”
Lui: “Dettagli? C’è differenza tra l’andare a giocare a calcetto e l’uscire con una conosciuta in biblioteca un mese prima, finire a casa sua e scoparci sopra il divano, CAPITO?”
Lei: “…”
Lui: “…”
Lei: “Dai, scusa. Hai ragione”
Lui: “…”
Lei: “Dai, non tenermi il muso. Com’è stata la serata con Monica?”
Lui: “Carina!”
Lei (abbracciandolo): “Dai, ti ho chiesto scusa, non mi tenere il muso ora”
Lui (cercando di trattenere le lacrime): “Eh sì, fai sempre così. Non mi ascolti, poi mi chiedi scusa ed è come se non fosse successo nulla”
Lei (sfiorandogli appena l’uccello): “Hai ragione amore, ma stavo dormendo e così all’improvviso…”
Lui: “Sì ho capito, ma lo sai che ci tenevo tanto a questa serata”
Lei (scivolando lentamente verso il suo uccello): “Oh sì piccolo, lo so”
Lui (un po’ infastidito da quel gesto e tirando su con il naso): “Cosa stai facendo?”
Lei (con voce suadente): “Niente, cerco solo di farmi perdonare”
Lui (alzandosi dal letto): “Ma, Cristo, Luisa, ti sto raccontando della serata, la delusione, del fatto che non mi ascolti, di quanto sia importante per me la serata appena trascorsa e tu pensi solo a infilarti il mio cazzo in bocca? Ma ti rendi conto?”
Lei: “Ma ora che c’è che non va?”
Lui: “Come che c’è? Ma allora ho parlato a vanvera per quasi un’ora?”
Lei: “Senti, ti ho chiesto scusa, due volte. Ti ho chiesto di raccontarmi la serata e poi ho cercato di fare pace. Ho sbagliato?”
Lui: “Facendomi un pompino?”
Lei: “CHE C’È DI MALE A FARTI UN POMPINO PER FARE PACE?”
Lui: “Lo vedi che non vuoi CAPIRE?”

In quel momento vibra il telefono di lei. Lui resta un attimo in silenzio, poi si fa coraggio e chiede: “Chi ti chiama a quest’ora?”.

Lei: “Francesca. Sta attraversando un periodo difficile”
Lui: “E ti chiama a quest’ora della notte?”
Lei: “Non mi ha chiamata. Mi ha scritto su WhatsApp”
Lui: “È lo stesso. Oggi nessuno telefona più”
Lei: “Guarda che è la verità”
Lui: “Perché allora abbassi lo sguardo?”
Lei: “No, no. Nessuno sguardo”
Lui: “Luisa, amore, perché invece non me ne parli? Dico, anziché tenerti tutto dentro. Lo sai che ti ascolto”
Lei: “Sì, certo, lo so che tu mi ascolti”
Lui: “Pensi che non lo faccia?”
Lei: “No, sì, certo, ma non è questo. Tu mi ascolti sempre, tu ci sei sempre, tu non sbagli mai. Lo so, amore mio. Sono io quella che invece, ogni volta, rovina tutto quanto”
Lui (abbracciando lei): “Ma no, dai, vieni qua. Non è così”
Lei (stropicciandosi gli occhi, come se avesse pianto): “Sì invece, è così. Mi dispiace tanto”
Lui: “Non è successo niente, dai. Anch’io un po’ ho esagerato”
Lei: “Ho tanta paura di perderti”
Lui: “Oh, amore”
Lei: “Ti amo”
Lui (stringendola forte forte): “Oh amore mio, ti amo tanto anch’io”