C’era una volta un bosco, degli animali parlanti, qualche pianta e una fanciulla con una voce meravigliosa. Aveva una voce talmente bella che tutti gli uccellini in coro ripetevano “Potresti andare a X-Factor”. “Sì, certo, potrebbe” facevano eco le scimmie “peccato che sia un cesso”.
La fanciulla, infatti, aveva una voce come la Winehouse ma con il corpo della Bindi. In pratica era una Rosy Winehouse o, se preferite, una Amy Bindi.
Così, un giorno, la nostra Amy Bindi si rivolse a Dio e gli chiese: “Signore, perché mi hai fatto così cesso, ma con questa voce magnifica?”
Dio: “Avevo fumato”.
Amy: “Ti pare una risposta normale?”
Dio: “Ma dai. E poi guarda che non sei proprio un cesso: mio figlio due botte te le darebbe volentieri”.
Amy: “Tuo figlio, lo sanno tutti, non fa testo. Si scoperebbe pure a Lele Mora, non scherziamo”.
Dio: “Ha avuto un’infanzia difficile”.
Amy: “Non lo metto in dubbio, ma è diverso. Lui era un uomo”.
Dio: “Chi, Lele Mora?”
Amy: “No, tuo figlio”.
Dio: “Ma sti cazzi dell’infanzia di mio figlio. Io parlavo di Lele Mora. Gesù! Quello una cosa doveva fare e ha fallito”.
Amy: “Senti, ma un aiutino per andare a X-Factor me lo daresti?”
Dio: “Sentiamo”.
Amy: “Metti la mia voce dentro un corpo bellissimo e che tutti possano dire ‘Wow, che schianto’ al punto da fare la fila per desiderarmi”.
Dio acconsentì e trasformò la Amy Bindi in un’applicazione per l’iPhone5. “Cristo” – pensò la Amy oramai ridotta a una serie di algoritmi neanche troppo complessi – “eppure non era difficile da capire come richiesta”.
Quando la notizia della nuova applicazione giunse fino al bosco, tutti gli animali decisero che dovevano salvare la giovane Amy Bindi. “Sì, ma come faremo?” domandarono gli ippopotami, come se a loro fosse mai fregato un cazzo dell’intera faccenda. “Faremo come gli antichi” rispose il capo delle scimmie: “Fumeremo tutta l’erba del bosco e voleremo in alto fino a raggiungere Dio”. E così fecero. Rullarono e squagliarono tutto il fumabile che si trovava nel bosco fino a quando non ne rimase più nulla. Poi se lo fumarono e volarono fino a Dio.
Dio: “Che volete?”
Animali: “Boh, te volevamo dì una cosa ma se semo scordati”.
Dio: “E perché parlate romano?”
Animali: “E perché c’hai un parallelepipedo in testa?”
Dio: “E che ci dovrei avere, un triangolo?”
Animali: “Beh, perché no?”
Dio: “Vabbé, io c’avrei un sacco di cose da fare, se non volete dirmi nulla, io andrei”.
Animali: “Ah no ecco, volevamo sapere che fine avesse fatto la Amy Bindi”.
Dio: “Non lo so”.
Animali: “Perché hai abbassato lo sguardo?”
Dio: “No, non ho abbassato lo sguardo”.
Animali: “Sì sì, hai abbassato lo sguardo. Ripetilo, ‘non lo so dov’è Amy Bindi’, ma fallo guardandoci fisso negli occhi”.
Dio: “Non lo so dov’è… o andiamo, non ci riesco e comunque non lo so”.
A quel punto gli animali capirono che Dio stava mentendo e così lo presero, lo legarono e lo torturarono per 10 ore di fila, fino a quando confessò: “Sì, va bene, lo ammetto, l’ho trasformata in un’applicazione per iPhone5, è la in fondo, però ora basta, slegatemi e spegnete quella cazzo di Radio Maria, non ne posso più”.
Gli animali, felici, corsero subito dalla “nuova” Amy Bindi per liberarla da quell’incantesimo, anche se, come fecero notare i Gufi-Punk, non era poi così male nella sua nuova veste. Stessa voce ma con un aspetto di gran lunga migliore. Gli altri, allora, restarono un attimo in silenzio. La Amy Bindi provò a spiegar loro che la vita da applicazione era una vera merda, ma alla fine gli animali, tutti, decisero di lasciarla così com’era nel suo nuovo corpo, e di tornarsene a casa.
Non prima di essersela scaricata ognuno sul proprio iPhone5.