omaggio a Cortazar

Pensa a questo: quando ti regalano uno smartphone, ti regalano un piccolo inferno fiorito, un insieme di circuiti, una cella elettronica. Non ti danno soltanto uno smartphone, tanti, tanti auguri e speriamo che duri perché è di buona marca, giapponese con àncora di cristalli liquidi; non ti regalano soltanto questa piccola tavoletta che ti infilerai in tasca e che andrà a spasso con te. Ti regalano – non lo sanno, il terribile è che non lo sanno – ti regalano un altro frammento fragile e precario di te stesso, qualcosa che è tuo ma che non è il tuo corpo, che devi legare al tuo corpo, tenendolo disperatamente stretto tra le mani. Ti regalano la necessità di continuare ad aggiornarlo tutti i giorni, l’obbligo di caricarlo ogni sera se vuoi che continui ad essere uno smartphone; ti regalano l’ossessione di controllare il tuo status, le tue email, aggiornare il tuo profilo. Ti regalano la paura di perderlo, che te lo rubino, che ti cada per terra e che si rompa. Ti regalano la sua marca, e la certezza che è una marca migliore delle altre, ti regalano la tendenza a fare il confronto fra il tuo smartphone e gli altri smartphone. Non ti regalano semplicemente uno smartphone, sei tu che sei regalato: sei il regalo per il compleanno dello smartphone.